TUTTI I NOMI. ARRESTI IN COMUNE. Accusati dipendenti e agenti della Municipale di aver preso migliaia di euro in mazzette per documenti falsi

14 Maggio 2025 - 11:40

Si tratta, in forma e sostanza, di una vicenda molto simile al caso che colpì una decina di anni fa il comune di Maddaloni rispetto alle cittadinanze a soggetti brasiliani

ORTA DI ATELLA – Una rete organizzata e ben rodata, che trasformava cittadini stranieri – in gran parte brasiliani – in italiani a tutti gli effetti, è stata smantellata all’alba di ieri dalla Polizia Metropolitana di Napoli. Una vera e propria “fabbrica della cittadinanza”, capace di muovere milioni di euro, gestita con metodo, complicità e una buona dose di corruzione.

L’operazione, guidata dal Gruppo Tecnico Operativo Indagini e coordinata dalla Procura di Aversa Napoli Nord diretta da Anna Maria Lucchetta, ha portato all’arresto di otto persone tra cui funzionari pubblici, agenti della Polizia Municipale e privati cittadini. Le accuse sono pesanti: associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione.

Secondo gli inquirenti, al centro del sistema c’era David Passos Trindade, titolare di una società di intermediazione, oggi in carcere. Era lui a ricevere le richieste, orchestrare i documenti falsi e “vendere” cittadinanze italiane – in particolare a calciatori e vip brasiliani – sfruttando la normativa sul diritto di sangue (iure sanguinis).

La truffa? Apparentemente semplice: bastava inventare antenati italiani inesistenti, con l’aiuto di certificati genealogici falsificati, timbri contraffatti e passaporti manipolati. Il passo successivo era far risultare i richiedenti residenti in immobili fittizi, registrati nei comuni compiacenti, soprattutto Orta di Atella e Frattaminore, nel casertano.

Tra gli arrestati anche Carmelina Del Prete, coordinatrice dell’Ufficio Anagrafe di Orta di Atella, e due agenti della polizia municipale dello stesso comune, Giulio Mozzillo e Salvatore Aletta. Ai domiciliari sono finiti anche Anna Perrotta, Gaetano Rispoli ed Enrico D’Ambrosio, tutti dipendenti del Comune di Frattaminore, oltre al cittadino brasiliano Renato

Juneo Martins. Indagata a piede libero Silmara Fabotti, moglie di Trindade e già condannata in un altro filone d’inchiesta a Villaricca, insieme al collaboratore Flavio Alan Yogui.

Il giro d’affari? Da capogiro. Per ogni “pratica” venivano richieste cifre tra gli 8.000 e i 45.000 euro, con una media attorno ai 22.000. Gli investigatori hanno trovato un vero e proprio registro di cassa in cui venivano segnati i compensi destinati ai pubblici ufficiali corrotti. Si stima che il volume complessivo del traffico si aggiri su diversi milioni di euro.

Il caso preoccupa anche per le sue possibili implicazioni a livello europeo: grazie alla cittadinanza italiana ottenuta illecitamente, i beneficiari accedevano liberamente ai Paesi UE, eludendo i controlli sui flussi migratori e potenzialmente minando la sicurezza comune.

Le indagini non si fermano qui: la Procura sta ora cercando di verificare il coinvolgimento di altri funzionari e accertare se anche altri comuni della zona siano stati toccati dalla rete di corruzione.