TUTTI I NOMI. CARCERI & TELEFONI. Sotto processo anche l’imprenditore accusato di aver aiutato il clan Picca-Di Martino

28 Giugno 2025 - 10:41

Si tratta della consorteria criminale che, secondo la DDA di Napoli, ha influenzato le elezioni comunali di Teverola, vinte dalla coalizione del sindaco di Fratelli d’Italia, Gennaro Caserta. Una vicenda che, e non capiamo il perché, sembra non essere stata notata dalla Prefettura di Caserta

CASERTA – Un telefonino trovato in una cella del carcere di Santa Maria Capua Vetere ha fatto partire un’indagine che porterà a processo cinque persone. Secondo quanto accertato dalla polizia penitenziaria, tra agosto e settembre 2024 alcuni detenuti del reparto “Nilo” avrebbero usato un cellulare per comunicare con l’esterno, in violazione delle regole carcerarie.

Tra gli imputati ci sono Giuseppe Cefaliello, 45 anni, già condannato per droga, armi e falso, e Guido Frascogna, 51 anni, in carcere per spaccio. Con loro anche l’imprenditore Giuseppe Laudadio, 56 anni, e altri due uomini di Castel Volturno: Ivan Amato, 29 anni, e Giovanni Visconti, 50.

La vicenda finirà in tribunale a novembre. I cinque, tutti presunti innocenti fino a sentenza definitiva, dovranno rispondere dell’uso illecito del cellulare.

Nel frattempo, Laudadio risulta coinvolto anche in un’inchiesta della Direzione Antimafia di Napoli, accusato di aver collaborato con esponenti del clan dei Casalesi per attività estorsive, specificatamente il clan Picca guidato da Aldo
Picca e Nicola Di Martino, quest’ultimo zio di Ellen Di Martino, consigliera comunale eletta anche grazie al supporto familiare. Gli viene contestata anche la detenzione di una pistola in luogo pubblico (CLICCA E LEGGI). Frascogna, invece, è indagato in un altro procedimento con altre nove persone, per il quale la Procura ha chiesto l’arresto.