TUTTI I NOMI. Mimmo Pagano, i Verazzo ARRESTATI. Tra gli indagati di nuovo i politici di CAPUA e il dirigente dell’Ufficio tecnico

22 Febbraio 2021 - 13:30

Le dichiarazioni di Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza si innescano su quelle di Nicola Schiavone delle quali ci occupammo diffusamente a suo tempo e che riproponiamo all’inizio di questo articolo

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TRENTOLA/CAPUA – Quando Nicola Schiavone ha parlato di Domenico Pagano, per gli amici Mimmo, fratello dell’ex sindaco defunto di Trentola Nicola Pagano, dedicammo a quelle dichiarazioni un articolo specifico e molto approfondito a cui potrete accedere nel link in alto. Da lì sono partite le indagini che poi si sono intersecate con altre inchieste nelle quali ha fatto irruzione la figura di Francesco Zagaria detto Ciccio e Brezza, considerato dalla Dda di Napoli un pentito affidabile, diversamente da quanto sta emergendo da uno stabile punto di vista delle due sezioni del tribunale del Riesame.

Sarà interessante al riguardo vedere cosa decideranno i giudici della libertà su questa indagine connotata da una matrice comune con quella che portò a suo tempo all’arresto dello stesso Ciccio e Brezza ma anche dell’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, e comune, seppur in maniera più indiretta con quella, letteralmente demolita dal Riesame che aveva portato a stringere le manette ai polsi all’imprenditore dei supermercati Paolo Siciliano, ai fratelli Filippo, Nicola e Francesco Mario Capaldo, nipoti di Michele Zagaria e alle due maddalonesi Viola Ianniello e Michela Di Nuzzo, tutti scarcerati seccamente perchè secondo il Riesame in quell’ordinanza non erano riscontrati gravi indizi di colpevolezza. Comunque, per il momento, limitiamoci alla cronaca odierna, cioè alla richiesta, formulata dal pm Maurizio Giordano, lo stesso dell’inchiesta su Antropoli, lo stesso di quella su Siciliano e Capaldo, al gip del tribunale di Napoli Saverio Vertuccio.

Ad occhio e croce, guardando le prime pagine delle 42 di questa ordinanza, si ha l’idea che le richieste di applicazione di misura cautelare siano state di più rispetto alle 4 applicate attraverso l’arresto degli indagati e alle due consistenti in una sospensione cautelare delle attività professioni di un dirigente del comune di Capua e di un dipendente di una banca di Santa Maria Capua Vetere.

Ma questo ve lo potremo dire leggendo il seguito dell’ordinanza. Per il momento, ricapitolando e invitandovi a leggere quello che scrivemmo sulle dichiarazioni di Nicola Schiavone che probabilmente Francesco Zagaria ha riscontrato, vi diamo i nomi di tutti gli indagati: il già citato Domenico “Mimmo” Pagano, 58 anni, di Trentola (arrestato in carcere, difeso dall’avvocato Cantelli);  due imprenditori originari di Casal di Principe ma trapiantati a Capua, Francesco e Giuseppe Verazzo, cugini diretti, il primo 61enne, il secondo 65enne, difesi dall’avvocato Enzo Alesci (arrestati in carcere); Domenico Farina, anche in questo caso per gli amici Mimmo, 48 anni di San Prisco, che dovrebbe essere il famoso Mimmo Farina che Francesco Zagaria cioè Ciccio e Brezza porta con sè come sua ombra anche agli appuntamenti con Siciliano e con Filippo Capaldo, anche lui finito in carcere.

Interdizione per un anno a svolgere la sua funzione amministrativa con presentazione alla polizia giudiziaria all’ingegnere Francesco Greco, ormai storico dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Capua, difeso anch’egli dall’avvocato Giovanni Cantelli; stessa misura per Andrea D’Alessandro, dipendente di una banca all’epoca dei fatti in servizio in una filiale di Santa Maria Capua Vetere. Indagati a piede libero i già citati Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza, Carmine Antropoli e anche altri due indagati dell’inchiesta principale che portò agli arresti dei politici in questione, cioè gli ex assessori al comune di Capua Marco Ricci e Guido Taglialatela.

Pure indagati a piede libero sono il noto ingegnere di San Cipriano, 48enne e Alfredo Maria Cenviti, 55 anni.