MIMMO PAGANO, dal “vangelo” secondo NICOLA SCHIAVONE. I soldi non ritornati, i due anni di conoscenza platonica e il riscontro cruciale sull’immobile di CAPUA

24 Maggio 2019 - 10:59

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Quello che pubblichiamo in calce all’articolo, è l’ultimo stralcio dell’interrogatorio o di parte dell’interrogatorio che i magistrati della dda hanno dedicato ai presunti rapporti tra Nicola Schiavone e il noto imprenditore di Trentola Ducenta, Domenico Pagano, detto Mimmo, fratello dell’ex sindaco Nicola Pagano, e il boss del clan dei casalesi Nicola Schiavone che, alle citate domande dei magistrati, ha risposto.

Parliamo di ultimo stralcio perchè, a questo interrogatorio abbiamo già dedicato altri due articoli a cui potrete accedere tranquillamente, entrando nella sezione Altri Comuni-Trentola Ducenta.

In questa mezza paginetta, Nicola Schiavone non fa altro che ribadire il fatto che lui e Pagano avrebbero realizzato una società di fatto per acquistare un immobile da 500mila euro a Capua, prima che Schiavone finisse in carcere nel 2010. Il collaboratore di giustizia racconta pure che Nicola Pirozzi, che onestamente ai nostri lettori non dobbiamo presentare, gli avrebbe detto che Mimmo Pagano riciclava i soldi di Michele Zagaria e che lo stesso Pirozzi gli aveva riferito di essere impaurito all’indomani della rottura tra Zagaria e Capoluongo, in quanto temeva di essere ucciso, avendo lui presentato Capoluongo, al boss di Casapesenna.

Infine, la questione dei soldi, rimasti nelle mani di Mimmo Pagano o pressappoco. Schiavone infatti dice di non sapere se dopo il suo arresto, Pagano abbia restituito la quota dei 500mila euro, cioè 250mila euro, ai propri congiunti. Se non fosse così, Schiavone sostiene che quei soldi il Pagano li avrebbe ancora in mano.

Fin qui la sintesi di questa parte dell’interrogatorio. In sede di brevissime considerazioni, riteniamo che l’autorità inquirente abbia già realizzato un riscontro sull’immobile di Capua. E’ chiaro che non troveranno il nome di Nicola Schiavone, ma la messa a fuoco dell’identità dell’acquirente rappresenterebbe un dato concreto su cui lavorare.

Infine, la cronologia. Schiavone afferma di aver incontrato Pagano nel 2007. Poi dal 2007 fino, presumibilmente, al 2009, i due non avrebbero definito alcuna alleanza economica. Capua sarebbe stata la prima operazione, a due anni di distanza dall’appuntamento del ristorante Vecchio Monastero di Teverola. Una società morta sul nascere a causa dell’arresto di Nicola Schiavone.

Staremo a vedere.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI NICOLA SCHIAVONE