Ucciso commerciante per non aver scelto i gelati della camorra, condannato il pentito Della Corte

13 Febbraio 2020 - 16:02

CANCELLO ARNONE (Tina Palomba) – Due omicidi e un tentato omicidio. Uno delle vittime, un commerciante, fu sparato a bruciapelo dai sicari del clan solo perché non aveva comprato i gelati dai rifornitori della camorra. Questa mattina, dopo oltre 30 anni, la verità e la condanna per uno dei killer. Sei anni e due mesi dopo la richiesta di rito abbreviato oltre al risarcimento dei danni (dopo la costituzione parte civile dei familiari di una delle vittime) a carico del collaboratore di giustizia Francesco Della Corte, 50 anni, di Villa di Briano. Scrive il giudice Luca Della Ragione nella motivazione della sentenza: “Pellegrino fu ucciso per aver fatto lo sgarro al padre di Paolo Letizia cioè Guido titolare di una concessione di gelati marchio Algida su Casal di Principe“.

Ha ammesso la sua partecipazione al delitto di Vincenzo Pellegrino avvenuto nei pressi del suo circolo Marco Polo a Cancello Arnone nel 1989. Nell’agguato per errore rimase ferito anche un cittadino tunisino. Secondo la ricostruzione della Dda di Napoli a sparare furono Marco Caterino, per il quale si è proceduto separatamente, e Paolo Letizia (a sua volta poi ucciso in un altro fatto di sangue). Il ruolo del pentito fu quello di vedetta, individuo’ il Pellegrino fuori al suo esercizio commerciale il 2 giugno del 1989.

L’altro delitto contestato al Della Corte è quello di Raffaello Scudellaro, avvenuto a Melito il 31 luglio del 1989 in concorso con Marco Caterino. La famiglia Pellegrino si è costituita parte civile con il supporto l’avvocato Giovanni Cantelli, mentre il legale Giovanni Leuci assiste la famiglia Pellegrino.