Velardi scortato (dal Tar), la Letizia all’agenzia governativa, ma MARCIANISE è nella lista nera di Libera tra i Comuni inadempienti sui beni confiscati

5 Marzo 2021 - 18:46

MARCIANISE – Sarebbe stupido e infondato, fino a prova contraria, rovesciare la struttura valutativa riguardante il rapporto tra il sindaco di Marcianise Antonello Velardi, la sua amministrazione comunale e il portato, l’eredità anche materiale della criminalità organizzata locale.

Nulla si può dire, infatti, sull’esistenza di pratiche collusive, anche semplicemente collocate in una inerzia che diventa strumento di proliferazione e rafforzamento di vecchie e nuove agenzie criminali.

Detto questo, è ugualmente onesto intellettualmente affermare la nostra convinzione, peraltro granitica sin da quando Velardi si è messo a far politica, sul fatto che a quest’ultimo della camorra, del suo portato, delle ragioni prime, seconde ed ultime che ne hanno determinato il regime sulla città di Marcianise, non gliene frega un fico secco.

Fin quando l’argomento gli ritorna utile come strumento ed espediente retorico, va bene, gli basta attingere al più trito e conformista vocabolario dell’anticamorrismo pastorizzato e confezionato in serie.

Nel momento in cui, invece, c’è da spingere avanti un’analisi culturale che vada al di là di una sterile polemica assertiva sui poteri forti, medi o piccoli che hanno popolato il Comune e le stanze delle istituzioni locali, buio pesto.

Il nulla.

Ragionamento evanescente, il nostro? No, no, per carità.

Sappiamo che il popolo predilige esempi concreti e noi non abbiamo mai utilizzato il format di un’argomentazione complessa per girare attorno ai problemi, avendo sempre noi aspirato ad innescare un minimo di dibattito culturale e successivamente politico sui grandi fenomeni del degrado territoriale di questa provincia.

Non per questo non siamo in grado di riassumere in parole povere questi argomenti. Dunque, il sindaco Velardi viaggia, da diversi anni, accompagnato da una scorta che lo dovrebbe proteggere, (nonostante il fatto che le massime autorità di governo della provincia di Caserta, le massime autorità di Polizia e di presidio territoriale non ne ravvisino da tempo la necessità) contro presunte minacce criminali, validate non da una questura, da un nucleo investigativo dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, che queste cose le fanno per mestiere, bensì dal Tar dalla Campania e dal Consiglio di Stato che, dall’alto della loro esperienza (roba da pazzi, solo in Italia succedono cose del genere) in fatti di criminalità organizzata, decidono che il sindaco di Marcianise debba essere scortato a spese, e che spese, dei cittadini contribuenti.

Ciò anche durante quegli spostamenti che un valente, esperto pubblico ministero della Procura di SMCV, cioè Gerardina Cozzolino, si avvia a considerare illegali al punto da costruire attorno agli stessi accuse molto pesanti per i reati di truffa e falso ideologico in concorso con l’allora segretario comunale Onofrio Tartaglione, compagno di classe del Velardi, che anche stavolta non a caso, lo volle al suo fianco, attuando una procedura a dir poco discutibile, all’indomani della sua prima elezione datata 2016.

Dunque, il sindaco di Marcianise, per volontà di un Tar e di un Consiglio di Stato e contro la volontà di una Prefettura, di una Questura, di un Comando Provinciale dei Carabinieri, di un Comando Provinciale della Guardia di Finanza, è una potenziale vittima della camorra.

Dal sindaco passiamo al presidente del Consiglio Comunale.

Durante la prima consiliatura, l’allora vicesindaca e assessora Angela Letizia sostenne un concorso nella Capitale ad epilogo del quale fu assunta non al Consorzio Agrario, non all’Asi, non alla Getra del solito Zigon, bensì alla sede regionale napoletana dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alla Camorra.

In pratica, la Letizia è divenuta una dipendente dello Stato, del Viminale, del Ministero dell’Interno.

Dunque: un sindaco scortato perché delle non meglio precisate entità fisico-spirituali potrebbero fargli del male, una presidente del consiglio comunale assunta nell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alla Camorra.

Vai a scorrere l’elenco dei Comuni italiani, e campani in particolare, pubblicati dentro al primo rapporto di Libera (CLICCA QUI) e constati che il Comune di Marcianise, il quale non è stato afflitto da una camorra di serie C, ma è stato l’unico posto in Italia in cui la Prefettura ha dovuto varare un coprifuoCo, altro che Covid, visto che ogni giorno per le strade scorreva il sangue e gli obitori erano pieni full time, è tra gli enti inadempienti rispetto alla gestione dei beni confiscati alla camorra che l’Agenzia in cui oggi lavora la Letizia ha affidato al Comune.

I parametri sono i seguenti:

– Indicazione di foglio, particella e subparticella;
– Tipologia dell’immobile (ovvero se si tratta di un terreno, una villa, un appartamento, un box, un fabbricato rurale)
– Indirizzo e numero civico di ogni bene
– Consistenza del bene in mq o ettari
– Destinazione del bene tra istituzionale e sociale
– Utilizzo specifico
– Ragione sociale specifica del soggetto gestore
– Atto amministrativo di concessione
– Durata dell’affidamento al concessionario.

Nessuna di queste informazioni figura, nè ha mai figurato, nella sezione Trasparenza del Comune di Marcianise.