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VERGOGNA. Accusati di aver imbrogliato sulla pesa dei rifiuti. Nel processo a Sorbo e a Iavazzi, CASERTA, MADDALONI E S. NICOLA non si costituiscono parte civile

6 Luglio 2020 - 18:55

CASERTA – Altro scandalo. Chi, come noi, ha scritto decine e decine di articoli, vivisezionando letteralmente l’ordinanza che a suo tempo venne fuori dal lavoro ineccepibile dei Pm della procura di santa Maria Capua Vetere, non può non accogliere che con indignazione, ma non con sorpresa, la decisione di tre comuni, precisamente Caserta, Maddaloni e San Nicola La Strada, di non costituirsi nel processo sulle pese truccate della frazione umida dei rifiuti in queste tre città, ma soprattutto nel capoluogo, presso la piattafroma di proprietà di Francesco Iavazzi, imprenditore di Capodrise che per anni, con la sua Impresud, è stato un vero e proprio castigamatti nel business dei rifiuti della provincia. L’altro imputato clou del procediemtno è Carmine Sorbo, per decenni al centro di tutte le vicende più intricate ed intrigate. Uno che, di fronte al provvediemnto del giudice che gli imponeva di non frequentare gli uffici del comune, se ne fregò altamente, violandolo decine e decine di volte, sapendo forse in carcere non ci sarebbe mai andato. E non ci andò. Perché il tribunale si limitò a trasformare la misura dell’allontanamento dagli uffici comunali, in divieto di dimora nella città Caserta.

Una truffa che aveva provocato per Caserta perdite per 1 milione e 214 mila euro per il periodo dal gennaio 2013 all’agosto 2015, per San Nicola la Strada 662 mila euro per il periodo dal gennaio 2011 al 31 luglio 2013 e per Maddaloni 303 mila euro, per il periodo dal marzo 2014 al giugno 2015.