Vincenzo Negro “fa l’amore” con Velardi. Vi spieghiamo perché CAPODRISE diventerebbe una colonia di MARCIANISE, perdendo ogni identità

11 Settembre 2021 - 17:17

Non è una frase ad effetto, bensì lo scenario che si determinerebbe qualora Velardi fosse in grado di condizionare in qualche modo i numeri del prossimo consiglio comunale. In quel caso, vi possiamo già l’elenco degli imprenditori marcianisani che pianterebbero le tende a Capodrise, dicendo a quelli autoctoni di spostarsi più in là. Anzi, molto più in la. IN CALCE ALL’ARTICOLO I DUE POST RELATIVI A VELARDI.

 

CAPODRISE (G.G.) – Avremmo fatto volentieri a meno di ficcare il naso nelle vicende riguardanti le elezioni comunali di Capodrise. Non perché le riteniamo meno importanti di altre, ma semplicemente per una questione riguardante la cifra delle risorse produttive da noi utilizzabili in rapporto al cospicuo numero di comuni, ben 31, tra cui alcuni molto grandi tipo Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca e, seppur in misura minore, Parete, Sant’Arpino e Piedimonte Matese. Dobbiamo in poche parole, operare delle scelte perché non abbiamo i mezzi per occuparci di tutti i comuni coinvolti nella tornata elettorale. O meglio, non abbiamo le risorse per occuparci di tutti i comuni così come ci impone il nostro standard di lavoro, visto e considerato che a Casertace non ha abitato mai la superficialità, men che meno la cultura dei comunicati stampa.

Però, dato che è risultata molto chiara, negli ultimi giorni, l’alleanza stretta dal candidato sindaco Vincenzo Negro con l’attuale primo cittadino di Marcianise Antonello Velardi, diventa per noi doveroso, per una questione di igiene politica, cominciare a scrivere qualcosa su Capodrise e sul voto che l’attende il 3 e il 4 ottobre prossimi.

Dai post che pubblichiamo in calce, risulta chiaro, dicevamo, che Velardi non si limiterà a tifare per Negro, ma lo appoggerà direttamente. Incrociando, infatti, un recentissimo post pubblicato (la cui riproduzione pubblichiamo in calce all’articolo) dalla signora Luisa Palazzo, evidentemente candidata nella lista di Negro, si capisce che il suo pensiero risente degli insegnamenti ricevuti dal sindaco di Marcianise. Come potrete leggere, infatti, la Palazzo applica uno degli elementi fondamentali della virile, cazzutissima prosa di Velardi, sempre pronto a metterci la faccia e a sfidare a viso aperto chi non la pensa come lui.

E infatti, la Palazzo minaccia querele nei confronti di… nessuno. Il messaggio cifrato, senza destinatario in cui fa capire di ritenere integrato il reato di diffamazione “nel puntare il dito sugli altri, previa consapevolezza della propria competenza”, è tipico delle prassi che connotano ogni intervento social della fascia tricolore di Marcianise.

Ora, al di la della prosa che sicuramente Antonello Velardi riuscirà ad affinare allineandola alla sua, peraltro da minimo sindacale, nella dichiarazione della Palazzo si riconosce, ripetiamo, la prassi, ma anche la genetica del sindaco di Marcianise. E infatti, come si vede, il post della candidata trova riscontro in un’unica risposta. Ovviamente quella di Antonella Velardi, il quale da par suo, incita la Palazzo a “cominciare a denunciare. Con certi personaggi sulla piazza… “ il resto di questo alato pensiero lo leggete in calce a questo articolo. Nautalmente sperare che un uomo di cappa e di spada, sobrio negli atteggiamenti e capace di rispettare il pensiero altrui, mai vigliaccio quando esce allo scoperto con dichiarazioni, qual è, sicuramente, evidentissimamente, indubbiamente Antonello Velardi, potesse fare nella vita per una sola volta il nome e il cognome di “certi personaggi”, è assolutamente inconcepibile.

Ed ecco quindi la relazione tra i cattivi maestri e gli/le allievi/e che “previa consapevolezza della propria competenza” (la citiamo a memoria perché si tratta di una locuzione di rara qualità sintattica e concettuale), non possono non avvertire il fascino di uno che dice di essere il re del mondo, senza esserlo realmente, ma in grado di esserlo agli occhi delle persone più ingenue e inavvedute.

Seconda prova: Antonello Velardi promuove, in Facebook, l’evento, fissato per domattina, domenica 12 settembre, allorquando Vincenzo Negro presenterà la sua lista. “Ad Antonello Velardi interessa l’evento”, in poche parole lui utilizza questa particolare funzione di Facebook (in calce all’articolo pubblichiamo anche questo documento), che indica per l’appunto una relazione cognitiva, nel caso specifico anche partecipativa in fatto di consenso politico e personale, rispetto ad un evento, che non solo gli piace, ma gli interessa pure.

E’ certamente che gli interessa! Oggi, tutti gli uomini e le donne di buona volontà con una istruzione reale, frutto della dignità di una terza media conquistata con merito, hanno abbandonato, molti dei quali strabuzzando letteralmente gli occhi, il Velardi, rimanendo increduli ancora oggi su quello che è emerso dal suo carattere che ha nettamente sovrastato, finendo con l’aggiogarle tutte le ragioni della politica. Non ne parliamo poi dei partiti tradizionali soprattutto di quelli del centrosinistra, ma in parte anche di quelli del centrodestra, i quali si fanno passare la voglia, che pur avrebbero, di piantare la bandierina del sindaco della terza città della provincia di Caserta.

Insomma, Velardi è isolato. Gli rimarrebbe da iscriversi al partito di Giovanni Zannini, di Antonio Luserta, dei suoi colleghi sindaci Antonio Esposito di Lusciano, Gino Pellegrino di Parete, Anacleto Colombiano di San Marcellino, ma la sua posizione gerarchica si collocherebbe ben al di sotto dei soggetti appena citati. Anche a Marcianise sarebbe un buon numero 2 del movimento di Zannini e di Luserta, in pratica il vicesegretario di sezione del pregevolissimo signor Gianbattista Valentino che ormai, seguendo la “rinomatissima regola” del Consorzio Idrico, ha finito per diventare un interlocutore diretto di Zannini il quale benedice munifico i tanti incarichi professionali attribuiti alla “raramente avvocato” Rachele Barbarano, consorte di GB. Valentino.

Dunque, Velardi ha il problema di rompere l’isolamento ma senza concedere un’oncia alla possibilità di deroga, di emendamento del suo carattere, del suo modo di essere nei confronti della vita e del prossimo. Si è avvicinato a Zinzi il quale dovendo fare le elezioni a Caserta, raccatta tutto, cercando però di non compromettersi intrecciando la sua reputazione politica con quella ormai diroccata di Antonello Velardi il quale, per altro, giovedì prossimo, esordirà da imputato nell’udienza preliminare, che si svolgerà in un’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, formulata dalla Pm Geraldina Cozzolino, per gravissimi reati quali la truffa e il falso in concorso con il “suo” segretario comunale Onofrio Tartaglione.

A Capodrise, invece, Velardi ritiene che questo problema riguradante la sua reputazione politico-istituzionale non esista, visto che anche in passato (a riguardo qualche anno fa pubblicammo una vignetta largamente esplicativa) considera una protesi, una propagine di Marcianise, magari da annettere definitivamente in futuro.

Con l’attuale sindaco, non più candidabile, Crescente non si mai preso, perché diciamocela tutta, Velardi voleva andare a comandare anche a Capodrise. Negro, invece, non sta facendo come Zinzi, ma ritiene evidentemente Velardi tanto importante da sfoggiarlo addirittura nella campagna elettorale concedendogli la possibilità di esprimere qualche candidato in una lista che, va comunque sottolineato, è sostenuta anche da Gianpiero Zinzi.

Chissà se Negro conosce i diagrammi che hanno definito le strutture relazionali tra tutti quelli che hanno puntato su Antonello Velardi e che oggi non gli rivolgono letteralmente il saluto. A riguardo, potremmo pubblicare un elenco lunghissimo di nomi, e se necessario, lo faremo. Il problema non è costituito dal prendere qualche voto “di sguincio” che Velardi potrebbe far recuperare a Vincenzo Negro, allentando, poi, subito dopo le elezioni, i rapporti. Se infatti Velardi riuscisse a portare qualche “under terza media”, e, in quanto tale, a lui fedeli, in consiglio comunale, la navigazione di Negro diventerà complicatissima nonostante che dietro di lui ci siano personaggi locali dotati, diciamo così, di una forte personalità. Ma soprattutto la relazione istituzionale tra Marcianise e Capodrise esisterebbe solo se aumentassero gli spazi di influenza della città più grande, sulla città più piccola. In poche parole, anche se l’espressione potrebbe apparire una rappresentazione retorica, Capodrise diventerebbe di fatto una sorta di colonia di Marcianise.

Ben difficilmente, invece, capiterebbe questo se a vincere fosse un candidato sindaco con una storia, con un’identità, con spalle larghe e capelli bianchi per poter dire al vicino di casa che il dialogo tra due Comuni si costituisce su una base di reciproco e speculare rispetto, ma soprattutto sperequando i vantaggi solo in base a meccanismi meramente oggettivi, quale può essere, giusto per fare un esempio, quello demografico.

Chi scrive, ha fatto nero, ma proprio nero nero, Giuseppe Fattopace un giorno sì e l’altro pure, quando Casertace ha affrontato i nodi terrificanti della gestione finanziaria e delle politiche di bilancio del Comune di Caserta, dove il Fattopace presiede da anni il collegio dei revisori dei conti. E manco bene lo abbiamo trattato quando svolgeva la funzione di tesoriere provinciale del Partito Democratico, non riuscendo a nostro avviso ad essere doverosamente fermo ed energico di fronte alle forme fantasiose con cui l’uomo che ci è largamente più simpatico nella politica provinciale, cioè l’amico Giovanni Cusano, scherzosamente da noi chiamato, John milletrasole.

Dunque, tacciabili di tutto eccetto di essere stati o di essere oggi amici di Giuseppe Fattopace. Però, questo qui almeno ha una storia e soprattutto una logica nel tempo presente rappresenta una qualità, nel momento in cui collega il suo agire agli interessi politici ed elettorali del partito di cui fa parte, al punto che non siamo rimasti affatto stupiti nel momento in cui, in un comune di popolazione inferiore ai 15mila abitanti, qual è Capodrise, dov’è largamente più utile indossare gli abiti paraculeschi e paraculanti “del civico integrale”, lui abbia voluto presentarsi sotto le insegne del PD.

Per cui, noi non sappiamo se Fattopace, ritornando a fare il sindaco di Capodrise, sarebbe una buona guida per la sua città. Non lo sappiamo in quanto siamo abituati a valutare i fatti, l’elaborazione e l’esecuzione di una politica di governo. Ma di una cosa siamo sicuri già oggi: uno come Giuseppe Fattopace è attrezzato ad avere un rapporto politico-istituzionale con il Comune di Marcianise, così come con i comuni confinanti, tale da mettere al riparo Capodrise da ogni forma di sudditanza. Perché, attenzione, quando noi parliamo di colonizzazione, sosteniamo, al contrario di quanto possa apparire:  concento, anzi concretissimo. Velardi è isolato politicamente, ma attorno a lui ha una pletora di imprenditori marcianisani, che magari oggi a Capodrise non sono potuti andare e che invece con un Negro condizionabile da Velardi, potrebbero divenire centrali nelle dinamiche urbanistico-edilizie.

Questa sarebbe una colonizzazione a tutti gli effetti, quand’anche non formalizzata da un atto pubblico. E siccome Fattopace non è nato ieri, riteniamo che abbia ben presente davanti a se questo pericolo e probabilmente lo farà divenire un argomento della sua campagna elettorale.