ZANNINI UNO, TRINO E IN OGNI LUOGO. E ti pareva: dopo il genero, è stata assunta anche la figlia di Pasquale Capriglione

18 Maggio 2024 - 14:12

Quello che è stato un vero e proprio refugium peccatorum, ovvero i concorsi della provincia di Caserta, stravolti da un doppio Piano del personale voluto da Magliocca, vedono nella graduatoria degli idonei e quindi in posizione per un’assunzione in un altro ente, in questo caso il comune di Casaluce dello zanniniano sindaco Luongo, la figlia dell’imprenditore dei servizi sociali – da tempo connesso al consigliere regionale – travolto da un’inchiesta sugli interessi del clan dei Casalesi nel settore

CASALUCE (g.g.) – Inutile illustrare i contenuti di premessa di una determina che è uguale a tante altre: “Abbiamo chiesto al Cub, non ci hanno risposto, pitipin pitipan. Anzi, ci hanno risposto e hanno detto che non hanno un solo amministrativo in organico ancora disoccupato pronto a utilizzare la priorità di assunzione a cui i Comuni dovrebbero sottostare per norma di una legge regionale”.

“Poi abbiamo aperto le nostre porte ad altri Comuni titolari di graduatorie di idonei, pitipin pitipan, ci hanno risposto da Valle di Maddaloni e Galluccio e hanno detto che non hanno trovato persone pronte ad andare al Comune di Casaluce”.

Insomma, la solita solfa, che sa tanto, ma proprio tanto, di decisione sull’assunzione già stabilita a priori. E dunque, viva il refugium

peccatorum. Qui ci vogliono le graduatorie dell’amministrazione provinciale di Caserta, quelle sortite dai concorsi più scandalosi, più illegali e più irregolari che la storia di questa terra, ma anche di tutte le altre terre emerse di Italia, sia in grado oggi di classificare e di ricordare.

Manco a dirlo, su chi cade la scelta della nuova istruttrice direttiva contabile del Comune di Casaluce? Nientepopodimeno che su Giulia Capriglione, figlia di Pasquale Capriglione, un corpo e un’anima con Giovanni Zannini.

Su Capriglione si narra di una mattinata rovente di due estati fa quando, dopo essere stato colpito da pesanti avvisi di garanzia da parte della DDA di Napoli e da una sequela di interdittive antimafia, si tolse la maglietta alla maniera di Francesco Totti quando ciò si poteva ancora fare (“Vi ho purgato ancora”), e proruppe nella frase fatale: “Sappiate bene che se prendono me, io vi canto tutti”.

Non possiamo assolutamente azzardare ipotesi sull’identità o sulle identità che si nascondevano dietro alla particella pronominale “vi“.

Sarà stato un caso, non sarà stato un caso, pitipin pitipan, avrebbe detto Cetto Laqualunque di fianco a Fabio Fazio, fatto sta che la madre misericordiosa materializzatasi nelle icone di Giorgio Magliocca e Giovanni Zannini assunse, – attraverso quell’operazione a dir poco scandalosa del Piano del Fabbisogno del Personale approvato e poi modificato e stravolto nel giro di un anno – il fidanzato e al tempo promesso sposo di Giulia Capriglione, nonché aspirante genero di papà Pasquale, ovvero il signor Emilio Pellegrino, entrato dopo essersi classificato al 17esimo posto che, in quel caso, fu numero fortunato (CLICCA E LEGGI).

Mai e poi mai avremmo pensato che, oltre il Pellegrino, al concorso avesse partecipato anche la fidanzata Giulia Capriglione. D’altronde, siccome la graduatoria degli idonei non assunti è top secret sarebbe stato impossibile.

Risultato: Giulia Capriglione è una nuova dipendente a 36 ore settimanali e a tempo indeterminato del Comune di Casaluce, città guidata dal sindaco Francesco Luongo, un altro amico del cuore di Giovanni Zannini e insieme a lui frequentatore – come riporta la foto che pubblichiamo in alto insieme a quella di Giulia Capriglione – della vita serotina e notturna in quel di Baia Domizia.

E così il sistema si perpetua. E non ci venite a dire che Zannini non fa altro che massimizzare possibilità che la legge offre agli enti locali, e agli enti pubblici più in generale, di attingere a graduatorie speculari di altri enti pubblici e altri enti locali.

Questo è vero, ma se nessun altro politico si è mai sognato, neanche lontanamente, di arrivare a questa autentica catena di montaggio delle graduatorie incrociate non è perché gli altri politici siano più fessi di Zannini. Non l’hanno fatto perché occorre una specialissima attitudine per utilizzare una legge che nasce come opzione, come possibilità che non può e non deve diventare sistemica.

Occhio, quando diventa sistemica, si costella di fatti, di atti, di conversazioni, di ragionamenti tra chi regge il teatrino degli incroci magici e chi ne deve beneficiare volta per volta. Non può non essere così. Per fare ciò che sta facendo Zannini occorre una mentalità che ti porta a dover utilizzare dei veri e propri database colmi di clienti politici o aspiranti tali.

E dentro a questo meccanismo ci possono essere atti e fatti di discutibile legalità. Come abbiamo sempre scritto, il sistema Zannini, per come è concepito, avrebbe meritato controlli maggiori rispetto a quelli realizzati dalle autorità titolari del potere e dell’obbligo costituzionale dell’azione penale.

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