22 ARRESTI. LE FOTO S.MARIA C.V. 500 euro a settimana nelle tasche dei Bellagiò. Sequestrati conti correnti e…

4 Dicembre 2019 - 12:15

SANTA MARIA CAPUA VETERE –  Un giro di spaccio di sostanze stupefacenti sotto il completo monopolio della famiglia Del Gaudio, detti Bellaggio’, di Santa Maria Capua Vetere. Ventuno persone sono state arrestate dopo una indagine dei carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere. Tra gli arrestati anche Ferdinando Del Gaudio, ritenuto il promotore dell’organizzazione, e sua sorella Sonia, finita ai domiciliari. Agli indagati vengono contestati i reati di associazione per delinquere dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish nonche’ plurimi episodi in concorso di detenzione e spaccio. L’indagine, avviata nell’ottobre 2016 e conclusa nel luglio 2017, grazie a intercettazioni telefoniche, pedinamenti e dichiarazioni rese anche da uno degli indagati, ha permesso ricostruire la filiera dello spaccio che avveniva a Santa Maria Capua Vetere e zone limitrofe.

Nelle foto, in alto, da sx, Biagio De Gennaro, Ferdinando Del Gaudio, Sonia Del Gaudio, in basso, da sx, Gerardo Gravante e Vincenzo Papale

A capo dell’organizzazione secondo gli inquirenti vi era Ferdinando Del Gaudio che non solo si occupava dell’approvvigionamento degli stupefacenti e dello spaccio, ma imponeva anche agli altri spacciatori della zona l’acquisto e il prezzo della droga. Il rifiuto significava minacce oppure il divieto assoluto di spacciare in quel territorio. Legati ai Del Gaudio, ma non in condizioni di parita’, vi erano altri due sottogruppi che cedendo le singole dosi ai consumatori. Come emerso dalle intercettazioni telefoniche, gli indagati erano soliti usare un linguaggio criptico durante le conversazioni, e al telefono la droga diventava “auto, macchine, scarpe e telefono”. I luoghi in cui veniva consegnata la droga erano sempre gli stessi, la zona esterna dell’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e noti bar del posto. I guadagni per i promotori, a seconda della sostanza ceduta, arrivavano anche a 500 euro settimanali. A dieci degli indagati sono stati sequestrati anche conti correnti, un’auto, contratti assicurativi e conti deposito.