3 ARRESTI. Da strozzino a vittima di usura. Interessi fino al 95% sui prestiti in pieno LOCKDOWN

4 Maggio 2021 - 19:58

CESA – Ottiene in prestito circa 65.000 euro e viene costretto a restituirne, solo a titolo di interessi pretesi, oltre 172.000, con un tasso usurario del 95%. E’ una squallida storia di usura quella ricostruita con l’operazione “Dirty Cash” dai finanzieri del Gruppi di Cassino (Frosinone), coordinati dal sostituto procuratore Cesare Sirignano della procura presso il Tribunale di Napoli Nord (LEGGI QUI IL NOSTRO PRIMO ARTICOLO).

Le indagini sono partite dalla denuncia di un commerciante di Cassino che sosteneva di essere oggetto di usura da parte di un imprenditore edile di Cesa ma dagli accertamenti svolti e’ emerso uno scenario decisamente piu’ complesso: era l’usuraio ad essere vittima di altre persone e quindi alla disperata ricerca di liquidita’. Infatti, dopo aver ottenuto prestiti per decine di migliaia di euro con interessi superiori alla soglia legale, cui non riusciva a fare fronte, l’imprenditore entrava in una spirale perversa, rivolgendosi ad altri strozzini, precipitando sempre piu’ nel baratro della disperazione.

In pieno lockdown e nonostante le restrizioni la vittima cercava a tutti i costi di incontrare persone disposte ad offrirgli il denaro che doveva restituire, poiche’ era sottoposto a continue intimidazioni e minacce da parte dei suoi ‘creditori’, anche tramite l’utilizzo di armi. In particolare, uno dei “cravattari” pretendeva come saldo dei debiti residui l’abitazione della vittima, una villa del valore di oltre 800.000 euro, prospettando, in caso di mancato rispetto dei termini per i pagamenti delle somme pattuite, ritorsioni anche nei confronti dei familiari.

All’esito delle indagini, il gip del Tribunale di Napoli, Raffaele Coppola, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di R.B., 50 anni, residente a Casandrino (Napolo), e degli arresti domiciliari nei confronti di A.F., 60 anni, e di M.B., 65 anni, residenti a Sant’Antimo (Napoli), accusati dei delitti di usura ed estorsione aggravate dallo stato di bisogno, dall’esercizio dell’attivita’ imprenditoriale e dall’utilizzo di armi.