45 telefonini e droga nel carcere di S.MARIA C.V. Condannato Gaglione “cipolla”. Nei guai operatore socio-sanitario

23 Gennaio 2025 - 12:25

Il verdetto pronunciato dal Gip-Gup Emilio Minio

CAPODRISE – È detto “cipolla”, come il personaggio interpretato da Enzo Salvi in un vecchio cinepanettone.

Francesco Gaglione, 34enne di Capodrise, si è segnalato nel tempo per la commissione di una serie di reati, tra i quali detenzione illegale di armi e traffico di orologi.

L’ultima delle sentenze che lo hanno riguardato lo collega direttamente a un giro copioso di telefonini cellulari introdotti illegalmente nel carcere di S.Maria C.V., insieme a sostanze stupefacenti che lui spacciava all’interno dello stesso penitenziario.

Ed è per questo motivo che il Gip Emilio Minio lo ha condannato alla pena di 5 anni e 8 mesi di reclusione, concedendogli la continuazione per i reati compiuti in violazione degli articoli 391 ter (telefonini), 73 e 80 del Dpr 309/90 (hashish in carcere) e degli articoli 319, 320 e 321 del Codice Penale, che riguardano i reati di corruzione, commessa in concorso con Alessandro Salma, Oss in servizio nel penitenziario sammaritano, a sua volta imputato con posizione stralciata. Questi, svolgendo una funzione pubblica, avrebbe commesso, sempre in concorso, anche i primi due reati, introducendo 39 microcellulari marca L8Star, 6 smartphone Motorola, un telefono marca POCO, 5 spine caricabatteria con cavi USB e 2 schede sim e quantitativi di hashish (facendoli cadere in dei pantaloncini a doppio fondo usati da Gaglione).

L’imputato, evidentemente, distribuiva i cellulari ad altri detenuti anche a reparti diversi dal suo, il “Rio”. E così faceva anche con la droga.

In un’occasione ha fatto cadere la bustina dalla saletta della socialità del citato reparto Rio a quella del reparto “Tevere”.

Il Pm, nella sua requisitoria pronunciata durante il processo sviluppatosi con giudizio immediato e rito abbreviato, aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione, mentre l’avvocato difensore Massimo Trigari aveva invocato l’applicazione delle attenuanti generiche.

Nella biografia criminale di Gaglione si legge anche di rapporti da lui avuti con esponenti del clan Belforte.