5 ARRESTI E 1 MILIARDO DI FATTURE FALSE. Ecco come alcune pompe di benzina del casertano avevano prezzi stracciati

26 Marzo 2024 - 13:37

CASERTA – Cinque persone arrestate, 59 indagati e sequestro da 300 milioni tra soggetti e 13 società.

Questo è il risultato dell’importante indagine su una presunta maxi operazione di evasione fiscale, compiuta da un gruppo di imprenditori e professionisti del settore del carburante.

Una truffa che avrebbe portato molte pompe di benzina casertane, ma anche campane e sparse nel resto d’Italia, a poter presentare prezzi scontati ai propri clienti.

Avendo acquistato benzina che il loro fornitore vendeva a importi più bassi, visto che non pagava l’IVA, anche i proprietari delle cosiddette pompe bianche, ovvero le aziende di distribuzione di benzina che non fanno riferimento alle grandi multinazionali, potevano a loro volta abbassare il prezzo del carburante alle pompe sulle strade e, quindi, ricevere un numero più alto di clienti, invogliati dalla possibilità di risparmiare su benzina e diesel, prodotti che in questi anni hanno subito un aumento considerevole dal 2020 in poi.

Secondo quanto scoperto dalla guardia di finanza, le società acquistavano la benzina dalla Croazia e dalla Slovenia, attraverso delle società cosiddette cartiere, ovvero utili solo a fare da tramite tra il venditore e il compratore finale.

Proviamo a fare un esempio: la società croata o slovena vendeva a quota 100 la benzina all’impresa cartiera ics

srl. Su questa transazione la ics srl non paga l’IVA, a seguito di una legge europea che prevede che tra due società UE non si vada a pagare l’Iva, che verrà poi “pesata” sul territorio nazionale.

Sempre la nostra ics srl, la ditta cartiera, poi, rivendeva sul territorio nazionale questo carburante, proponendo un prezzo più basso di 100, IVA esclusa. Ricevendo il pagamento complessivo di 120, si giungeva ad un guadagno di 20, visto che le ics srl poi non versava l’IVA, e da qui il reato, mettendosi in saccoccia tutti i 120 dell’importo complessivo.

Chiaramente, non si parla di una sola impresa, ma di diverse società e anche di moltissime fatture false per il trasferimento della benzina tra le società fasulle e i beneficiari di questo giro di danaro.

Le società “cartiere”, infatti avrebbero emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di oltre 1 miliardo di euro determinando un’evasione dell’IVA di oltre 260 milioni, secondo quanto scoperto dalla guardia di finanza nell’inchiesta a cui ha partecipato anche il Nucleo di polizia economico finanziaria della GDF di Caserta, guidato dal tenente colonnello Corradini, con le indagini seguite dal maggiore Florio.

Chiaramente, massimo riserbo per ora sui nomi dei 5 arrestati, ma si tratterebbe di soggetti quasi tutti provenienti del dal napoletano, ovvero gli organizzatori di questa maxi truffa.

Tra le 59 persone indagate tanti sono anche casertani. Ma per questi soggetti provenienti da Terra di Lavoro, il ruolo sarebbe stato quello di teste di legno, a cui attribuire la proprietà fittizia delle società.