5 Stelle sciuè-sciuè. L’Unpli continua a prendere quattrini a palate per il Servizio Civile e il quasi ministro grillino avalla

28 Giugno 2019 - 16:44

CASERTA (g.g.) – C’era la fondata speranza che l’avvento al governo del paese del Movimento 5 Stelle e l’idea che questo avrebbe mantenuto almeno il 5% dei propositi espressi quando contestava il “sistema”, riproponendo in pratica lo slogan con cui Guglielmo Giannini titolò la prima edizione del suo giornale L’Uomo qualunque: “Abbasso tutti”. Tra poco sarà giusto dire, rivolgendoci i grillini, “Abbasso tutti, compreso voi”.

A guardar bene l’elenco delle strutture del governo nazionale si notano curiose coincidenze. Una ci ha colpiti particolarmente: due dei dipartimenti più importanti della Presidenza del consiglio dei ministri, che una volta venivano definiti “ministeri senza portafoglio”, quello alle Politiche giovanile e servizio civile universale e quello alle Politiche per il sud, sono monopolizzati da Afragola e dintorni: Pina Castiello, per volontà del suo mentore Enzo Nespoli, dovrebbe essere la persona in grado di mettere a punto politiche e indirizzi a sostegno dello sviluppo di un sud di cui si parla e si scrive da più di 150 anni e che non è riuscito neppure a Gaetano Salvemini, però non si sa mai, magari la Castiello possiede anche doti diverse a quelle che universalmente le sono riconosciute.

Alle Politiche giovanili, stavolta per nomina dei 5 Stelle, c’è un afragolese doc, più afragolese della Castiello, la quale è un assimilata proveniente da Caivano: stiamo

parlando di Vincenzo Spadafora, eletto in Parlamento il 4 marzo 2018 nella lista del M5S. Spadafora maneggia, tra le altre cose, anche la delicata maniera del servizio civile. Sia quello relazionato agli schemi organizzativi e d’intervento a livello nazionale, sia quello che stabilisce e costruisce il contributo italiano ai progetti che coinvolgono, assieme all’Italia, strutture di servizio civile, ubicate in altri paesi.

Il problema serio del servizio civile in Italia è costituito dal fatto che da anni, non solo il ministero, ma anche il ministero eroga soldi all’Unione nazionale Pro loco d’Italia, la quale, con la scusa che il servizio civile può essere un adeguato presidio alla nobile ragione della tutela del territorio, dei luoghi dell’arte e della cultura popolare italiana, ha gestito e gestisce tanti quattrini per realizzare i corsi di formazione.

Nelle scorse settimane, l’accesso agli atti, chiesto e ottenuto da chi lavora da anni per scoperchiare questo pentolone puzzolente, ha indicato che sono 1800 all’anno le persone oggetto di formazione, si tratta di giovani per i quali la Presidenza del consiglio eroga 90 euro cadauno all’organizzazione Unpli. La formazione è gestita da un ufficio unico. I lettori di CasertaCe stanno avanti rispetto agli altri. Se tu domandi infatti ad uno che solitamente è, parafrasando una famosa canzone dei Pooh, perduto nel Corriere della Sera, dove si trova la sede dell’Unpli – Sezione Servizio Civile, ti risponderà che si trova a Roma, vicino all’ufficio della Presidenza del consiglio, da cui, in sostanza, funzionalmente dipende. I lettori di CasertaCe, che perduti non sono, sonno invece che la sede nazionale (chissà perché non hanno messo quella internazionale e intersiderale) dell’Unpli-Servizio Civile è stata per anni insediata a Contrada.

Solo in quanto campani abbiamo la fortuna di sapere, seppur in maniera non molto precisa, che si tratta di un ridente (o piangente) comune irpino.

Abbiamo visto nel XX° secolo che città artificiali sono diventati capitali per motivi amministrativi: Brasilia, Canberra, L’Aia e Bonn (fino al 1989). Anche Contrada è diventata capitale, perché lì abita l’ex presidente nazionale dell’Unpli – Servizio Civile Mario Perrotti. E d’altronde questo è un uso-costume consolidato dell’Unpli. Giusto per fare un altro esempio, a Sant’Arpino, nella casa di Franco Pezone (come dimostreremo presto in tribunale) c’è stata la sede provinciale di tutta l’Unpli locale, non solo della sezione Protezione Civile.

Riannodiamo il filo del discorso iniziale, oggi, anno del signore 2019, il dipartimento Servizio Civile della Presidenza del consiglio dei ministri, se tu come cittadini chiedi di conoscere come sono spesi i finanziamenti erogati all’Unpli-Servizio Civile, loro ti risponderanno, come hanno risposto, mettendolo per iscritto, non è tenuto a chiedere documenti (leggasi fatture) necessari a una rendicontazione di spesa, come, aggiungiamo noi, è solidamente previsto come principio indiscutibile e come prassi conseguente da diversi pronunciamenti della Corte di cassazione.

In poche parole, Perrotti ha incassato dal 2008 al 2012, circa 400 mila euro, presi dalle casse riempite dalle tasse degli italiani. Li ha presi senza rilasciare neppure uno scontrino, un foglietto di carta come quello che portavano ai tavoli fino qualche anno fa alcuni ristoranti scalcagnati, ma non solo, con i quali a penna, dentro i quadretti veniva comunicata l’importo del conto fantasma.

Ora, che questo comportamento sia stato esercitato dai governi di centrodestra e centrosinistra va bene, ci sta. Non ha caso 5 Stelle ha raccolto alle elezioni politiche più del 30% dei voti. Li ha raccolti perché ha dichiarato e ha convinto le persone che certe cose in Italia sarebbero finite. E invece, oggi il M5S gestisce la relazione tra il governo e l’Unpli-Servizio Civile esattamente come la gestivano i governi che i grillini hanno appeso al muro in ani di propaganda, di meet-up e altre pippe assortite.

L’unico sussulto di vitalità il ministero l’ha avuto, e non poteva essere altrimenti perché siamo vicini alla comunicazione di una notizia di reato, quando gli è stato detto di controllare certi maneggi in atto negli uffici della Regione Campania, dove giravano (e girano ancora) fatture riconducibili a spese del Servizio Civile. Riconducibili significa che si tratta di documenti “versatili” che magari sono entrati, usciti e rientrati ancora sull’asse Unpli-Regione Campania.

Di fronte a questa sollecitazione, finanche Spadafora non ha potuto far altro che chiedere lumi agli organismi formalmente costituti dell’Unpli Nazionale che dovrebbero rispondere ogni giorno e ogni minuto alla Presidenza del consiglio.

Sapete cosa hanno fatto gli uffici Unpli? Quello che hanno fatto sempre, non se ne sono fregati una cippa. La loro sufficienza, la loro arroganza crescono in misura direttamente proporzionale all’incedere inquietante del tempo dentro al quale non abbiamo avuto, di fronte a questo sperpetuo, la soddisfazione di poter scrivere che un’autorità giudiziaria si sia mossa per accertare i fatti. Per carità, non per cercare necessariamente colpevoli, rei, per fare questo e per fare contemporaneamente anche l’altra parte del lavoro, cioè cercare elementi per stabilire già a monte, in sede dell’esercizio dell’azione penale di tutte queste mammolette, cioè Perrotti, Pezone, quella di Caiazzo che non volgiamo nominare, altrimenti qualcuno ci dice che una volta o l’altra ce la troveremo sulla coscienza.

Il senso d’impunità. Questo e solo questo può consentire ad un organismo dello Stato che opera su mandato diretto, di ignorare la richiesta di informazioni operata dal ministero da cui dipende. Il guaio più grande è che il ministero caduto nel vuoto, non manda i carabinieri ma fa spallucce e fa finta di nulla.