9 ARRESTI. Traffico di relitti di yacht di lusso. Coinvolti avvocati ed imprenditori

16 Giugno 2020 - 11:00

CASERTA –  I carabinieri di Santa Margherita, in collaborazione con i militari dei comandi di Genova, Napoli, Caserta, Avellino e Massa Carrara, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone nell’ambito dell’operazione “Caronte”, relativa ad un traffico di relitti di yacht di lusso. L’attivita’ illecita e’ partita a seguito della mareggiata del 2018 in cui andarono distrutte piu’ di 400 imbarcazioni ormeggiate nel porto di Rapallo. Contestualmente i carabinieri di Genova stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca di oltre 3,5 milioni di euro per gravi reati, anche aggravati dal metodo mafioso. Nell’inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, i vertici del porto di Rapallo.

L’ordinanza e’ stata emessa dal gip di Genova su richiesta della locale Direzione distrettuale Antimafia: gli arrestati dovranno rispondere a diversi reati: attivita’ organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato in concorso, violenza privata aggravata dal metodo mafioso, omicidio colposo, calunnia, illecita concorrenza con violenza e minaccia, nonche’ intermediazione illecita di manodopera.

La misura cautelare è stata emessa a carico di sette uomini e due donne, alcuni gravati da precedenti di polizia, tra cui imprenditori, avvocati e professionisti nel settore della nautica ritenuti a vario titolo coinvolti nel trasporto, stoccaggio, gestione e smaltimento illecito di rifiuti relativi alle imbarcazioni distrutte dalla mareggiata epocale che ha colpito la città di Rapallo  il  29-30 ottobre 2018 allorquando 435 imbarcazioni vennero distrutte o affondate dai marosi. Gli stessi avevano posto in essere un elaborato sistema di gestione illecita di rifiuti non curante del pericolo ambientale connesso all’inquinamento dello specchio acqueo di Rapallo e di due Siti di Interesse Regionale (S.I.R) nella Provincia di Massa Carrara, con un ricavo di oltre 3 milioni di euro, movimentando e gestendo circa 670 tonnellate di rifiuti non tracciati.

Ruolo determinante nell’attività illecita era rivestito da soggetto napoletano, pregiudicato, il quale avvalendosi del metodo mafioso e millantando contatti con soggetti appartenenti alla camorra e alla ndrangheta, aveva promosso e gestito l’intera filiera illecita con l’intento di penetrare il tessuto imprenditoriale ligure nel settore della nautica. L’attività dei Carabinieri con il contributo nelle fasi iniziali della Capitaneria di Porto di Genova, supportata da attività tecniche di investigazione, è stata coordinata dalla DDA presso la Procura della Repubblica di Genova (procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio e sostituto procuratore Andrea Ranalli) e l’ordinanza è stata emessa dal gip Claudio Siclari del Tribunale di Genova.