Contestata la promiscuità col PS

27 Marzo 2018 - 00:00

CASERTA – E’ un quadro a tinte fosche quello che emerge da una accorata lettera scritta dai dirigenti medici in servizio presso l’Uoc della Pediatria, a cui si associa il Pronto Soccorso Pediatrico.

Una missiva che denuncia una quasi totale inadempienza delle istituzioni ospedaliere, sia sul fronte della dotazione di personale, totalmente inadeguato e non formato secondo quanto imposto dalla legge per questo tipo di reparti ospedalieri, sia su quello strutturale, addirittura disastroso, a partire dalla necessità di far convivere il Pronto Soccorso pediatrico con quello generale.

Una combinazione, secondo i medici della Pediatria, assolutamente inconciliabile e inconcepibile.

L’elenco delle carenze fisiche dei luoghi in cui si presta il servizio di Osservazione Breve Intensiva dei bambini che vanno dai 28 giorni ai 14 anni è impressionante, sia per quantità sia per contenuto:
in 27 metri quadrati ci sono tre bombole di gas compresso (ossigeno), situazione non conforme a quanto stabilito da una delibera del novembre 2016;

manca una presa di ossigeno a muro per gas medicale;

nel locale adibito a PS pediatrico ci sono due finestre: una rotta, l’altra non apribile in quanto affaccia sulla rampa di accesso delle auto al PS generale, con conseguente inalazione di gas di scarico da parte del personale medico, paramedico e dell’utenza;

di conseguenza, le attezzature in funzione continuativa, come la stampante, non sono utilizzate in ambiente ventilato;

il climatizzatore presente nel locale è guasto nonostante i ripetuti interventi di manutenzione;

i locali non sono di una metratura adeguata all’affollamento;

considerando queste stesse dimensioni, il raggio di apertura della porta d’ingresso spesso espone a rischio sia il personale sanitario che l’utenza;

il servizio igienico, con apertura diretta nella stanza in cui si effettuano le visite, è sprovvisto tanto di finestra quanto di ventilazione artificiale;

infine, sia i genitori che accompagnano i bambini sia i bambini stessi in attesa, sono testimoni incolpevoli di scene traumatiche di pazienti feriti e sanguinanti in accesso al PS generale nonchè testimomi delle ricorrenti scene di maleducazione e violenza che lì si consumano.