Avvocati super dirigenti all’Asl di CASERTA. TUTTI I NOMI dei 145 ammessi e dei 90 non ammessi. Carlo Marino, Ciro Foglia ma non solo

25 Maggio 2020 - 15:20

Nell’articolo forniamo anche le coordinate del modo con cui affronteremo questa vicenda di cui oggi scriviamo il primo capitolo serio, dedicandoci soprattutto a quello che noi consideriamo “il caso di Carlo Marino”

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Se questa notizia la guardi da un certo punto di vista, bisognerebbe già scrivere un articolo molto lungo. Il punto di vista è quello rappresentato dalla storia dei concorsi pubblici in provincia di Caserta e in special modo di quelli effettuati all’interno delle aziende pubbliche che erogano i fondamentali servizi di sanità. Negli anni, infatti, tra asl e Aorn Sant’Anna e San Sebastiano, “abbiamo visto cose che voi umani….“.

Ma noi non dobbiamo offrire più il destro a chi legge i nostri articoli per strumentalizzarli e per rimproverarci, perchè metteremmo a loro dire, a detta di quelli che hanno la coscienza sporca e che hanno trasformato i loro armadi in un vero e proprio scheletrificio, come si suol dire, sempre o quasi sempre, il carro davanti ai buoi.

Noi rispetto al passato, dobbiamo, allora, correggere il tiro, rimanendo rigorosamente legati alle valutazioni che l’evidenza dei fatti già esplicitati dagli atti amministrativi erogati, consentono di fare e che si ha il pieno diritto di fare in nome della democrazia e della libertà di pensiero.

Al di la non dobbiamo andare per eliminare l’arma, quand’anche spuntata, di chi reagisce ai nostri articoli, affermando che CasertaCe si muove in base ad una pregiudiziale generale sulla “commestibilità” della pubblica amministrazione locale sul terreno della correttezza e su quello, ancora più impegnativo e delicato, della legalità.

Ciò, oltre ad eliminare quell’arma di difesa che porta chi diventa oggetto dei nostri articoli a buttarla in caciara, sollevando il problema della eleganza di certi nostri termini, renderà la denuncia finale molto più nitida anche agli occhi di chi, bontà sua, dovesse ritenere eventualmente, che dal lavoro di inchiesta di questo giornale, vengano fuori gli elementi per esercitare l'”azione penale” costituzionalmente prevista.

Ma la scelta di osservare, analizzare prima di arrivare a conclusioni sostanziali e sostanziose, comporta, per noi, un ulteriore sacrificio in termini di lavoro perchè nel momento in cui sospendiamo la maggior parte delle valutazioni, di fronte ad un bando di gara delicatissimo, com’è sicuramente quello che gira in questi giorni e di cui abbiamo già fatto cenno, relativo all’assunzione a tempo indeterminato di 3 dirigenti avvocati da inserire nei ranghi dell’asl, si rafforza la necessità di seguire passo passo l’intera procedura, badando che questa rimanga sempre in superficie a disposizione degli occhi e del giudizio dei cittadini e non scompaia per poi ricomparire dopo qualche tempo, come un fiume carsico che si trasforma, quando scorre sotto terra. 

All’interno della delibera firmata dal direttore generale dell’asl Ferdinando Russo, co-firmata dal direttore sanitario Pasquale Di Girolamo Faraone e dall’amministrativo Amedeo Blasotti, dopo che l’intera pratica è stata istruita dalla dirigente al personale Concetta Cosentino, leggerete i nominativi di 241 persone. Non diciamo di 241 avvocati perchè abbiamo scoperto che tra le cause di esclusione ab origine, legate alla semplice valutazione dei requisiti presentati in sede di istanza, si sono registrati due o tre casi in cui, secondo l’asl, qualcuno degli aspiranti on era neppure iscritto all’ordine forense. 

Di questi nomi, 145 sono stati ammessi al concorso, 90, come detto, esclusi e sei ammessi con riserva. La maggior parte non li conosciamo. Nel senso che non possiamo esprimere una valutazione di opportunità, collegata al conflitto di interessi, nel momento in cui questo non investe l’area della illegittimità o della illegalità a che una persona possa o non possa partecipare ad un concorso, ma si sviluppa attraverso un comportamento non consono a chi svolge funzioni di tipo istituzionale, in un’area del territorio corrispondente a quella in cui l’asl esplica la sua potestà per le competenze che la Regione le attribuisce.

Però, qualche nome c’è su cui ragionare già in questo primo articolo. Uno in particolare. Diciamo che Carlo Marino, sindaco di Caserta, ha il diritto di chiudere il suo studio professionale che si trova ad un passo dal comune, e in cui ha ereditato molto del know-how dell’autorevolissimo suocero, avvocato Delio Iorio, magari continuando a dare consigli a chi in quello studio ha lavorato negli ultimi anni, ma cancellando la targhetta con il suo nome. Ammettiamo anche che questo disastro del covid ha messo in crisi l’attività professionale del sindaco di Caserta che ora, in età matura, essendo rimasto sostanzialmente disoccupato, va a cercarsi un lavoro, partecipando ai concorsi che si svolgono e che riguardano le sue competenze professionali.

Detto questo, cioè eliminata la parte dei nostri articoli attraverso cui spesso, come si suol dire, “ci portiamo il lavoro avanti” e ne cantiamo 4, oppure 8, spesso anche 100, senza star lì ad autolimitarci e a centellinare il lessico, non possiamo non affrontare il discorso dello status di entrambi i soggetti pubblici coinvolti in questa storia: l’asl di Caserta e il sindaco del capoluogo.

Esiste un’interazione tra queste due persone amministrativamente viventi ed entrambe impegnate a sviluppare funzioni e potestà sul medesimo territorio? Certo che esiste.

Giusto per dire, un paio di cose tra le tante, che si possono affermare, perchè poi eventualmente ne potremo segnalare molte altre,  il sindaco di Caserta, come tutti gli altri 103 della provincia, fa parte, in una posizione di autorevolezza di fatto, dell’assemblea delle fasce tricolori che per statuto asl avrebbe il dovere di svolgere un’attività di controllo attraverso propri organismi costituiti, su ogni attività dell’azienda sanitaria. Poi, se il ricottificio casertano, fa sì che questo organismo ufficiale dell’asl non funzioni e se ne parli solo quando c’è da distribuire cariche che poi sono utili solo a chieder favori ai direttori, questo è un altro discorso.

Non ne parliamo poi delle normali e formali interrelazioni tra l’istituzione, stiamo sempre parlando delle asl, attraverso cui la Regione gestisce l’erogazione dei servizi sanitari nei territori, e i sindaci (tra cui Carlo Marino) che, ricordiamo, in nome e per conto dello Stato a cui si relazionano attraverso le prefetture, sono gli unici, formali, ufficiali responsabili della sanità pubblica nel perimetro del loro comune.

Non è un caso dunque, che nei mesi del coronavirus, tanti sindaci abbiano firmato delle ordinanze proprio nell’esercizio di questa loro funzione di massima autorità di tutela della sanità pubblica. L’ha fatto anche Carlo Marino per gli assembramenti attorno ai baretti di via Ferrante e dintorni, come lo ha fatto nei giorni scorsi il sindaco di Perugia che ha decretato la chiusura dei locali alle 21, dopo che giovedì, reduci dalla reclusione domiciliare, i ragazzi si erano un pò sgranchiti le gambe e le mani assembrandosi, cioè dandosele di santa ragione, a modo loro, in una mega rissa.

Poi se sarà necessario, svilupperemo, come abbiamo annunciato prima, altri argomenti che rendono, a nostro avviso, sconcertante, il fatto che il sindaco di Caserta abbia deciso di partecipare a questo concorso dell’asl.

Per il resto, gli altri pochi nomi di cui conosciamo l’identità sono quelli del marcianisano Ciro Foglia, quello dell’ex sindaca di San Gregorio Matese Teodolinda Stocchetti e quello di Barbara Sciascia, figliola dell’ex procuratore presso la sezione regionale della Corte dei Conti, il casertano Michael Sciascia, da un pò di tempo in pensione, ma a quanto ci risulta, ancora pienamente attivo nei ranghi della commissione tributaria  provinciale.

il bando di cui stiamo scrivendo oggi fu pubblicato nel dicembre 2017. E diventò pienamente esecutivo già a febbraio del 2018, quando campeggiò nel burc della Regione Campania e comparì nella Gazzetta Ufficiale. Da quel momento ad oggi, sono trascorsi quasi due anni e mezzo e tanta acqua è passata sotto ai ponti. Quando fu partorito, infatti, alla direzione generale c’erano Mario De Biasio, storicamente legato da un rapporto di amicizia a Michael Sciascia. Una condizione che avrebbe reso imbarazzante l’assunzione dell’avvocato Barbara Sciascia. Ma non perchè questa non avesse le capacità di aggiudicarsi brillantemente un concorso, ma perchè quell’amicizia era risaputa soprattutto in certe stanze del dipartimento sanità della Regione Campania.

Ora, invece, siccome De Biasio non c’è più, anche l’avvocato Barbara  Sciascia potrà partecipare a questo concorso con più serenità e puntando sulla affermazione del principio della meritocrazia, già dimostrato quando ha ricoperto la carica di componente del nucleo di valutazione del comune di Caserta, sin dai tempi della sindacatura Del Gaudio, quando il suo papà era ancora procuratore.

Ripetiamo per l’ennesima volta, questo è solo il primo articolo, dei molti che presumibilmente dedicheremo a questa vicenda. Vieppiù delicata proprio perchè si sviluppa a pochissimi mesi di distanza dalle elezioni regionali.

Una nota a margine. Si vede che il buon Gigi Del Rosso non conta più un granchè. Anche suo figlio Maurizio, infatti, aveva presentato la domanda di partecipazione. Ma il suo nome, come potrete leggere nell’elenco che pubblichiamo integralmente in calce, all’interno della delibera, è tra i 90 già depennati. “Non dichiara le esperienze lavorative per la durata di 5 anni con rapporto di lavoro libero-professionale o di attività coordinata e continuativa presso enti o pubbliche amministrazioni“: questo il motivo ufficiale della sua esclusione.

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