OSPEDALE DI CASERTA. Ecco chi sono i 4 “finalisti” che si giocheranno, in questi giorni, la carica di direttore generale. Toh, chi si rivede, una nostra vecchia conoscenza

27 Maggio 2020 - 16:48

Dovrebbe trattarsi di una classifica dirimente dato che la Campania è uscita dal regime del cosiddetto “Piano di rientro”. Ma comunque sarà sempre la politica, solo la politica a scegliere con il sistema della lottizzazione

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) L’articolo 11 comma 5 bis della legge 35/2019 così recita: “Per le Regioni sottoposte alla disciplina dei Piani di rientro, il Presidente della regione effettua la scelta nell’ambito della predetta graduatoria di merito, anche prescindendo, previa adeguata motivazione, del relativo ordine.”

Nel decreto firmato da Antonio Postiglione e dal quale si possono estrarre i nomi dei “finalisti” del concorso per la nomina alla carica di direttori generali dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, c’è questo passaggio che, come tutti quelli che vengono pubblicati nelle noiosissime narrative o premesse, che dir si voglia, degli atti amministrativi, vengono sistematicamente ignorati dai più.

Noi, invece, costretti negli anni a farci il mazzo, massacrandoci nella decriptazione del burocratese stretto, le narrative le leggiamo, perchè sappiamo bene che lì si annida sempre qualche elemento interessante o qualche richiamo attraverso cui il dirigente indirizza la procedura in un’area da lui considerata, diciamo così, adatta. In questo caso, il passaggio è importante perchè serve a porci l’interrogativo sullo status attuale della Regione Campania, in relazione all’enorme buco economico della sua sanità e alla procedura lunga e penosa di commissariamento con tanto di Piano di rientro con il quale, in pratica, si è estirpato il tumore, ma per farlo, si è accoppato il paziente.

Se la Campania, infatti, è oggi formalmente fuori dal regime straordinario imposto dal piano di rientro, la condizione esposta dall’articolo 11 comma 5 bis della legge 35 non è applicabile. Dunque, il governatore De Luca non potrebbe prendere chi gli pare, all’interno delle graduatorie, così come queste si sono formate attraverso il giudizio della commissione esaminatrice, premiando con la nomina a direttore generale, ad esempio, chi occupa la settima o ottava posizione.

Oggi, questa gerarchia che dovrebbe essere meritocratica, andrebbe rispettata anche da parte del presidente della giunta regionale. Usiamo ancora il condizionale perchè quando si tratta di robe burocratico-amministrative è sempre meglio essere prudenti, perchè magari fratacchione ha formulato l’annuncio dell’uscita della Campania dallo status di regione commissariata, ma in realtà, in termini formali, questo status resisterà ancora per qualche mese. Ripetiamo, non lo sappiamo anche se lo stabiliremo, per cui ci manteniamo prudenti con il condizionale.

Se effettivamente siamo entrati nel regime ordinario superando anche formalmente i vincoli e le condizioni imposte dal piano di rientro, la nomina dei commissari esaminatori, operata da De Luca, così come pure ci informa l’appena citata narrativa, lo scorso 29 aprile, ha rappresentato un passaggio delicatissimo.

Vi spieghiamo il perchè: si sa bene che i nostri politici (e De Luca non sfugge a questa regola, tutt’altro, ne è un vero e proprio assertore accanito con le insegne altamente emblematiche della frittura di pesce) vogliono applicare lo spoil system all’italiana, cioè mettere chi gli pare e chi può ritornargli utile, nel controllo di tipo lottizzatorio degli enti pubblici, anche quando l’ipocrisia del nostro paese e di tutte le sue ramificazioni territorial-istituzionali, afferma il principio, in pratica mai applicato, del “vinca il migliore“. Buonanotte!

Il migliore deve sì vincere agli occhi dei nostri politicanti, purchè sia il miglior ricottaro, un vero artigiano in grado di padroneggiare i concorsi per i primari in stretta applicazione dei desiderata del governatore di turno e dei suoi ascari territoriali; il migliore nell’agile nonchè frequente trasferimento fisico dalla propria scrivania alla sede della Regione Campania, dove, al cospetto del governatore in persona o di qualche suo strettissimo collaboratore, è chiamato a capire l’antifona di una certa situazione, per andarla ad applicare poi con una certa “intelligenza” e cercando per quel che possibile di non dare nell’occhio.

Per cui, queste tre graduatorie (della prima ci siamo già occupati nell’articolo su Antonio Limone, CLIKKA QUI PER LEGGERE) hanno un peso maggiore di tutte le altre graduatorie, venute fuori dalle commissioni esaminatrici al tempo in cui la Regione Campania era ancora formalmente e sostanzialmente immersa nel piano di rientro.

Oggi, come abbiamo già scritto prima, a quanto ci risulta, avendo ascoltato qualche mese fa De Luca annunciarlo trionfalmente, con buona pace di una sanità pubblica praticamente distrutta, dovremmo trovarci in una condizione diversa e dunque De Luca dovrebbe aspettare l’esito del lavoro della commissione, peraltro da lui stesso ratificata, assorbendo rappresentanti di presunte istituzioni indipendenti come l’università che poi vai a vedere, vai ad approfondire e di relazioni improprie tra i commissari prescelti e ben definite aree della potestà regionale ne trovi ad iosa.

Insomma, la prima classifica degli esaminati per la carica di direttore generale dell’ospedale civile di Caserta dovrebbe essere (ribadiamo, utilizziamo il condizionale per i motivi sopra esposti) più dirimente di quanto non lo siano state le sue gemelle del passato che potevano essere ribaltate tranquillamente dal presidente della Regione. esponendo una motivazione di maniera.

Sono 8 i “sopravvissuti”, tra loro non c’è Enzo Iodice che pure ha provato e non poco, a riscattare la delusione patita l’anno scorso quando il suo nome, in pratica per lo stesso motivo di oggi, era saltato via, in extremis a causa di un veto perentorio opposto da Gennaro Oliviero, negli ultimi giorni, precedenti alla incoronazione del nuovo direttore generale dell’asl. Iodice paga la relazione simbiotica creatasi con Stefano Graziano, personaggio sempre più controverso, reduce da una serie di fatti non chiarissimi e non chiariti e oggi anche indagato per voto di scambio relativamente alle ultime elezioni del comune di Aversa.

Degli 8 pre-selezionati, sono 4 effettivamente a giocarsi la nomina, essendo stati valutati “buono +“: il medico, ci dicono anche docente universitario, Carlo Maria Gaudio, Gaetano Gubitosa, attuale direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera San Pio, ex Rummo di Benevento, uomo di totale fiducia di Mario Ferrante che lo ha voluto con lui, quando era dg di Caserta, per poi nominarlo, il primo marzo scorso, sempre a capo del settore amministrativo all’ospedale sannita dove Ferrante è divenuto, a sua volta, com’è noto, direttore generale.

E ancora, Germano Perito e, infine, una vecchia conoscenza, che ci fa piacere incrociare di nuovo: la “mitica” Laura Coppola (di cui tanto scrivemmo e di cui ci piacerà ricordare le gesta antiche), ai tempi in cui era dirigente, se non andiamo errati, del settore personale dell’asl di Caserta, vera e propria pupilla dell’allora direttore generale Paolo Menduni, il quale aveva ogni mattina l’onore fisso di doversi sciroppare il simpatico Angelo Polverino che lo aspettava immancabilmente sul marciapiede, vicino all’allora bar Madonna, ad un passo dall’ingresso principale dell’asl, proprio all’imbocco di corso Trieste, lato Monumento. Non è un caso che Laura Coppola lasciò l’asl di Caserta nella quale era arrivata in combinazione con Menduni, quando quest’ultimo non ne fu più direttore generale. Si trasferì a L’Aquila, dove invece il Menduni aveva lavorato, rischiando anche di passare qualche guaio ai tempi del terremoto, dove assunse la carica di direttrice amministrativa, che da pochi mesi a questa parte ricopre nell’asl calabrese di Cosenza con contratto triennale.

Questi 4 concorrenti hanno ricevuto dalla commissione esaminatrice la valutazione “buono +“. In poche parole, “sono più buoni“. Ma più buoni di chi? Sicuramente dei tanti che sono stati esclusi dal novero dei finalisti, ma anche degli altri 4 che in teoria potrebbero ancora giocarsi la partita, cioè di Massimo Barresi, che ad un certo punto era sembrato tra i favoriti anche per l’esperienza maturata per anni all’interno dell’ospedale civile di Caserta e per il radicamento tecnico-politico conseguente, Carmine Mariano, ancora oggi commissario dell’azienda e in teoria sostenuto da Gennaro Oliviero, il quale però siccome è un furbo mica da ridere, può anche darsi che abbia usato il nome di Mariano per depistare tutti.

Gli ultimi due dell’elenco degli 8 sono Maria Virginia Scafarto e Antonella Tropiano.

Aspettiamo l’illuminazione finale da re fratacchione.

POST SCRIPTUM. Un ultimo passaggio su Enzo Iodice: l’ipotesi di una sua nomina a direttore sanitario non viene ancora scartata. Ma si tratta solo di una voce, quand’anche ricorrente e detto con onestà e con franchezza, forse lui, a nostro avviso, sarebbe stato più adatto per la direzione generale che per quella sanitaria, carica che ha ricoperto al tempo per volontà di Domenico Zinzi all’ospedale di Marcianise, ma che diciamo non è propriamente nelle corde di una persona che, pur essendosi laureato in Medicina, ha scelto volontariamente di non fare mai il medico bensì il politico.

 

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