ISTITUZIONI TRASFORMATE IN CIRCO. Il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa non è riuscito ad utilizzare l’incompatibilità e l’ha tolta di mezzo in 3 minuti

8 Agosto 2020 - 18:04

Dieci giorni fa voleva farsela votare dopo aver presentato un ricorso al Tar, l’altro ieri ha smontato il palcoscenico, comunicando in pratica allo stesso consiglio che tra lui e l’amico Villano è tutto okay e che il ricorso è stato ritirato

CASAPESENNA (g.g.) – Dobbiamo necessariamente auto-condizionarci attraverso un adeguato training perché è giusto, nonostante tutto, affermare una verità incontestabile e cioè che stiamo parlando di personaggi appartenenti al genere umano e, in quanto tali, degni di essere rispettati, beninteso, come San Francesco d’Assisi, al pari di tutti gli altri esseri viventi del mondo animale e vegetale. Successivamente, dobbiamo pensare che una fascia tricolore, una funzione di rappresentante di un Paese seppur malandato moralmente e materialmente come l’Italia va pure rispettata a prescindere da chi la indossi, perché si presuppone che se uno o una la indossi, è perché lo può fare per legge. Per cui, rimaniamo solamente ai fatti. Una decina di giorni fa, rivelammo

la strategia del sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa il quale, per mettere al sicuro la sua carica da un’eventuale mancata elezione al consiglio regionale fece inserire improvvisamente, nell’ordine del giorno di un consiglio comunale già convocato, una causa di incompatibilità, determinata da un suo ricorso al Tar, su un diniego che, udite udite, il suo amico ex sindaco di Orta Di Atella, Andrea Villano, dirigente dell’Uffiico Tecnico di Casapesenna, gli aveva opposto sul permesso ad edificare qualcosa.

Sappiamo come sono andati i fatti: quell’articolo ha determinato un attenzione da parte delle forze dell’ordine, che sono andate al consiglio comunale per filmare e registrare (CLICCA PER LEGGERE). Per questo motivo, per questo motivo e nessun altro, il sindaco De Rosa ha ritirato la sua candidatura al consiglio regionale, già accettata nella lista Noi Campani di Clemente Mastella e Luigi Bosco.

Due giorni fa, nuovo consiglio comunale e copione ribaltato: all’ordine del giorno, infatti, c’era la presa d’atto delle osservazioni presentate dal sindaco ed evidentemente accettate dall’ufficio Tecnico. In sostanza, l’impalcatura, il palcoscenico di questa rappresentazione guittesca è stato smontato, dopo il flop del primo consiglio, partecipato anche dai carabinieri. Marcello De Rosa ha ritirato il ricorso al Tar e dunque rimarrà tranquillamente a fare il sindaco.

Qui non è questione personale. Al di là che si chiamino Marcello De Rosa o Andrea Villano. Al di là del fatto che i due erano stati fotografati in una manifestazione elettorale in quel di Orta di  Atella, al di là di ciò che per noi è contingente, il fatto grave è che le istituzioni, le norme, l’impalcatura dello Stato di diritto, quello che dovrebbe essere l’autorevolezza di funzioni originate dalla Costituzione, vengono messe letteralmente alla berlina, umiliate e sbertucciate da una consecutio di fatti che parlano da sé e che per parlare, per manifestarsi con modalità esecrabili, per qualificarsi come vanno qualificati, cioè come ennesimo esempio di un senso dell’etica pubblica inesistente, non hanno bisogno di essere connotati, identificati, discriminati dai tratti identificativi di una persona o dell’altra persona di un sindaco e di un ex sindaco il cui comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, perché ad Orta è stato sciolto per questo e non per altro, va ad occupare la carica di superdirigente dell’ufficio Tecnico in quel di Casapesenna che, anche in questo caso con tutto il rispetto per i cittadini casapellesi, non gode esattamente della stessa reputazione di un comune della Valtellina o della Val di Fiemme.