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CLAMOROSO. Il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa ritira la sua candidatura alla Regione. I carabinieri hanno filmato l’ultimo consiglio, ma per carità questo non c’azzecca nulla

1 Agosto 2020 - 13:35

Il diniego del dirigente dell’ufficio tecnico Andrea Villano per una questione edilizia riguardante il primo cittadino. Raro esempio di serietà, visto che pochi giorni fa i due avevano festeggiato, come si vede in foto, la candidatura alle Regionali in quel di Orta Di Atella

CASAPESENNA (gianluigi guarino) – Mai come in questo momento occorre rimanere alla strettissima lettera dei fatti. Per due motivi. Uno meno importante e l’altro più importante: il primo è rappresentato dall’indisponibilità, serenamente maturata dal sottoscritto di non rispondere agli insulti che anche questa volta il sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, mi ha carinamente recapitato. Non è questione di self control, è questione strettamente culturale e devono essere tutti quelli che leggono gli articoli di CasertaCe e le sortite social del sindaco a dare una libera valutazione, ad individuare un delta, un punto di discrimine tra le cose che questo giornale, con la firma del suo direttore, scrive su Casapesenna da anni, sul modo in cui le scrive dalla prima all’ultima sillaba e una valutazione serena, il più possibile oggettiva su quanto rispetto meritino questi articoli al di là del fatto che le argomentazioni in essi contenute siano o meno condivisibili. Subito dopo, la stessa operazione culturale, lessicale, grammaticale, sintattica, concettuale, sempre i lettori interessati alle vicende di Casapesenna la devono effettuare per gli scritti

rilasciati dal sindaco De Rosa sui social, a commento degli articoli di CasertaCe riguardanti non lui come persona, ma lui in quanto sindaco pro tempore, e l’amministrazione comunale che guida.

Noi non possiamo dire di non aver cercato di convincere De Rosa a rispondere nel merito di quello che segnaliamo e denunciamo. Siccome non ci siamo riusciti, non ci è restato altro da fare che riflettere sulla valutazione di confronto culturale. E in base a questo abbiamo deciso di non replicare, non perché vogliamo utilizzare l’insulto nei nostri confronti come arma vittimistica. Questo non è nella nostra indole. Faccia a faccia, mani nude e con De Rosa, come con qualsiasi altra persona, possiamo intraprendere ogni tipo di confronto su qualsiasi tipo di terreno. Si diceva, un po’ sessisticamente, in verità più in passato che oggi, che il calcio non è sport da signorine, figuriamoci il nostro giornalismo. A De Rosa concediamo finanche la libertà dell’insulto e potremmo rispondere ai suoi tackle con i nostri, ma rivendichiamo il diritto di non perdere il nostro tempo in un confronto diretto, che dal punto di vista culturale, per i motivi appena esposti, sarebbe inutile e soprattutto distoglierebbe l’attenzione dai punti reali, quelli che contano veramente, e che non riguardano e non possono riguardare una sfida verbale tra due persone.

Nel primo post che pubblichiamo in calce a questo articolo, leggiamo le motivazioni addotte da De Rosa per spiegare la clamorosa decisione di ritirare la sua candidatura nella lista di Noi Campani, di Clemente Mastella e Luigi Bosco. Queste motivazioni vanno lette bene e vanno rispettate attraverso una loro serena presa d’atto. Non perché siano la conseguenza della manifestazioni del pensiero del signor De Rosa, ma sono pur sempre affermazioni del sindaco pro tempore e rappresentante del popolo di Casapesenna. De Rosa afferma di aver compreso, in questi giorni, che lasciare la carica di primo cittadino avrebbe rappresentato un tradimento di quello che lui definisce “un percorso di cambiamento e innovazione del paese cominciato nel 2014“. Alla sua decisione sarebbe arrivato dopo aver incrociato gli sguardi di tanti suoi compaesani che, scrive ancora testualmente, “non meritano che ancora una volta Casapesenna sia amministrata da un commissario prefettizio“.

Okay, confermiamo il massimo rispetto, da parte nostra, per queste motivazioni. Ciò detto, però, è la cronaca dei fatti che ci richiama all’ordine, al dovere dell’informazione. E la cronaca dei fatti, e non la “penna venduta” così costantemente definita quella del direttore di CasertaCe, Gianluigi Guarino, rimasto peraltro come l’ultimo giapponese nella giungla, l’ultimo giornalaio, anche in questo modo lo definisce De Rosa, ancora in servizio, dato che questa attività sta tirando letteralmente le cuoia.

Considerando, dunque, il post del sindaco che rappresenta, lo ripetiamo ancora perché è un concetto importantissimo, un contributo importante nel processo di comprensione degli avvenimenti degli ultimi giorni, dobbiamo prendere atto che nella sua decisione nulla ha contato ciò che è successo qualche giorno addietro, nella famosa seduta del consiglio comunale, in cui si sarebbe dovuto discutere, in pratica approvandola, l’incompatibilità tra Marcello De Rosa e la carica di sindaco, a causa di un contenzioso aperto tra il primo cittadino e l’amministrazione comunale. Per inserire quel punto, il Segretario ha firmato un atto formale, la cui copia integrale abbiamo pubblicato in calce all’articolo scritto il giorno prima dell’evento (LO PUOI LEGGERE CLICCANDO QUI).

Però, il motivo, rimaniamo a questo punto fermo, è costituito dagli occhi quasi imploranti dei suoi concittadini. Dipende solo da questo e non da quelle due persone che, durante il consiglio comunale, hanno alzato i telefonini per filmare tutto e che di fronte all’intervento di un sindaco, sempre molto spavaldo, che li informava dell’esistenza di una norma del regolamento comunale che vieta la riprese, gli hanno risposto candidamente con la seguente frase:Tranquillo, lei faccia il suo lavoro di sindaco, perché noi abbiamo intenzione di fare il nostro lavoro di carabinieri“. Erano in borghese e De Rosa li ha presi molto sul serio, se è vero come è vero che il sindaco si è allontanato dall’aula e nessuno dei presenti l’ha visto più.

Siccome nel post non l’ha scritto. Siccome, invece, ha collegato la sua decisione di non candidarsi alle Regionali a quegli sguardi di chi avrebbe riposto in lui la speranza della nascita di una nuova Casapesenna, noi gli crediamo e conseguentemente scartiamo l’idea che quei due carabinieri andati lì, probabilmente, bontà loro, a seguito della lettura del nostro articolo e perché evidentemente non hanno ancora capito, stupidi che sono, con quale pennivendolo e giornalaio hanno a che fare, non abbiano fatto né caldo e né freddo a De Rosa che, per motivi del tutto diversi, cioè in nome dell’amore del suo popolo, non si è candidato alle Regionali.

Ma su che cosa si stanno incuriosendo i carabinieri? Dunque, tre/quattro giorni prima del consiglio, il dirigente dell’ufficio Tecnico di Casapesenna Andrea Villano, ex sindaco di Orta di Atella, ha opposto un fermo diniego ad una richiesta formulata da De Rosa su intervento edilizio riguardante un’abitazione. Pur rispettando questa decisione, il De Rosa ha dato immediatamente mandato ai suoi avvocati perché questi gli permettano di esercitare il proprio diritto, stavolta il diritto di un cittadino di Casapesenna, di portare in giudizio il comune di cui è sindaco e quindi lui stesso in quanto primo cittadino.

Va da sé che questo fulmine a ciel sereno ha creato, improvvisamente, imprevedibilmente, a poco meno di un mese dalla presentazioni delle liste per le elezioni regionali, una mastodontica causa di incompatibilità tra il cittadino De Rosa e l’amministrazione comunale del sindaco De Rosa.

Beh, stavolta sia lui che Villano meritano una nostra sincera nota di encomio. Pur essendo, infatti, amici per la pelle, pur sentendosi coinvolti nella stessa causa politico-elettorale, hanno rispettato le loro reciproche funzioni, non facendo pesare le relazioni personali e le ragioni elettorali.

Raro caso (parafrasiamo una formula tipica di quando vengono assegnate le onorificenze a militari e civili distintisi per coraggio e senso dello Stato) di intransigente rispetto dei ruoli istituzionali ricoperti.

Due autentici grandi della storia contemporanea casertana, e dell’agro Aversano in particolare, che, qualche giorno prima di questo diniego, avevano festeggiato insieme ad Orta Di Atella l’annuncio della candidatura di De Rosa alle Regionali, come testimoniano le foto che ritraggono entrambe con facce raggianti e accompagnati ortodossamente dalle loro reciproche consorti.

Una medaglia gli devono dare. Una medaglia d’oro al valor…casertano (se preferiscano aversano).