S. MARIA C.V. Il figlio di Roberto Adelini prima pubblica un video coraggioso, poi lo rimuove (inutilmente). Aveva denunciato le scarse cure prestate al padre Roberto, ammalatosi di Covid, al Melorio

3 Novembre 2020 - 19:33

Inutilmente perché Facebook da tempo, cioè da quando tanti tribunali l’ha chiamata in caso, ha creato una mastodontica Beta in cui conserva tutti i contenuti, prima resi pubblici da profili, pagine e gruppi, poi rimossi. Alla fine ha vinto il provincialismo e si è persa un’occasione per un confronto franco sulla qualità dell’offerta sanitaria nelle diverse strutture adibite dalla Regione alla sola cura del Coronavirus

SANTA MARIA CAPUA VETERE (gianluigi guarino) – Vogliamo affrontare questa vicenda, di cui si è molto parlato a Santa Maria Capua Vetere oggi pomeriggio, senza fare dosaggi e alchimie. Semplicemente, trattandosi di un personaggio pubblico ammalatosi di covid, stiamo parlando dell’ex primario di ortopedia dell’ospedale di Sessa Aurunca, nonché ex consigliere comunale di Santa Maria Capua Vetere Roberto Adelini, la notizia va trattata, al di là della piuttosto ingenua e inutile azione che Emanuele Adelini, figliolo di Roberto Adelini, ha compiuto, facendo rimanere in rete per qualche ora un suo video-messaggio, acquisito e scaricato da centinaia e centinaia di persone, salvo poi eliminarlo dalla piattaforma Facebook che, sia chiaro, quando viene chiamata in causa da un Tribunale affinché sveli cosa ci sia dietro ad un Url che diventa “domicilio” di un contenuto della rete, lo deve necessariamente tirare fuori ed è sicuramente in grado di farlo proprio perché quelli di Facebook sanno bene che ogni contenuto può essere passibile di valutazioni di ordine giudiziario. Ecco perché l’atto che in qualche modo riduce la considerazione che avevamo nutrito nel pomeriggio per il coraggio dimostrato da Emanuele Adelini nell’atto di pubblicare la sua video-denuncia, è perfettamente inutile perché per motivi di ordine tecnico-giudirico, Facebook conserva tutti i contenuti che un proprio profilo, una propria pagina, un proprio gruppo ha pubblicato, ribadiamo pub-bli-cato, dunque reso visibile volontariamente e deliberatamente a vario titolo (post, storia, messaggio, commento etc.) allo scopo di tutelarsi in caso di contenziosi giudiziari.

Fatta la premessa, è ovvio che Casertace abbia dovuto a questo punto affrontare con maggior ruvidità unan questione che avrebbe trattato, pensate un po’ proprio noi che con la pace abbia un rapporto un po’ complesso, tentando di far da paciere, tra il giovane consulente finanziario di Santa Maria Capua Vetere e un paio di medici dell’ospedale Melorio, presi di mira perché ad avviso di Emanuele Adelini non starebbero curando correttamente il padre, anche perché il Melorio, divenuto da poco tempo, ospedale Covid, sarebbe ancora privo finanche delle coperte e del Clexane (eparina).

Adelini jr ha anche affermato, nel suo video, di averle tentate tutte per cercare di far trasferire suo padre ricorrendo anche all’appello formulato all’indirizzo di qualche politico.

Ora, noi non sappiamo se le accuse di Emanuele Adelini siano o meno fondate. Ma crediamo che si sia reso conto direttamente della situazione relativo allo stato di salute del livello di assistenza al suo stato di salute, erogato nei confronti del proprio genitore. Per cui, ci sembra strano che possa essersi inventato tutto di sana pianta. La nostra idea di pacificare era legata alla comprensione dello stato emotivo di un giovane, il quale vede il padre in cattive condizioni di salute e dunque, emozionalmente, è portato ad esprimere anche un certo comprensibilissimo nervosismo su quello che succede attorno a lui. Dunque non c’era niente di male a far stare quel video in rete. I medici chiamati in causa avrebbero potuto tranquillamente replicare, utilizzando anche lo strumento, non certo esile, di Casertace. Avrebbero potuto farlo perché chi ritiene di stare da parte della ragione, chi è convinto di operare con coscienza e criterio non ha bisogno di sparar querele o di erogare forme di retorica indignazione. Chi risponde, passo per passo, riga per riga, e alla fine chi ascolta o vede può farsi una sua democraticissima idea, anche perché stiamo parlando di servizi pubblici rispetto ai quali bisogna dar conto ai cittadini.

Togliere quel video ha rappresentato, invece, non ce ne voglia il buon Emanele Adelini, una forma di resa ad un provincialismo che purtroppo rappresenta un freno pesantissimo allo sviluppo socio economico dei nostri territori. Dalla democrazia, dal confronto anche duro può nascere il fiore del progresso civile. Emanuele Adelini ha perso un’occasione per dimostrarsi evoluto per confermare oppure anche per emendare l’idea espressa nel primo pomeriggio e aprendo dunque un utilissimo dibattito, di carattere generale, sprovincializzato e democraticissimo, sulla questione serissima relativo al funzionamento delle strutture sanitarie adibite al Covid.

Peccato perché ora con questa rimozione grossolana, la vicenda è diventata normale routine da provincialotti.