La Corte di Appello conferma la confisca del parco Night & Day che il pentito Cassandra costruì insieme a Michele Zagaria

27 Novembre 2020 - 10:35

In 18 pagine le motivazioni molto interessanti dei giudici napoletani

 

TRENTOLA DUCENTA – La Corte di Appello di Napoli ha confermato il provvedimento di confisca dell’ormai arcinoto complesso dello svago trentolese Night & Day dell’imprenditore e politico Luigi Cassandra, le cui dichiarazioni, va detto, un pò ad intermittenza e con una modalità sulla quale non abbiamo fatto mancare critiche e perplessità argomentate in articoli sempre rispettosamente più lunghi di 80 righe, sono state utilizzate dalla Dda per istruire altri processi fondati proprio sulla credibilità di un personaggio che noi studiamo da 10 anni, su cui abbiamo letto migliaia di pagine riguardanti proprie dichiarazioni rilasciate dalla magistratura inquirente, altre dichiarazioni rilasciate da collaboratori di giustizia nei suoi confronti e anche un ventaglio, in verità molto variegato, di convinzioni e valutazioni eterogenee che i molti magistrati che di Cassandra si sono occupati a vario titolo, hanno maturato nei riguardi di questo personaggio a dir poco ambiguo, ma sicuramente dotato di innata scaltrezza, tale da consentirgli di interpretare, di cogliere le sensibilità, finanche le idee della toga che gli stava di fronte, allo scopo di interpretarle in maniera razionale e successivamente di assecondarle per trarne un proprio vantaggio giudiziario-processuale.

Le motivazioni della sentenza della Corte di Appello sono contenute in 18 pagine.

In punta di premessa, leggete cosa scrive la Corte di Appello. Si vive di soddisfazioni morali. E ci piace dire di essere contenti leggendo, oggi che giudici autorevoli come quelli del secondo grado mettano nero su bianco ciò che CasertaCe ha sempre scritto, non perchè ce l’avesse con Cassandra, ma solo perchè usando 5 minuti il cervello e mettendo insieme le diverse tessere del mosaico largo della sua interazione con la magistratura inquirente, ci si accorgeva che molte cose non quadravano.

Deve osservarsi che il principio di valutazione frazionata delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia vale in tutte le direzioni, sicchè non può affermarsi in linea di principio che tutto ciò che il collaboratore di giustizia dichiara è vero e tutto ciò che nega non è vero. A ciò si aggiunga come, nella specie il Cassandra mostra diretto e consapevole interesse a dichiarare di non essere appartenuto alla camorra prima del 1999, allorche anche in sede di difesa materiale egli afferma di aver costruito il Night & Day tra il 1996 e il 1998 con denaro proveniente della famiglia e da banche mutuatarie, prima di entrare in stabili rapporti con lo Zagaria.

Per oggi ci fermiamo qui, ma vi annunciamo che da queste 18 pagine estrerremo altri contenuti perchè riteniamo che la Corte d’Appello di Napoli abbia fornito un grande servizio di equità rispetto ad una stagione, quella dei pentiti, che, al di la della sua indubbia importanza, del loro indubbio valore, rispetto alla necessità di una lotta reale e robusta alla criminalità organizzata, non è rimasta esente dalle umane debolezze: quello dei collaboratori di giustizia, i quali, molto spesso hanno accusato o hanno omesso di accusare in base a calcoli personali e non solo personali, quelli dei pubblici ministeri troppo spesso percorsi da troppe convinzioni pregiudiziali dalle quali è venuta fuori una gestione dei collaboratori di giustizia a dir poco discutibile.