CASERTA. Avanspettacolo Covid: De Luca fa il “dispettuccio” al Governo. Se Marino non modifica l’ordinanza, solo i bimbi di seconda elementare non avranno l’obbligo di fare il tampone

8 Dicembre 2020 - 12:09

Ormai, andiamo a ruota libera. Probabilmente domani mattina ci penseranno i genitori a risolvere la questione tenendo i loro bambini a casa evitando di far gestire la loro vita da questi autentici, diciamo così, incompetenti

CASERTA (g.g.) – Fanno come i bambini. Ma questi qua sono grandi e scherzano con la vita delle persone, delle famiglie. Dato che De Luca non è certo un uomo equilibrato da un punto di vista dell’emotività, ieri sera, dopo aver detto 48 ore prima che con l’immissione della Campania in zona arancione lui se ne sarebbe lavato le mani demandando ai sindaci il compito di lavorare eventualmente sulla modifica del regime che la zona arancione prevede per le lezioni scolastiche, ci ha ripensato, perché ormai, s’è capito, certi politici e certa gente non hanno più la capacità, per l’appunto emotiva, di stare fuori dal fascio illuminato dei riflettori, per abitare il quale occorre inventarsi sempre qualcosa di anomalo, di originale.

De Luca è come tutti quelli che hanno un rapporto diretto o anche non conclamato, con la sindrome di Hubris (clicca qui per leggere), doveva dunque decidere qualcosa non finalizzato agli interessi dei suoi corregionali, ma utile per far parlare ancora di se nella serata di ieri. Zona arancione significa scuole aperte dal primo anno della materna fino alla terza media compresa. Molti sindaci, Maddaloni e Casal di Principe per citarne qualcuno, avevano, in maniera asciutta, sobria, senza far casino, già emanato ordinanze di deroga in senso restrittivo in senso alla disciplina nazionale. Per cui non è che fosse fondamentale che De Luca riempisse se stesso a 48ore di distanza dalle sue esternazioni fatte qualche minuto dopo la dichiarazione dell’inserimento della Campania in zona arancione. Evidentemente ha utilizzato questo tempo per far venire fuori una menata delle sue, rigorosamente a marchio dop. E l’ha servita naturalmente in asporto: siccome quando c’era la zona rossa lui, dal 25 novembre in poi, per altro scontrandosi con la maggior parte dei primi cittadini che si erano mossi immediatamente in difformità, aveva ordinato la riapertura delle scuole dal primo anno della materna al primo anno delle elementari compreso. In quel caso si era allineato in parte alla disciplina nazionale che nelle zone rosse prevede ancora un’apertura delle scuole dalla materna alla prima media compresa.

Quasi per sbeffeggiare il Governo, De Luca, ieri sera ha così ordinato: voi avete fatto la zona arancione e io modifico quella mia ordinanza in tal modo: non più scuole aperte dalla materna alla prima elementare, ma dalla materna alla seconda elementare. Onestamente, si fa veramente tanta fatica a non scrivergliene quattro, ma veramente come si dovrebbe fare e come meriterebbe la punta avanzata di una classe politico-amministrativa che transita mano mano dallo stadio dell’autoreferenzialità, della scarsa conoscenza del mondo e dei territori che dovrebbe governare, a stati autenticamente patologici. E’ impossibile, infatti, trovare un senso di serietà o anche più semplicemente, un senso di minima razionalità a questa ordinanza: perché la seconda elementare sì e la terza elementare no? Perché la seconda elementare è assimilabile al contesto sanitario e del rischio educativo della scuola materna e della prima elementare e non a quella della terza elementare? E perché De Luca, pur potendolo fare, non ha deciso, se proprio aveva elaborato, da novello Montessori, questo format pedagogico, non l’ha già applicato dal 25 novembre, dato che il regime di zona rossa gliel’avrebbe comunque consentito?

Inutile indugiare su altre considerazioni. Sono cose che hanno senso solo in un meccanismo socio-psicologico in cui ormai l’imitazione di De Luca fatta dal comico Maurizio Crozza, supera di gran lunga in serietà l’espressione reale le manifestazioni del personaggio.

E veniamo alle conseguenze che si registreranno a partire da domani mercoledì 9 dicembre. In questi giorni abbiamo già elencato molti provvedimenti dei sindaci casertani che, avendo il potere di farlo, azzerano in pratica sia la disciplina nazionale di zona arancione, che prevederebbe ricordiamo, la riapertura fino alla terza media compresa, sia ‘sta puttanata di De Luca della seconda elementare. A Maddaloni, a Casal di Principe, a Casagiove e in tanti altri posti, il problema non si porrà: domani tutte le scuole saranno chiuse per ordine dei sindaci. Chi farà lezione lo farà solo da casa. E ciò varrà fino al prossimo 22 dicembre compreso in modo da poter verificare le condizioni maturate per un’eventuale riapertura fissata al 7 gennaio.

Poi c’è il caso Caserta, di cui abbiamo scritto tanto da sabato in poi. Qui, a differenza dei demoni che attraversano la mente di De Luca siamo di fronte ad un sindaco che considera veramente queste robe una scocciatura da cui vorrebbe stare lontano, perché gli fanno perdere solo tempo rispetto alle tre cose fondamentali, per lui concretissime, su cui è veramente concentrato. Cose grosse, faccende di danaro, di tanto danaro: le gare d’appalto, i rifiuti targati Ecocar con le assunzioni a tempo determinato pre-elettorali e la Publiservizi di cui oggi scriveremo cose importanti quanto ampiamente prevedibili e da noi previste. Al Comune non c’è nessuno che a sua volta ritenga importante questa cosa delle scuole. Perché, figuriamoci se uno come Franco Biondi o, se una come la preside sub-iudice Adele Vairo, possano utilizzare il proprio tempo a studiare normative che non attribuiscono onori e visibilità a buon mercato. Risultato: siamo ancora fermi alla ridicola ordinanza di sabato nella quale il sindaco Carlo Marino ritenendo che venerdì sera non fosse successo nulla e dunque la Campania si trovasse ancora in zona rossa e per di più emendata dall’ordinanza di De Luca del 23, con effetto 25 novembre, se n’è uscito a sua volta con una super cazzata dicendo che le scuole materne fino alla prima elementare compresa avrebbero potuto aprire, ma ogni alunno, ogni bambino avrebbe dovuto effettuare un tampone ogni 15 giorni (il primo subito) e anche portare gli esiti di una visita medica. Essendo presidente dell’Anci regionale, Carlo Marino colleziona brutte figure così facendo, esponendo anche l’associazione dei sindaci che presiede. Venerdì sera il Governo, con un’ordinanza del Ministero della Salute, ha inserito la Campania in zona arancione, anche se il presidente dell’Anci della nostra regione non se n’è accorto e neppure l’assessore alla pubblica istruzione e neppure i dirigenti ecc. Ciò vuol dire che tutta quanta la struttura delle ordinanze locali precedenti viene a cadere. Questo Marino lo sa. O meglio, l’ha percepito ma solo perché qualcuno gli ha detto che a Roma è successo qualcosa, anche se non ha capito bene cosa. Questo è vero perché sabato, a 15 ore di distanza dall’ordinanza ministeriale, il sindaco di Caserta ha firmato quella comunale, sbagliandola totalmente. Ora, fino a ieri sera Carlo Marino, confidava evidentemente su De Luca per evitare di dover ammettere il grave errore compiuto attraverso la stesura di una nuova ordinanza. Così sarebbe successo se il Governatore avesse ribadito sic et simpliciter l’ordinanza del 23 novembre, relativa alla riapertura delle scuole dalle materne fino alla prima elementare. E invece lo sceriffo gli ha fatto un dispetto con questa trovata della seconda elementare.

Presto detto: con l’ordinanza ancora in vigore di sabato scorso, mai modificata da Marino, domani mattina riaprono le scuole materne e le prime elementari che ospiteranno però solo alunni in grado di consegnare al dirigente scolastico che poi dovrebbe consegnarlo al Comune, l’esito ufficiale di un tampone certificato dall’Asl fatto direttamente nella struttura pubblica o, a pagamento, anche in uno dei centri privati autorizzati. Le seconde elementari, ma solo queste, in quanto la loro posizione non è regolamentata nell’ordinanza di Carlo Marino, riapriranno senza condizioni. Nel senso che se il sindaco di Caserta non modificherà l’ordinanza, i bambini di prima elementare, se vorranno accedere in classe, dovranno portare il certificato di negatività al tampone covid, mentre quelli di seconda elementare potranno accedervi senza condizioni perché la disciplina che regola le loro azioni è quella stabilita dall’ordinanza firmata dal Governatore De Luca ieri sera.

Non è casuale e non è sfortuna che personaggi del genere governino i nostri territori. E’, invece, perfettamente normale. La gente non legge, non si informa, non approfondisce, non va al di là del chiacchiericcio dei social, non si concentra e quando si reca all’urna elettorale, vota di conseguenza.