UNIVERSITA’ VANVITELLI. Altro obiettivo raggiunto: Gianfranco Nicoletti eletto nella giunta dei rettori italiani

11 Febbraio 2021 - 17:09

Ha ottenuto una grande quantità di consensi provenienti dagli atenei campani e meridionali, ma anche da quelli di altre regioni, nord compreso

CASERTA (g.g.) – E’ una presenza sempre più stabile, sempre più incisiva, quella dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Caserta negli ambienti che contano dell’Accademia italiana. L’elezione del neo rettore Gianfranco Nicoletti nella giunta ristretta della Conferenza nazionale dei rettori d’Italia proietta infatti l’ateneo casertano in una dimensione sempre più autorevole, che gli consente di togliersi di dosso il marchio tipico di un’università nata da un tempo relativamente recente, per di più meridionale e che come tale, diciamocela tutta, viene vista un po’ dall’alto in basso dai rettori di quelle più antiche, che si considerano per questo più competitive ed accorsate.

Per capire quanto possa contare la Conferenza dei rettori basta citare due cifre: Nicoletti sarà uno dei dieci componenti e la sua elezione, avvenuta assieme a quella di altri 5 colleghi che hanno concorso a ricostruire il Plenum dell’organismo esecutivo, è stata frutto del contributo, del confronto e del voto di ben ottantatré rettori italiani. Nicoletti ha riportato voti significativi dagli atenei campani, ma a guardar bene gli esiti dello scrutinio si capisce che il professore di Chirurgia maxillofacciale, arrivato ai vertici dell’università Vanvitelli lo scorso 1° novembre, è riuscito ad intercettare un consenso proveniente da tutti gli atenei italiani, anche, dunque, da quelli del Nord.

Naturalmente, il lavoro che attende Nicoletti è difficile. Ma lui possiede l’attitudine tipica della buona politica, estranea (purtroppo) alla maggior parte di chi la politica la fa a tempo pieno, che riesce a mettere insieme, senza che nessuna caratteristica sovrasti l’altra, la ragione della tutela e del rafforzamento dell’offerta didattico-culturale, dell’implementazione dei livelli di interazione tra università e territorio, attraverso una capacità rinnovata e incrementata di intercettare finanziamenti, e l’altra ragione che consiste in un’indubbia sua capacità di mediazione, che rappresenta sempre uno strumento discriminante quando occorre far venir fuori un fattor comune dal confronto-scontro tra interessi diversi, diversificati e qualche volta confliggenti fra di loro.

La cifra della qualità culturale, dell’autorevolezza dell’Ateneo, non va depauperata con il ricorso a compromessi al ribasso. Questo il rettore Nicoletti lo sa bene e non a caso molto si è speso anche quando non era ancora ufficialmente in carica, per portare a casa lo storico obiettivo del ripristino (stavolta si spera definitivo) del cantiere dei lavori che, da qui a 31 mesi, dovrà condurre al traguardo-svolta dell’apertura del più grande Policlinico universitario dell’Italia meridionale.