CONSORZIO IDRICO. Ormai il cerchio magico si spartisce assunzioni e milioni di euro in incarichi. Hanno fatto un’assemblea in sei persone

24 Maggio 2021 - 19:06

Come si può verificare dalla prima pagina della delibera di approvazione del Bilancio, Di Biasio e gli uomini di Zannini, cioè Vitaliano Ferrara, L’Arco, hanno fatto incetta di deleghe. Con il marcianisano G.B. Valentino si sono approvati, in assenza di almeno 24 o 25 sindaci, un Bilancio milionario. Ultimamente ci piace citare Nanni Moretti: continuiamo a farci del male

 

CASERTA – Si dirà: ma il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro faceva schifo anche prima che lo andasse a guidare Pasquale Di Biasio.
E questo, chiosiamo noi, è sicuramente vero.
Ma anche la non inutile sostanza di scarto, spesso potente fertilizzante per il terreno, può essere di composizione diversa.
Senza tirarla per le lunghe, leggetevi questo estratto. È il primo dei 30 fogli che compongono la delibera di approvazione dell’ennesimo scandaloso Bilancio di Previsione Consortile.
Ci sono righe e colonne.
Pronti ad accogliere i nomi dei presenti, che invece accolgono i valori dati delle quote che ogni Comune partecipante all’unione consortile possiede, in funzione della sua consistenza demografica.
Guardate bene: quanti nomi leggete tra i presenti a quella assemblea di cui già abbiamo scritto, denunciando, naturalmente invano, le molte nefandezze incamerate in essa?
Noi ne contiamo 6.
Dalla stessa tabella potete rendervi conto di quanti siano i Comuni aderenti al Consorzio: sono 28.
Antonio Diana è il sindaco di Liberi, divenuto uno zanniniano di ferro alle ultime regionali; Antonio Di Caprio è un consigliere comunale di Conca della Campania.
Liberi e Conca della Campania, insieme, esprimono 5 quote consortili su 256, cioè l’1,9% del capitale espresso in peso assembleare.
Di Biasio, L’Arco e Vitaliano Ferrara sono tre componenti del consiglio d’amministrazione del Consorzio Idrico e hanno raccattato letteralmente le deleghe dei seguenti Comuni: Di Biaso ha rappresentato Vairano, Castel Campagnano e naturalmente Marcello De Rosa, sindaco di Casapesenna;
Vitaliano Ferrara da Sparanise, anche lui uomo di Zannini e del sindaco Marc, colui che si sta imponendo come il vero vice-Zannini, ha portato con sé le deleghe di Ciorlano, Francolise, Giano Vetusto, Piana di Monteverna, San Marcellino (dove c’è un altro campionissimo zanniniano, cioè l’imprenditore Anacleto Colombiano, che oltre a vincere appalti della Regione, intasca anche un ottimo gettone essendo andato a ricoprire la carica di vicepresidente dell’assemblea del Consorzio, letteralmente inventata all’inizio di questa gestione), Tora e Piccilli e Villa di Briano.
Da Sparanise a…Sparanise.
Perché ormai il Consorzio Idrico è un affare a tre tra Giovanni Zannini, il quale ha presenziato, anche non avendo titoli per farlo, ai lavori dell’assemblea, dando finanche una mano, incredibile ma vero, alla stesura del verbale conclusivo, Pasquale Di Biasio e il trio sparanisano formato dal sindaco, L’Arco e Ferrara.
Mondragone, Carinola e Sparanise gestiscono tutto, mentre gli incarichi legali sono ad appannaggio del sesto partecipante su 28 Comuni consorziati all’Assemblea del Bilancio.
Stiamo parlando del consigliere comunale di Marcianise (poi il sindaco Velardi ha anche il coraggio di parlare di legalità) G.B. Valentino, che come abbiamo scritto qualche giorno fa ha approvato un Bilancio che contiene anche i fondamentali di programmazione obbligatoria grazie ai quali sua moglie, cioè Rachele Barbarano, fa letteralmente incetta di incarichi legali che poi, come pure abbiamo dimostrato, rappresentano l’unica tipologia di fatture professionali da essa redatte.
Parliamo di un avvocato che esercita solo ed esclusivamente per il Consorzio Idrico, con il marito che dall’alto delle 57 quote, che danno a Marcianise il ruolo di socio con la maggioranza relativa (il 22,3%), può dettare le condizioni, che nel suo caso significano un posto nel Cda al signor Crispino, prestatosi a candidarsi per Velardi rimanendo in carica al Consorzio, cosa che gli ha consentito di portare più di 300 voti al mulino elettorale del sindaco, salvo poi non presentarsi nemmeno alla proclamazione degli eletti, realizzando una truffa alla democrazia con pochi eguali nella storia di queste nostre desolate contrade.

Ricapitolando, il Bilancio è stato approvato grazie al 22,3% di Marcianise, al quale vanno aggiunte le altre 123 quote, con rappresentanti autentici presenti solo in relazione alla miseria di 5 quote, mentre tutto il resto è stato gestito da Zannini e dal gruppo dei suoi oligarchi, che stanno facendo letteralmente piazza pulita, a colpi di affidamenti e di assunzioni di loro clienti e non solo.