BIODIGESTORE. Bonavitacola irride Carlo Marino: “Non scherziamo, sarà costruito al 110% in località Ponteselice”

5 Novembre 2021 - 19:01

 

CASERTA (G.G.) – I due tipi che si vedono nel filmato in alto ci piacciono entrambi.
Il nostro non è un incipit ironico e neppure scherzoso.
Sappiamo bene che si tratta di Gianpiero Zinzi, consigliere regionale (e da pochi minuti anche consigliere comunale, visto che a Dio piacendo quelli della commissione elettorale si sono degnati, dopo un mese, di certificare i dati ufficial delle elezioni comunali di Caserta) e Fulvio Bonavitacola, vice-presidente della giunta regionale della Campania, con diverse deleghe da assessore, ma soprattutto vero pacemaker di Vincenzo De Luca, in quanto regolatore e normalizzatore delle fibrillazioni frequenti del governatore.
Non solo lo sappiamo bene, ma vi diciamo pure che nel 99% dei casi parliamo male, qualche volta anche molto male, di Bonavitacola, uno che nel suo realismo intrattiene rapporti non certo commendevoli con i consiglieri regionali, con i lobbisti che ogni mattina affollano gli uffici di Via Santa Lucia e del centro direzionale, con i dirigenti con i quali tesse una dialettica moralmente non ineccepibile, naturalmente a nostro avviso.
Conosciutissimi, dunque, ma per l’occasione sconosciuti e dunque trasformati in due tipi passati di qui per caso. che non possono, dunque, non piacerci se non per quello che esprimono nei momenti in cui li vediamo transitare.
Ci piace Gianpiero Zinzi per la sua fatalistica rassegnazione, maturata nei mesi folli della campagna elettorale di Caserta, quella di chi sa che parlare di cose serie in questa terra non è né giusto e né sbagliato.
È semplicemente inutile. Dai casertani, infatti, non ci cavi nulla, e quando l’autorevole sondaggista che ha lavorato per lui a settembre gli ha comunicato quali fossero gli argomenti che gli elettori del capoluogo avevano più a cuore, ha in realtà solo comunicato la risposta che il cittadino finito nel campione del sondaggista dava al telefono solo per non fare la figura dell’ignorante e dell’agnostico.
Quelle risposte erano, dunque, pleonastiche, cioè superflue, inutili, in quanto rendevano vano il lavoro di un grande istituto di sondaggi, il quale riteneva di aver rappresentato la città nel suo campione, formato anche da tante persone laureate e autorevolmente professionalizzate.
Ma questa è Caserta. E dunque quando al telefono rispondevano che il tema più sentito, che destava più interesse e preoccupazione, era quello del Biodigestore, in realtà non era così.
Ai casertani, questo emerge chiaramente dall’esito dell’urna elettorale, non frega nulla del biodigestore, della qualità della vita, del traffico, dei rifiuti, delle strade peggiori di quelle della guerra del 15-18.
Niente di niente. Nada

de nada. Se fossero stati sinceri, avrebbero detto che la cosa che maggiormente gli interessava non era il lavoro, ma la possibilità di ottenerlo per i propri figli attraverso una relazione diretta basata sul voto di scambio con questo o quel candidato.
E allora, un sorriso e un composto battimani lo merita Gianpiero Zinzi quando, quasi scusandosi con Fulvio Bonavitacola, al quale aveva chiesto la stessa cosa ad inizio estate, ritorna alla carica con un’altra interrogazione di question time sul biodigestore.
Sapendo di parlare a una persona normale, Zinzi ammette che la sua è una domanda pleonastica, inutile.
Aggiungiamo noi, parimenti inutile a quella che l’ottimo Antonio Noto formulò nell’appena citato sondaggio sulle priorità dei casertani.
Come Antonio Noto realizzò lo stesso il suo lavoro e le schede di sintesi che passò a Zinzi, così stamattina Fulvio Bonavitacola, facendo balenare un barlume di simpatia per quello che è comunque un consigliere d’opposizione, un suo avversario politico, concede una risposta preziosissima, che per una volta ci fa dire: oh: quel tipo ci piace proprio! Sarà anche il Bonavitacola dei mille intrighi, ma stamattina ha dimostrato grande consistenza e grande disponibilità a far capire, una volta per tutte, con parole semplici e accessibilissime anche ai non addetti ai lavori, come stiano veramente le cose sul biodigestore.
Bonavitacola ha capito tutto e stamattina non ha concesso ciambelle di salvataggio a Carlo Marino.
Ha riconosciuto a Zinzi l’onore delle armi e alla domanda pleonastica ha concesso una risposta pleonastica.
In poche parole, ha liquidato ciò che Carlo Marino ha promesso in campagna elettorale con una delle balle più grandi e spregiudicate mai pronunciate da un politico del pianeta terra come momenti un po’ suggestivi e folcloristici della dialettica di una campagna elettorale.
Noi siamo gente seria. Non ha detto proprio così, ma il concetto risulta evidente dalle parole del vicario di De Luca. Noi siamo la Regione, e vi diciamo che il biodigestore di Caserta si farà in località Ponteselice.
E vi aggiungiamo anche che non c’è alcuna possibilità di farlo altrove, perché questo comporterebbe l’immediata e, a quel punto, irreversibile revoca del finanziamento di 26 milioni di euro.
Semplice, preciso. Qui dobbiamo far scattare un applauso più fragoroso di quello che abbiamo riservato al più disincantato aplomb british del pleonastico manifestato nell’intervento di Zinzi.
Un po’ ci fa piacere che in maniera più efficace, più concreta, meno verbosa rispetto a ciò che il sottoscritto riesce a scrivere nei suoi articoli, Bonavitacola si è fatto capire anche dall’ultimo degli scafessi dell’universo.
Chiaro, preciso, indiscutibile, Carlo Marino, aggiungiamo noi, non revocherà mai il progetto di contrada Ponteselice sul quale sono già stati spesi più di un milione di euro in progettazione.
Non ci ha pensato neppure lontanamente a revocarlo.

Ma lui appartiene alla scuola filosofica dei cinici, degli attaccati visceralmente alle cose del mondo e dunque mai pensoso, riflettente, sui temi della coscienza che attengono, invece, alle questioni dell’altro mondo del cammino con cui un cristiano si propone al cospetto del padreterno.
Per i cinici, sin dai tempi in cui questa scuola filosofica rese sistematico il proprio pensiero, la bugia non è una espressione dell’uomo da considerare dentro al perimetro della morale.
È uno strumento. Marino sa bene che i casertani nuotano gioiosamente in un lago di melma.
Era solo un po’ preoccupato perché anche a lui avevano riferito l’erronea informazione che il biodigestore fosse una autentica preoccupazione dei suoi concittadini, soprattutto di quelli del rione Acquaviva, che il biodigestore lo terranno a 200 metri in linea d’aria.

E allora ha tirato fuori dalla borsa degli attrezzi di lavoro di un filosofo cinico del 21esimo secolo, lo strumento principale per far prevalere il cinismo sulla coscienza, il cinismo sulla morale.
A sangue freddo, in più di una occasione, ha detto anzi ha giurato. Ma il giuramento per un cinico non conta un tubo) che il biodigestore non sarebbe mai stato costruito a Ponteselice.
I casertani, a nostro avviso, non si sono nemmeno posti il problema di credergli o di non credergli.

Semplicemente, e questo ci sta tutto sommato, il biodigestore diventerebbe un problema vero solo se Marino glielo costruisse nella camera da letto. Bonavitacola è stato chiarissimo e di questo gli dobbiamo dare atto: trattandosi di fondi che la Regione Campania acquisisce dall’esterno, quelli della cosiddetta “rotazione” di origine governativa e quello del programma europeo FESR, la stessa regione non ne può disporre a suo piacimento, come potrebbe fare con i soldi propri, con quelli che inserisce tra le spese correnti del proprio bilancio e che arrivano dalle entrate, cioè ad esempio dal gettito delle tasse e delle imposte.

C’è un termine perentorio ed è quello del 31 dicembre 2022. La Regione non potrà prorogarlo e dunque il suo piano di gestione del trattamento dei rifiuti organici dovrà essere chiuso, definito, sigillato, in un processo inevitabile, visto e considerato che l’assenza di impianti per il trattamento di questo tipo di rifiuto rappresenta un terzo della mega-multa che qualche anno fa la Corte di Giustizia Europea ha appioppato alla Regione Campania, di gran lunga la più inadempiente del mondo per quel che riguarda il governo e la regolamentazione del ciclo dei rifiuti.

Per cui, entro il 31 dicembre 2022 dovrà essere stato pubblicato il bando, dovrà essere stata realizzata la gara, l’aggiudicazione provvisoria, quella definitiva, e dovrà essere stato stipulato anche il contratto in modo che già a partire dai primi mesi del 2023 i lavori possano cominciare.

Bonavitacola ci dà un’informazione. Entro l’anno 2023 i contrada Ponteselice, a 200 metri di distanza dalla Reggia, il biodigestore da 40mila tonnellate, sarà funzionante, assecondato ed alimentato da un mostruoso traffico di mezzi pesanti, di compattatori i quali, come descrivemmo in un nostro video pubblicato in piena estate, usciranno dal primo svincolo della Variante, quello della zona industriale, e transiteranno tutti non uno in meno, ma tutti, per via Trento, per via Vivaldi, dove c’è l’Università per poi immettersi, attraverso via Mondo, nell’area Asi di località Ponteselice.
Finalmente questo strazio è finito. Finalmente possiamo dire ai casertani, per la centesima volta, ma con una cognizione di causa mai avuta in massa, che loro sono esattamente, anzi anche peggio, di quelli che non a caso hanno delegato a governarli.