CASALESI. Agguato Caterino-De Falco. L’appoggio logistico dei Moronese in cambio di un televisore al plasma
5 Dicembre 2021 - 12:11
SANTA MARIA CAPUA VETERE/CASAL DI PRINCIPE- (tp) A quasi ventâanni dal duplice delitto Sebastiano Caterino, alias lâevraiuolo, e del nipote Umberto De Falco emergono altri agghiaccianti particolari su questo agguato di camorra plateale avvenuto alle ore 10,30 del 31 ottobre del 2003 alle porte di Santa Maria Capua Vetere. Lo descrivono i pubblici ministeri della Dda di Napoli Maurizio Giordano e Simona Belluccio, e il Gip Leda Rossetti dopo il racconto di altri collaboratori di giustizia, in particolare Francesco Zagaria, alias Ciccio e Brezza, nella ultima ordinanza, della scorsa settimana, che ha raggiunto otto persone in carcere (Agostino Moronese di Santa Maria Capua Vetere nuovo arresto, Michele Zagaria, Francesco Schiavone, Enrico Martinelli, Giuseppe Caterino, Claudio Virgilio, Corrado De Luca, Pasquale Spierto) sei a piede libero (Antonio Iovine, Nicola Panaro, Bruno Lanza, Giuseppe Misso, Sandro Moronese e Raffelina Nespoli).
Eclatante ruolo della famiglia Moronese ecco come viene descritto dai giudici dopo il racconto di Zagaria per il loro ‘supporto logistico’, âpresso la loro abitazione. Allâinterno del loro portone, nei pressi del ponte dellâAlifana dove avvenne lâagguato a Caterino e De Falco ci furono appostamenti per 20 giorni per controllare i movimenti di Caterino Raffaelina detta la zia la quale cucinava per i componenti del commando e mentre Sandro e Agostino aprivano il portone per consentire il parcheggio delle auto ed intrattenevano in alcuni casi delle conversazioni con gli ospiti dalla quale emerge con chiarezza la collusione dei Moronese con il clan dei casalesi dal quale ricevevano in regalo al termine dellâoperazione, lâagguato mortale del 31 ottobre del 2003 un televisione plasma consegnato da Massimo Vitoloâ. Ricordiamo che per questo agguato giĂ sono stati condannati sette persone e ci sono altri 15 indagati per i quali i procedimenti sono in corso.
