Inchiesta e processo sulla truffa all’ospedale. Le dovute scuse a Giuseppina Tucci, mai rinviata a giudizio

22 Febbraio 2022 - 19:20

Ci dispiace solo di non aver avuto la possibilità di operare questo nostro gesto subito dopo la pubblicazione della notizia. Lo facciamo oggi nel momento in cui abbiamo acquisito questa informazione

 

CASERTA – Non avremmo avuto alcuna difficoltà, al contrario, avremmo addirittura amato farlo in nome di quello spirito di equità che non ci fa vivere certo con disagio, nel momento in cui questa diventa necessario, la pratica della smentita di una notizia e anche delle scuse a tale smentita collegate.

Non abbiamo alcuna difficoltà, essendo noi fallibilissimi, a riconoscere l’errore da noi indubbiamente compiuto, nell’aprile scorso, nei confronti di Giuseppina Tucci, 56enne di Caserta, il cui nome è comparso erroneamente nell’elenco dei 30 rinviati a giudizio, da noi riportato nell’articolo citato all’inizio, per la nota vicenda relativa alla truffa collegata alle provette raccolte presso il reparto di Patologia Clinica guidato al tempo dal primario Angelo Costanzo e processate a Caivano nel laboratorio privato intestato alla moglie, signora Vincenza Scotti, condannata per questo motivo alla pena di 2 anni e 6 mesi, con il citato marito, anche lui ad esito del processo celebrato con rito abbreviato, condannato alla pena più elevata di 4 anni e 8 mesi.

Questo errore, su cui non cerchiamo giustificazioni, dato che sarebbe stato nostro compito operare le verifiche dettagliate della notizia, ha finito per trasporre il coinvolgimento iniziale, nell’inchiesta, di Giuseppina Tucci, rispetto alla quale è stata dimostrata la sua piena estraneità già in sede di chiusura delle indagini da parte del pubblico ministero.

Non avremmo avuta alcuna difficoltà a formulare le giuste scuse alla signora Giuseppina Tucci se lei ci avesse segnalato immediatamente l’errore. Lo facciamo oggi solo perchè ne siamo a conoscenza. Lo facciamo e contemporaneamente andiamo a cancellare il suo nome dall’articolo contenente la notizia relativa ai rinvii a giudizio.

Ecco perchè altro non possiamo fare se non chiedere scusa come facciamo soprattutto quando di mezzo c’è un lavoratore, che non ha i privilegi di un politico o di un super imprenditore.