CASERTA Nuovi impianti rifiuti in zona Lo Uttaro, bocciato il progetto di Marino&Mucherino: area ancora in parte sequestrata e mai bonificata

26 Marzo 2022 - 18:19

Nicola Santagata, già dirigente dell’Arpac e docente di Microbiologia applicata e l’ingegnere Domenico Pennino, presidente del “Comitato Cittadino San Nicola la Strada – Città Partecipata” inviano le loro osservazioni all’assessore alla Transizione ecologica
CASERTA (rita sparago) Il 14 febbraio scorso, letta la delibera di giunta comunale n.23 approvata il 10 febbraio 2022 dall’esecutivo cittadino, per la prima volta parlammo dei due nuovi impianti di trattamento dei rifiuti urbani che il Comune vuole realizzare in via Edison (clikka e leggi), ovvero in zona Saint Gobain e, nello specifico, nei pressi dell’area nota come Lo
Uttaro
. Quella delibera, proposta dall’assessore alla Transizione Ecologica Carmela Mucherino, veniva approvata dalla giunta guidata dal sindaco Carlo Marino che dava il suo benestare “alla realizzazione dei due nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata: Progetto Integrato Complesso di impianti automatizzati e a basso contenuto di lavoro manuale per la selezione e valorizzazione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio”. Il quadro economico degli interventi proposti ammonta complessivamente a 19’440’228,40 di euro (fondi PNRR). “In particolare, il progetto proposto prevede la realizzazione di due impianti – è scritto nella delibera n.23 – , localizzati in un’area di proprietà del Comune di Caserta: un impianto di selezione e trattamento multimateriale da raccolta differenziata (plastica e metalli, con la possibilità di trattare anche la frazione relativa ad imballaggi in carta e cartone e carta e cartone da raccolta differenziata, nonché imballaggi in legno e RAEE) ed un impianto di selezione e trattamento del vetro da raccolta differenziata, con la doppia ipotesi che venga conferito all’impianto vetro da raccolta differenziata tal quale o triturato per mezzo di apposite macchine tritavetro denominate “Sbriciola”, eventualmente da posizionare in diversi contesti urbani (condomini, scuole, grandi utenze, etc.) nell’ottica del miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata di tale frazione”. Tanto è scritto nella delibera n.23 che pubblichiamo in calce a questo articolo.
Dall’approvazione di quel provvedimento è trascorso un mese e mezzo ma qualche giorno fa il consigliere d’opposizione Pio Del Gaudio (unico, in ogni caso, a farlo) ha fortemente criticato la scelta della giunta guidata da Carlo Marino circa la localizzazione dei due impianti, chiedendo di modificarla. Poche ore dopo arrivava anche la presa di posizione dell’ex Cinque Stelle Moronese, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione al ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani insieme ai senatori Di Micco, Lannutti, Angrisani, Lezzi, Giannuzzi, La Mura e Morra.
Oggi, invece, pubblichiamo la nota e le osservazioni indirizzate all’assessore comunale Carmela Mucherino, di due esperti: Nicola Santagata e Domenico Pennino.
Nicola Santagata, medico chirurgo microbiologo, già dirigente responsabile dell’Uoc “Acque ad uso umano” del dipartimento tecnico dell’Arpac Caserta, già direttore del Dipartimento tecnico dell’Arpac Caserta, già docente di “Microbiologia applicata” a contratto presso la seconda Università degli studi di Napoli, consulente della Diocesi di Caserta per la “custodia del Creato”, in qualità di presidente dell’Associazione senza scopo di lucro “Comitato Acquapulita ODV” di Caserta e l’ingegnere Domenico Pennino, in qualità di presidente pro tempore dell’Associazione di volontariato senza scopo di lucro “Comitato Cittadino San Nicola la Strada – Città Partecipata”, iscritta all’albo delle associazioni del Comune di San Nicola la Strada e regolarmente registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Caserta con codice fiscale 93080930618, hanno trasmesso, appunto, le loro osservazioni.
“Il sito “Uttaro” è una porzione di una vasta area di cave di tufo giallo napoletano. Dopo l’esaurimento estrattivo, le cave formatesi sono state utilizzate a discariche controllate di Rsu tal quale. L’area in esame comprende: Ecologica Meridionale (1990); Discarica pubblica ACSA CE3 (1994); Sito di stoccaggio provvisorio denominato “ PANETTONE” (2002); Sito di trasferenza del consorzio CE3 (2004); Discarica pubblica UTTARO (2007). Va tenuto conto che i succitati impianti furono realizzati contigui; pertanto, nel tempo, si è creato un unico sito di sversamento realizzato in più fasi temporali. La caratterizzazione dell’Area ha accertato un elevato livello di inquinamento del suolo, sottosuolo e falda acquifera sottostante. Negli anni scorsi sono stati stanziati milioni di euro per la messa in sicurezza e bonifica dell’intera area e nell’ultima conferenza dei servizi presso gli uffici della Regione Campania (2021) è stata aggiudicata la gara per la progettazione della bonifica dell’Uttaro a tutt’oggi non iniziata”.
“Con riferimento alla localizzazione dei nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti Urbani di cui alla delibera 23/2022, – scrivono Santagata e Pennino – possiamo rilevare che il Piano Regionale Rifiuti della Campania, prevede che nelle aree oggetto di bonifica non è possibile l’installazione di nuovi impianti di trattamento. D’altra parte, non si è tenuto in giusto conto dei Criteri di localizzazione contenuti nel redigendo Piano Urbanistico Comunale (PUC): distanza dai centri abitati, la vocazione del territorio (policlinico) e che una parte dell’area è tutt’oggi sottoposta a sequestro giudiziario (la nuova UTTARO 2007)”.
“L’area scelta presenta un elemento di forte criticità’: la discarica ACSA CE3 e il piazzale retrostante l’ex sito di trasferenza, dove è stato progettato il capannone del nuovo impianto di trattamento dei rifiuti, presentano fenomeni di subsidenza, che potrebbero mettere in pericolo la stabilità del capannone”.
“Le acque reflue provenienti dall’utilizzo dei servizi igienici ed acque meteoriche di dilavamento dei piazzali vengono, dopo trattamento, convogliate in pubblica fognatura. Viale Edison è privo di sottoservizio fognario e di rete idropotabile comunale. Si ravvisa l’impossibilità di localizzare un impianto di trattamento dei rifiuti in un’area che presenta tante criticità, la delibera va ritirata pur condividendo la necessità di procedere alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti della raccolta differenziata”.