Fed alza ancora i tassi, come cambia lo scenario del trading

15 Dicembre 2017 - 12:38

Come atteso, e come ricordatoci dal sito internet ilcorsivoquotidiano.net in un recente focus sul tema, la Federal Reserve ha alzato ancora i tassi di interesse di riferimento per 25 punti base (con i fed funds che il FOMC ha ora portato a 1,25% – 1,50%), aggiornando lo scenario con una valutazione evidentemente positiva. Il tenore del comunicato rimane identico (o quasi) a quello già visto a novembre, con l’aspettativa di un mantenimento in condizioni di forza sul mercato del lavoro, e con una crescita economica che dovrebbe espandersi a ritmo almeno moderato.

Per quanto invece concerne i prezzi, la Banca federale statunitense continua a ritenere che l’inflazione rimarrà al di sotto del 2% nel breve periodo, per poi risalire gradualmente nel medio termine. Ne consegua una conferma della policy monetaria, con graduale rimozione dello stimolo all’economia sia sui tassi che sul bilancio. Ma non tutto sembra essere andato come da auspici.

Che
spunti trarre dall’ultimo FOMC del 2017

In primo luogo, rileviamo come il voto non sia stato unanime, e come all’interno del board Evans e Kashkari abbiano dissentito, poiché avrebbero voluto adottare un comportamento più prudente, con tassi fermi.

Qualche altro spunto di interesse è poi giunto dalla conferenza stampa di Janet Yellen, l’ultima da timoniera della Fed, prima di lasciare il posto a Powell nel 2018.  Yellen ha infatti ribadito che l’economia è in buona forma ed è sostenuta da un’espansione sincronizzata con il resto dell’economia mondiale. Yellen ha aggiunto che potrebbe per essere necessario un periodo di tempo più lungo di un mercato del lavoro molto forte per poter raggiungere l’obiettivo di inflazione.

Yellen ha altresì aggiunto che buona parte delle proiezioni includono gli effetti attesi dalla riforma tributaria, ma non modificano di molto il sentiero tracciato sui tassi dei fed funds. Ha infine aggiunto che la preoccupazione per l’ampliamento atteso del deficit e del debito federale, già su sentieri sostenibili in maniera molto complessa, è ben condivisibile, e che i tagli delle imposte che sono previsti dalla riforma fiscale Trump potrebbero ridurre la possibilità di reagire a condizioni cicliche avverse in futuro, creando potenziali difficoltà in caso di recessione.

Che conclusioni trarre dalla riunione FOMC

Traendo le debite valutazioni dalla riunione FOMC, riteniamo che tale evento non abbia modificato lo scenario dei tassi per il prossimo biennio, lasciando così ancora in evidenza la dispersione delle opinioni sul sentiero degli stessi.

Dunque, alla luce di quanto sopra esposto, riteniamo che il board della Federal Reserve si manterrà sostanzialmente orientato con l’attuale approccio, con l’ulteriore indicazione che la moderazione della dinamica dei prezzi potrebbe fungere da contraltare al continuo riscaldamento del mercato del lavoro, senza però determinare un incremento nel ritmo dei rialzi attesi. Pertanto, sosteniamo l’auspicio di 3 rialzi dei tassi nel 2018, ma una pausa nel prossimo meeting, o forse nei prossimi 2, consentendo così un recupero di forza dell’euro nei confronti del dollaro statunitense già a partire da gennaio / febbraio del prossimo anno, come – d’altronde – da indicazione dei più noti analisti.