CASERTA. Scuola dell’infanzia di via Benevento: area ludica inutilizzabile da sei anni

6 Ottobre 2022 - 16:33

Da quel 2017, come abbiamo saputo oggi, quelle giostrine sono ancora così com’erano, inutilizzabili e mai nessuno ci ha messo mano.

CASERTA (pasman) Nei giorni scorsi, il sindaco Marino è stato attaccato variamente sul fronte delle scuole cittadine.

Venerdì, per aver disposto la loro chiusura generalizzata a seguito dell’allerta meteo arancione emesso dalla Protezione Civile della Regione Campania, benché in altri comuni vicini il provvedimento non venisse adottato in considerazione del grado attenuato della minaccia metereologica connesso al tipo di allarme. Difatti, nella giornata non si andava oltre a qualche scroscio di pioggia intermittente.

Sabato, invece, per le perduranti condizioni di insicurezza delle strutture del plesso scolastico De Amicis – Giannone, che stanno provocando disagi a studenti e famiglie per i doppi turni e gli spostamenti di sede delle classi che si sono resi necessari. Nella mattinata, un nutrito gruppo di genitori (nelle foto a lato) protestava persino – come non accade mai in questa città rassegnata al peggio – sotto la sede del comune, contestando che, nel sonno degli uffici comunali, si era persa l’intera estate per completare quegli interventi, che, per giunta, durerebbero già da tre anni buoni senza costrutto, almeno a dire di alcune delle mamme. Pare che i manifestanti, da un incontro con i responsabili, avessero la promessa che si sarebbe fatto qualcosa e che vi credessero giacché, come erano arrivati, così se ne andavano.

Ora, vogliamo fare un distinguo. Per la chiusura delle scuole di venerdì, con il sindaco Marino proprio non ce la si può prendere, se non, in astratto, nel confronto con gli altri sindaci che, come abbiamo detto, hanno preferito assicurare la continuità didattica alle proprie scuole, a fronte di un rischio di piogge moderato.

Piuttosto, bisognerebbe considerare, più in generale, la sensatezza di questo sistema degli allarmi del maltempo e simili. In un Paese in cui si sono portati a processo autorevoli sismologi per non aver preveduto gli imprevedibili terremoti, è più che giustificato che il sindaco Marino, come la gran parte dei sindaci italiani, non appena riceva un bollettino di avvertimento della protezione civile legato alla sicurezza del territorio non ci pensi due volte, anche quando appaia infondato od esagerato, a chiudere tutto il possibile, scuole, uffici, strade e servizi. E’ più che ragionevole che non voglia rischiare una lunga causa per supposte omissioni e scoprirsi innocente a distanza di anni, dopo le angosce e le ingenti spese di ogni giudizio penale, perché il processo – come fanno finta di non capire i giustizialisti di casa nostra, dai 5S a seguire –  costa ed è una sofferenza in sé.

Serve ricordare, al riguardo, il pensiero di uno dei massimi giuristi italiani, Francesco Carnelutti, quando negli anni sessanta affermava che “Il semplice inizio e tanto più lo svolgimento del processo penale cagionano sofferenze; la sofferenza dell’innocente è, purtroppo, il costo insopprimibile del processo penale” ?

Ma, riprendendo il discorso, per le proteste di sabato, invece, Marino ha tutti i torti possibili ed i manifestanti hanno mille ed una ragione. E senza dire che quello dell’istituto di via Giannone non è affatto un caso isolato, ma investe più o meno tutte le scuole di gestione municipale.

Il problema scolastico casertano, tuttavia, è ben maggiore perché, al di là di questi fatti già gravi, si versa radicalmente nell’inconsiderazione più generale. Non già e solo l’annosa questione dell’educazione fisica, che tutti a parole riconoscono come essenziale per i ragazzi, ma che qui si svolge – o meglio, non si svolge – come negli ultimi cinquant’anni almeno. Cioè, per la colpevole carenza di palestre e degli impianti delle docce, si fa proforma dove c’è spazio e poi, specie con il sole, tutti accaldati e sudati si torna in classe.  E neppure è solo la puntuale polemica di ogni anno sulla refezione scolastica. Ritardi e qualità mediocre dei piatti sono le accuse che proprio in questi giorni vengono mosse al servizio. Oppure la consegna per tempo dei libri di testo, che, per quanto di banalissima pianificazione, non riesce quasi mai.

Vi è di peggio ancora. Prendiamo un caso concretissimo tra i tanti, di cui CasertaCe.net si è occupato alcuni anni fa. Esattamente nel febbraio 2017 titolavamo “…nell’asilo di rione Acquaviva sono inagibili le aree ludico ricreative per i bambini”. Si trattava della scuola materna di via Benevento di quel popoloso quartiere, dove, come ci segnalavano diverse mamme, da svariati mesi l’area dei giochi esterna era stata chiusa per la rottura delle giostrine, che inspiegabilmente non venivano riparate.

Facemmo un’osservazione elementare ed ossia che ogni ritardo nella riparazione si traduceva in un deficit didattico per i bambini, che, in quella fascia di età, apprendono non dalla scrittura e la lettura, che ancora non possiedono, ma con il gioco e la socialità, specie esterni. E che, quindi, le giostrine non erano un lusso, bensì una componente essenziale per la loro formazione, per cui il comune si svegliasse e riparasse quanto era da riparare.

Non ci si crederà – e perciò abbiamo parlato di inconsiderazione della scuola casertana – da quel 2017, come abbiamo saputo oggi, quelle giostrine sono ancora così com’erano, inutilizzabili e mai nessuno ci ha messo mano.

A questo punto, viene da dire, la colpa per un tale inconcepibile stato di cose non è degli amministratori comunali, ma di chi, per inerzia, disinteresse o per compiacenze lo permette, con tutti i soldi pubblici che si dilapidano.

Il sindaco Marino, intervistato dopo la protesta di sabato, pare abbia replicato piccato ai genitori “…noi non puntiamo al baby parking: noi puntiamo a dare ai giovani ambienti adatti a formare la classe dirigente del futuro“.

Si vede!!!

L’area giochi dell’asilo di via Benevento, inagibile dal 2017