LA FOTO. L’albergo diventa casa del sesso: SEQUESTRATO. La “quota” del titolare per ogni prestazione

19 Settembre 2023 - 11:15

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TEVEROLA – I Carabinieri della Stazione di Teverola, all’esito di una attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nella tarda serata di ieri hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere di una struttura ricettiva utilizzata per la prostituzione. 

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotte dai militari della Stazione Carabinieri di Teverola, nel mese di agosto di quest’anno, hanno consentito di accertare che il titolare della struttura tollerasse abitualmente la presenza di più persone dedite all’attività di meretricio all’interno dello stabile, mettendo a disposizione le stanze per l’attività, nonché ricevendo direttamente il compenso pari a 20 euro circa. 

L’attività dei militari, coordinati dalla Procura di Santa Maria di Capua Vetere, ha avuto origine da alcuni controlli effettuati del Comando Stazione di Teverola insospettito dal continuo afflusso di persone – a qualsiasi ora del giorno e della notte – nella struttura ricettiva, ubicata nei pressi di una delle arterie principali che conducono alla cittadina dell’agro-aversano.

I militari decidevano di effettuare il controllo degli ospiti e, a seguito di approfondimenti, riuscivano ad accertare che il titolare della struttura G.G.G. tollerasse il meretricio, favorendolo e sfruttandolo.

A riscontro dell’attualità della condotta illecita posta in essere dal titolare, i militari all’atto del sequestro dell’immobile, composto da sette stanze, hanno nuovamente sorpreso all’interno clienti e prostitute. 

L’indagato è da ritenersi innocente fino alla sentenza definitiva e la misura cautelare è stata adottata senza il contraddittorio con le parti e le difese. II contraddittorio avverrà innanzi al Giudice Terzo che potrà valutare anche l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.

qui sotto la foto al momento dei sigilli dei carabinieri