LA NOTA. Gli insulti dei fratelli De Rosa? Il solito tentativo di distrarre i cittadini dal Puc di Casapesenna per noi illegale. Nel loro post non c’è una sola risposta di merito

2 Ottobre 2023 - 19:09

Abbiamo battuto il record della brevità di un nostro scritto di commento. E questo non è casuale, visto che la debolezza dei personaggi che ci attaccano rende totalmente irrilevante un nostro esercizio di replica. D’altronde, le persone che non campano di politica e di trastole e che non hanno le mani in pasta, sanno benissimo chi sia il sottoscritto e questo giornale e chi siano loro due

CASERTA (Gianluigi Guarino) – La raffica di insulti, propinati al sottoscritto e a CasertaCe dai fratelli Raffaele, detto Lello, e Marcello De Rosa, sindaco di Casapesenna e consigliere provinciale con delega alla Viabilità, con tanto di premonizione di visita nei miei confronti dell’autorità giudiziaria, prova che loro hanno alte amicizie (🤣🤣), e soprattutto con tanto di solidarietà alla presidente Asi Raffaela Pignetti, definita da Lello come “donna di grande valore“, non ne dubitiamo (detto da Lello De Rosa è un vero imprinting di qualità), si rappresentano come una modalità espressiva usuale – perché questi qua così reagiscono sempre quando “gli vanno le scarpe strette” – consueta, quand’anche legittima perché in una democrazia ognuno può dire la propria opinione e, rispetto a personaggi pubblici quale può essere anche un giornalista, la può dire anche spingendo il lessico al livello di mero insulto.

Naturalmente, i fratelli De Rosa fanno casino a gò-gò, ma si guardano bene dal confutare nel merito gli articoli che abbiamo dedicato al Puc di Casapesenna (LEGGI QUI L’ULTIMO). Ed è questa la cosa più importante perché sarebbe del tutto irrilevante entrare nel merito delle accuse, degli insulti banalissimi, puramente assertivi e apodittici a noi propinati dai brothers di Casapesenna.

Irrilevante perché le persone serie sanno bene chi è Guarino, conoscono bene lo stile francescano della mia vita, anzi da frate cappuccino-francescano, e sanno troppo bene che, quando Lello De Rosa era nella funzione di vicesindaco e di super assessore, parte integrale e sostanziale dell’amministrazione guidata da Fortunato Zagaria, con il boss Michele Zagaria ad esercitare – come una tonnellata di carte giudiziarie raccontano – il vero potere politico amministrativo su Casapesenna e non solo, il sottoscritto trascorreva le giornate tra le sue montagne sannite, dove un semplice timbro messo volontariamente fuori posto da un funzionario comunale creava uno scandalo di cui si parlava in ognuno delle nostre case tra un boccone di castagne, uno sgranocchiar di noci e frugali convivi a base di formaggio di pecora e pancetta di maiale, che da noi si chiama “vendresca” e ce ne vantiamo, noi cafoni sanniti, che ai romani però non regalammo le nostre donne ma, al contrario, facemmo il culo a cappella, in pratica a mani nude.

Non abbiamo bisogno di rispondere agli insulti perché questi sono solo stupiderie di segno semi-analfabeta. I fratelli De Rosa, il sindaco specialmente, rispondano, invece, alle domande che riformuliamo loro per l’ennesima volta nell’articolo in cui ritorniamo a scrivere di un Puc che noi, non pretendendo di avere la verità in tasca, ma rivendicando ad alta voce il pieno diritto di affermarlo, riteniamo tecnicamente illegale.

Le chiacchiere stanno a zero.