FALSI INCIDENTI & FRODI ALLE ASSICURAZIONI. Indagati e perquisiti due medici. Ecco i nomi dell’intero gruppo di aspiranti truffatori
29 Novembre 2023 - 18:37
Indagine nelle mani della Polizia di Stato della Questura di Caserta. Il sistema è partito, ma al cospetto del giudice di pace è avvenuto il colpo di scena. Vittima la Sara Assicurazioni
CASERTA – (g.g.) E’ un’indagine molto seria quella in corso, da parte della Polizia di Stato della Questura di Caserta e di quella di Roma, a carico di diverse persone, tutte indagate e perquisite per una presunta attività finalizzata a frodare una compagnia assicurativa, precisamente la Sara s.p.a., attraverso la certificazione di falsi incidenti dai quali poi si arriverebbe ad un risarcimento attraverso periodi di malattia, ovviamente tutt’altro che leciti e legittimi.
A finire sul registro degli indagati e ad essere oggetto di un decreto di perquisizione sono stati Giovanni Pompeo, 45enne di Frattamaggiore, Sergio Cirillo 65enne di Casal di Principe, Vincenzo Ografo 60enne di Marcianise. Questi primi tre relativamente a un episodio contestato per i reati di frode assicurativa ai sensi dell’articolo 642 c.p.
Per quanto riguarda Vincenzo Ografo e Giovanni Pompeo, oltre alla contestazione di frode assicurativa in concorso, c’è anche quella false certificazioni in concorso relativa a certificati collegati a un falso incidente e finalizzati ad attestare uno stato di impossibilità al lavoro legato alla malattia e false certificazioni ai sensi dell’articolo 481. Entrambi i reati sono stati contestati in concorso tra i tre indagati ai sensi degli articoli 81 e 110 del c.p.
L’episodio attenzionato dalla autorità giudiziaria e dalla Polizia di Stato riguarda un presunto, anzi molto presunto incidente risalente al 18 gennaio 2018, quando, sempre stando a ciò che fu dichiarato dai protagonisti dello stesso, una Fiat Panda guidata da Sergio Cirillo avrebbe investito Giovanni Pompeo. In realtà, secondo gli inquirenti, l’incidente sarebbe stato solo una finta e del tutto illegali in quanto finti sarebbero stati anche i certificati rilasciati dal medico Vincenzo Ografo nelle giornate del 22 gennaio, 10 febbraio, e marzo e 22 marzo, per la prosecuzione medica.
Il 14 gennaio del 2019 la presunta vittima dell’incidente ossia Giovanni Pompeo si presentava al cospetto del giudice di pace di Frattamaggiore. Dall’altra parte, nella vesta di convenuto, c’era il rappresentante della Sara Assicurazioni. Naturalmente, in quell’occasione era presente anche Sergio Cirillo, il conducente dell’auto che avrebbe investito e procurato gravi danni a Giovanni Pompeo.
E qui inizia il giallo: Giovanni Pompeo sentito in quell’occasione disconosce l’evento dell’incidente e nega anche di aver conferito incarico all’avvocato patrocinante per la causa summenzionata. Questa smentita non è in linea con ciò che era stato scritto al suo tempo nel verbale di costatazione amichevole, il famoso CID e neppure sulla sottoscrizione del verbale di S.I.T. che sta per sommarie informazioni testimoniali, che, secondo gli inquirenti appaiono appartenere alla medesima mano. Il giorno dopo del presunto sinistro verificatosi il 18 gennaio 2018 e dunque durante la giornata del 19 gennaio Giovanni Pompeo si era recato presso il pronto soccorso per curare un lieve edema alla mano sinistra, causato da una contusione. il medico marcianisano Vincenzo Ografo ha, invece, diagnosticato un trauma alla spalla e al ginocchio sinistro. Questa certificazione è stata rilasciata nell’arco dei due mesi andati dal 22 gennaio al 22 marzo. Nell’incartamento relativo all’incidente e alle condizioni di salute di Giovanni Pompeo, c’è anche il referto dello Studio Polispecialistico Diagnostico “Athena”.
“Athena“, però, a seguito delle indagini della Polizia di Stato, risulta essere un centro diagnostico fantasma, del tutto inesistente. Ciò conduce l’autorità giudiziaria a chiudere il cerchio della propria indagine e a passare allo stadio successivo consistente nelle perquisizioni realizzate nei giorni scorsi.
Il secondo caso coinvolge nella stessa indagine altri 4 indagati Domenico Chianese, 60anni di Gricignano di Aversa, Luigi Russo, 35 anni di Gricignano di Aversa, Rosario De Pasquale di Mondragone e un secondo medico, ossia Antonio Russo, 65 anni di Quarto. I reati contestati sono gli stessi e cioè la frode assicurativa (642 c.p.) in concorso ai sensi degli articoli 110 e 81 comma 2. Il secondo episodio riguarda altre persone, ma una di queste è presente in questa vicenda così com’era presente in quella precedente. Si tratta del medico marcianisano Vincenzo Ografo a cui vengono di nuovo contestati i reati di frode assicurativa in concorso e di false certificazioni. Il concorso delle false certificazioni vede protagonista stavolta, non Giovanni Pompeo com’era successo nel primo falso incidente bensì Luigi Russo. Nella vicenda è poi indagato anche un secondo medico, cioè Antonio Russo il quale, in coppia con la presunta falsa vittima di uno degli incidenti farlocchi, cioè con Domenico Chianese è parimenti indagato, sia per il reato di frode assicurativa in concorso che per quello di false certificazioni.
Luigi Russo è un 35enne di Gricignano di Aversa, Domenico Chianese è un 60enne di Gricignano di Aversa, mentre il medico Antonio Russo è un 65enne di Quarto. Rosario di Pasquale, di Mondragone è indagato per il solo reato di frode assicurativa in concorso ai sensi degli articoli 642, 110 e 81 comma 2. Sarebbe stato proprio lui alla guida di un furgone avrebbe finto di investire, sempre a Frattamaggiore, Luigi Russo e Domenico Chianese. E anche in questo caso la Sara Assicurazioni è stata citata davanti al giudice di pace di Frattamaggiore per il giorno 30 gennaio 2019. E qui torna in ballo il centro sanitario fantasma “Athena”.
Ma la sceneggiatura è la medesima perché al pronto soccorso dell’ospedale vengono refertate solo lievi contusioni alla spalla. Anche in questo caso il medico Vincenzo Ografo sciorina certificazioni di prolungamento della malattia di Chianese. Stesso copione anche davanti al giudice di pace dove Domenico Chianese dichiara addirittura di non avere memoria dell’episodio mentre Luigi Russo dichiara di non ricordare dato il tempo trascorso. Quest’ultimo, cioè Luigi Russo, aveva ricevuto dal medico Antonio Russo lo stesso trattamento che Vincenzo Ografo aveva riservato a Domenico Chianese. Anche in questo caso dunque diverse certificazioni di allungamento della malattia.
Va da se che questo racconto dimostra che questo gruppo se proprio voleva fare le truffe all’assicurazione, non era proprio il massimo dell’organizzazione dato che nel momento in cui le presunte vittime dicono di non sapere, di non ricordare davanti al giudice di pace, fanno cadere tutto il progetto criminale, mettendo pesantemente nei guai i medici che hanno rilasciato le certificazioni