MADDALONI. Cava Monti, venti di guerra dell’autorità giudiziaria. Piombo e benzene nell’aria e niente di concreto si è fatto per la bonifica
28 Luglio 2018 - 18:17
MADDALONI (tp) – Ex cava Monti, dopo il sequestro, il buio assoluto. Nessuno si è fatto carico più di nulla per il progetto bonifica. L’aria che tira è pesante e non è escluso che già da settembre vi possano essere importanti sviluppi sul fronte giudiziario. Ne sono certi alcuni cittadini che, con circostanziate denunce, si sono rivolti all’autorità giudiziaria. Dopo i sigilli messi dai carabinieri, l’autorità competente nominò l’ex sindaco Rosa De Lucia custode giudiziario. Quindi anche il Comune, oltre alla Regione, è responsabile della mancata bonifica di questa cava che una volta era di proprietà dell’imprenditore Angelo Marrazzo attuale proprietario dell’Hotel Regina Elena di Ischia.
Una cava di tufo nella quale i rilievi effettuati negli anni scorsi hanno rilevato la presenza di rifiuti tossici interrati a grandi profondità provenienti soprattutto da due fabbriche di Marcianise che producevano batterie e non solo ma anche un giro di rifiuti pericolosi, nessuno ha mai potuto provare il contrario, gestito dal clan dei Casalesi che andavano a scaricare di notte in questa cava con grossi tir con le targhe coperte da cartoni. Fumarole che hanno liberato per anni nell’aria grosse quantità di sostanze tossiche come il benzene, sempre accertate in seguito ad analisi effettuate sul sito. Campi coltivati ed attività nelle immediate vicinanze che mettono a serio rischio, per effetto di una probabile contaminazione, la salute delle persone che ci abitano o ci lavorano. “Fate presto” continua l’appello accorato alle autorità competenti di tanti resistenti.