Imprenditore ucciso durante la rapina, il presunto killer al giudice: “Sono innocente”
30 Aprile 2024 - 16:11
Dichiarazioni spontanee del 33enne estradato dall’Inghilterra e finito in manette per l’omicidio di Pasquale Guarino.
SANTA MARIA CAPUA VETERE. Estradato ed arrestato per l’omicidio dell’imprenditore agricolo Pasquale Guarino, oggi il 33enne albanese Algert Datja, accusato di quel delitto avvenuto nove anni fa, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Alessandra Grammatica, nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
L’uomo ha reso solo dichiarazioni spontanee dicendosi innocente.
L’omicidio di Pasquale Guarino avvenne il 23 settembre 2015 a Santa Maria Capua Vetere – località Savignano, via Pozzilli – quando un gruppo di almeno tre persone, nel tentativo di commettere una rapina ai suoi danni, lo colpiva, a seguito della resistenza dallo stesso opposta, con due colpi d’arma da fuoco che lo attingevano all’avambraccio destro ed alla regione giugolo – sternale, cagionandone la morte, verificatasi poco dopo presso l’ospedale di Santa Maria Capua Vetere.
L’attività di indagine, diretta da questa Procura della Repubblica ed eseguita dalla Sezione Operativa della compagnia carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, ha consentito attraverso l’analisi del contenuto di intercettazioni telefoniche, nonché delle immagini riprese da alcune telecamere insistenti sulla vasta area dell’evento omicidiario, dei tabulati di traffico telefonico e delle dichiarazioni rese da alcune persone informate sui fatti di effettuare una ricostruzione della complessa vicenda delittuosa che è culminata con l’assassinio del citato imprenditore.
In particolare l’indagine ha consentito di delineare le responsabilità in capo all’arrestato, quale esecutore materiale dell’azione delittuosa, oltre a quelle di un altro indagato, Roland Turshilla, già tratto in arresto in esecuzione del medesimo provvedimento il 1° agosto dell’anno scorso, il quale, approfittando del rapporto di impiego che all’epoca dei fatti lo legava alla vittima ed assumendo il ruolo di “basista”, avrebbe fornito agli altri complici determinanti informazioni sugli spostamenti e sulle abitudini del Guarino, affinché questi potessero perpetrare ai suoi danni una rapina finalizzata all’appropriazione di una cospicua somma di denaro, incassata dallo stesso poco prima presso il mercato ortofrutticolo di Maddaloni.