CASERTA. I rebus di Marino: caccia solo Marzo e Casale? Oppure azzera utilizzando il nome di Riccardo Ventre per far vedere di non essere più un uomo solo al comando?

4 Luglio 2024 - 19:34

Dopo la liberazione dei domiciliari dell’assessore ai lavori pubblici serpeggia tensione nelle stanze di palazzo Castropignano. Il problema è che se Casale sarà difeso da Giovanni Zannini, con tutti i consiglieri comunali che questi ha portato dalla sua parte la navigazione del primo cittadino sarebbe tutt’altro che tranquilla

CASERTA(g.g.)  Carlo Marino, ovviamente, ritiene di avere un rapporto di alterità, cioè si sente “cosa altra” rispetto alle questioni giudiziarie, ma soprattutto di carattere etico, morale che emergono dall’ordinanza su Massimiliano Marzo, Franco Biondi, Emiliano Casale e compagnia. Non può far vedere, soprattutto alla magistratura, soprattutto al tribunale di Santa Maria Capua Vetere dove si trova comunque sotto processo per il reato di turbativa d’asta in emerito alla vicenda del mega appalto dei rifiuti da 116milioni di euro, che lui fa finta di nulla e che l’esito positivo, riguardante esclusivamente i titoli cautelari di Massimiliano Marzo e degli altri, gli risolva anche un problema di immagine di un Comune in cui il sindaco, come abbiamo appena scritto è imputato per turbativa d’asta, il vice sindaco per voto di scambio, l’assessore ai lavori pubblici reduce da qualche settimana di detenzione domiciliare, è indagato per corruzione e falso, il dominus assoluto degli uffici, ossia l’onnipotente

Franco Biondi è imputato nel processo, istruito dalla Dda, per gli interessi del clan dei casalesi, gruppo Zagaria sui lavori del parcheggio di via San Carlo. L’altro dirigente, Giovanni Natale, cugino del sindaco Carlo Marino è rimasto pervicacemente in sella con il solito escamotage della legge Monti nonostante sia andato in pensione, indagato per corruzione e falso e anche lui reduce da un po’ di giorni di arresti domiciliari, il funzionario Pippo D’Auria, pure lui in pensione, ma ripreso in servizio con la legge Monti e già ripagato da diverse nomine a Rup, imputato nel medesimo processo in cui è imputato Carlo Marino e l’ex dirigente Marcello Iovino, “idem con patate”

Ora il grado dio credibilità che può avere un’amministrazione così combinata non può essere materia di discussione e tutto si può dire eccetto che la magistratura inquirente non si sia limitata, fino ad oggi, a svolgere il minimo sindacale

Per altro con i rimpasti di giunta c’è poco da scherzare. Se il consigliere regionale Giovanni Zannini, infatti si schiererà in difesa della poltrona di vice sindaco di Emiliano Casale, passato nei suoi ranghi con tanto di nomina a presidente dell’Agis, la società in house dell’amministrazione provinciale che gestisce tutti gli impianti sportivi di proprietà, a partire dalla piscina olimpica di via Laviano, Marino non è destinato ad avere una navigazione tranquilla. Oggi, infatti, Zannini ha prosciugato gradualmente la riserva di consiglieri su cui Massimiliano Marzo e suo fratello Paolo potevano contare ad inizio consigliatura

Si muovono in simbiosi con Zannini il presidente del consiglio comunale Lorenzo Gentile, Dora Esposito, Rosaria Mona, Michele Picozzi e Massimo Russo.

Con Marzo sono rimasti Mariana Funaro e Giovanni Lombardi, anche se quest’ultimo non sarebbe disponibile, probabilmente, a partecipare a braccio di ferro con il sindaco Marino.

Ecco perché c’è qualcuno che, in queste ore, parla di un sindaco pronto a far pesare la diversa cifra del provvedimento giudiziario tra Marzo e Casale.

Il primo sarebbe revocato, il secondo no per evitare ripercussioni pericolose nella maggioranza. Le due ipotesi, ossia quelle della revoca sia di Marzo che di Casale restano, comunque, entrambe sul tappeto.  Come resta nel novero delle possibilità l’accantonamento del solo Marzo a cui il sindaco potrebbe associare la revoca anche di altri assessori. Ciò non perché Marino avverta realmente l’esigenza di un azzeramento della giunta in quanto questa sarebbe stata incapace nell’attività di governo. Marino è stato l’artefice e l’autore della nomina di questo gruppo di assessori di cui è difficile addirittura ricordare il nome e lo ha fatto perchè si tratta di persone che si accontentano dell’indennità mensile, di ricevere qualche “cortesia” dagli uffici ma non si sono permessi, neppure lontanamente, di pensare di avere un diritto dialettico nei confronti di Marino, protagonista di un vero e proprio consolato assieme al suo fedelissimo di sempre, di oggi ma anche di un passato prossimo e più remoto, Franco Biondi

Nel momento in cui Carlo Marino chiede, così come ha   chiesto negli ultimi giorni, a Riccardo Ventre di entrare da indipendente nella giunta dimostra tutta la sua difficoltà che può essere soccorsa solo dalla necessità di inserire qualche personalità nota, autorevole che cancelli all’esterno l’immagine di una giunta di mediocri, anzi di mediocrissimi, eterodiretti da un uomo solo al comando