Il museo campano di Capua. Da centro culturale a centro commerciale

12 Luglio 2024 - 17:00

Iniziative che hanno dell’incredibile per l’insulto ai nostri beni culturali

CASERTA (p.m.) Quando ci hanno mandato il video che a nostra volta proponiamo ai nostri lettori non ci volevamo credere. Pensavamo di aver visto il peggio con la festa di matrimonio di Angela Ammaturo consentita nella Reggia di Caserta nel 2018. Tra le cose che sconcertarono, resterà negli annali del museo – ovviamente –  l’immagine del fioraio che, per allestire gli addobbi sullo scalone d’onore, si arrampicò sulla schiena di uno di quei superbi  leoni di marmo. A mo’ di scaletto.

Invece, ci sbagliavamo, perché  viene annunciato che a dicembre prossimo, al Museo Campano di Capua,  nelle sale di esposizione dei suoi capolavori storico-artistici, si terrà una mostra di orologi, vini, prodotti di sartoria e a latere finanche un raduno di automobili. Così che, accanto al busto duecentesco di Pier della Vigna, potrebbe capitare un saporoso caciocavallo.

Poiché parliamo di uno dei nostri maggiori luoghi culturali – il museo, istituito con decreto reale il 21 agosto del 1869 sotto l’impulso del canonico Gabriele Iannelli, archeologo e intellettuale in contatto con Theodor Mommsen, fu aperto al pubblico il 31 maggio 1874– viene da chiedersi quale disastro istituzionale ha reso possibile che si sia giunti a tale punto di degrado, senza avvertire l’enormità del fatto.

Sappiamo bene che, da un certo punto in poi della storia recente del Paese, anche gli enti culturali hanno subito la peggiore lottizzazione politica, con l’occupazione da parte degli uomini di partito di ogni incarico grande o piccolo. Ma qui siamo all’indecenza. Alle cose finite in mano a chi non ha gli strumenti minimi di comprensione del valore del patrimonio artistico che gli è affidato.

Quanto al video ed al tizio che in quel suo modo leccato pubblicizza l’iniziativa – la quale prevederà un biglietto di ingresso di dieci euro – saranno i lettori a darne un giudizio. Noi ne pensiamo il peggio possibile perché si mischia il sacro con il profano nella più totale incoscienza.

Intanto registriamo  la reazione giustamente indignata della sezione casertana di Italia Nostra. Il documento che ne pubblichiamo, a firma della presidente architetto Maria Carmela Caiola, dice tutto e spiega tutto.

C’è solo da attendere che il soprintendente delegato ai beni culturali del territorio Mariano Nuzzo intervenga immediatamente per scongiurare questo pastrocchio indecoroso e per porre le basi affinché  cose del genere non possano ripetersi.

Nuzzo, come si sa, si è insediato da pochissimo tempo. Cogliamo, perciò, l’occasione per dirgli che l’ufficio a cui è pervenuto ha come abitudine l’imperturbabilità della sfinge. Tanto per dire, siamo ancora in attesa di sapere, noi e la stessa Italia Nostra che scrisse del caso, che succede al palazzo de Gregorio ad Aldifreda di Caserta (qui l’articolo che vi dedicammo ). Speriamo che questa volta si agisca in fretta e bene, come è necessario e doveroso.

IL VIDEO