Donna si getta dal balcone e muore. Ora l’Asl dovrà pagare un maxi risarcimento ai suoi familiari. LE CIFRE e la battaglia

9 Settembre 2024 - 13:32

Incideranno pesantemente anche gli interessi maturati negli anni  

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MARCIANISE – (g.g.) P.A., donna di Marcianise toltasi la vita gettando dal balcone, dal secondo piano, di una struttura di assistenza per la salute mentale, ubicata proprio a Marcianise e gestita dal distretto sanitario dell’Asl.

Dopo ben 17 anni gli eredi di questa donna hanno avuto ragione davanti alla legge, ottenendo un risarcimento dei danni. L’Asl di Caserta dovrà corrispondere loro una somma di circa 150mila euro che, calcolando gli interessi, diventerà il doppio ossia circa 300mila euro

In prima linea in questa battaglia legale P.C.V., sorella di P.A.

La prima azione giudiziaria risale all’anno 2010. I tempi lunghi del processo civile hanno portato il tribunale  di Santa Maria Capua Vetere a riconoscere che nel contratto esistente tra un ente erogante servizi pubblici, in questo caso sanitari, e un paziente, andava fatto tutto il possibile per evitare che P.A., tra le altre cose non deceduta sul colpo ma dopo diversi gg di agonia all’ospedale civile di Caserta, compisse il gesto estremo

Ma in quel caso il tribunale di primo grado dette ragione alla difesa dell’Asl, basandosi sull’assunto che P.A., non avendo subito in un periodo abbastanza cospicuo di tempo, precedente a quello del gesto, alcun trattamento di TSO, non fosse un paziente da controllare a vista 24 per su 24

Questa tesi, espressa nella sentenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stata contestata e impugnata dagli avvocati della famiglia di P.C.V., Alberto e Dario Abbate che hanno presentato ricorso in Corte D’Appello nel 2021 e i giudici di secondo grado hanno accolto integralmente questo ricorso e l’applicazione di una cifra precisa a titolo di risarcimento danni.

In pratica la Corte D’Appello, compiendo uno studio giurisprudenziale più approfondito ha stabilito che è onere dell’Asl garantire comunque la piena sorveglianza di un paziente. Insomma, non costituisce una esimente il fatto del TSO, trattandosi comunque di un paziente con patologie rischiosissime per quanto riguarda gesti autolesionistici.

Alla fine, la sentenza ha stabilito un risarcimento di 62mila 833 euro per la sorella P.C.V., 40mila 756 euro per gli altri 2 eredi rispettivamente 37mila 369 euro per il primo e 40mila 756 euro per il secondo, Come si può vedere siamo sui 140mila euro a cui vanno aggiunti, come detto, gli interessi maturati dal giorno in cui la donna precipitò da quel balcone