MARCIANISE. Passa il bilancio. La politica cancellata dai predoni. Trombetta umiliato dalla Iodice non batte ciglio ed è salvato da Zannini e Graziano
20 Dicembre 2024 - 16:42
E beh, anche Susanna Camusso, dopo l’assenza dall’aula del solito Raffaele Guerriero, da noi largamente prevista, ha cominciato a capire in quale posto si trova. Andasse a Roma e attaccasse al muro Francesco Boccia, dopo che Graziano le ha fatto fare una figura barbina, dato che per questo voto si era esposta personalmente nel circolo marcianisano del Pd. E poi faccia piazza pulita a Caserta, rendendo finalmente votabile questo partito. Nei prossimi giorni vi parleremo di milioni di euro di affidamenti diretti e del cantiere Big Maxicinema, oggi Toraldo. Capirete perché, costi quel che costi e arruolando ribaltonisti senza scrupoli e un fedele servitore di Filippo Fecondo, questa amministrazione resta attaccata alle poltrone con le unghie e con i denti
MARCIANISE (G.G.) – Nei giorni scorsi più di uno ci ha chiesto per quale motivo non ci stessimo occupando del consiglio comunale convocato per l’approvazione del Bilancio Consolidato che, in poche parole, aggiunge al bilancio di un Comune le voci relative alla sue partecipazioni esterne, obblighi derivanti dallo status socio di uno o più enti strumentali.
Non ce ne siamo occupati deliberatamente. Conosciamo fin troppo bene i nostri polli. Quando ci hanno detto, ad esempio, che il consigliere comunale Raffaele Guerriero, avrebbe garantito la sua presenza e il suo voto contrario, in piena adesione alla linea uscita da una recente riunione tenutasi nel circolo e presieduta dal commissario provinciale Susanna Camusso in persona, ci siamo fatti una risata.
Mentre ridevamo, il nostro interlocutore ci ha detto: capisco che tu sghignazzi per tutto ciò che Raffaele Guerriero ha fatto in passato, sempre fondamentalmente in distonia con il Pd locale, ma stavolta che cavolo, davanti alla Camusso che non è un commissario qualsiasi, non è un Mirabelli qualsiasi, ma uno dei dirigenti nazionali più importanti del Pd, un punto di riferimento per la segretaria nazionale Elly Schlein e una donna dal curriculum ad altissimo peso specifico, essendo stata per un lungo periodo segretaria generale della Cgil, Guerriero eviterà di esporsi alla solita figuraccia di chi immancabilmente si tira indietro al momento di votare contro il bilancio di un’amministrazione comunale fondamentalmente tarata con le insegne del centrodestra.
Al nostro interlocutore abbiamo ribattuto in maniera tranciante: ma allora siete duri di comprendonio! Noi non vogliamo dar più spazio a queste barzellette. Figuriamoci. Ormai siamo costretti a chiederci cosa faccia Guerriero da una decina di anni a questa parte e basta.
Guerriero – ne siamo stati certi sin dal primo momento – avrebbe fatto quello indicatogli da Stefano Graziano, da chi lo tratta da anni come un delizioso animaletto ammaestrato; avrebbe fatto quello che Graziano ha concordato con il suo compare Giovanni Zannini.
Questi due non possono più far vedere in pubblico quanto si vogliono bene, quanto siano affini per mentalità, spregiudicatezza nell’approccio e nella consumazione delle prassi della loro politica.
Ma riservatamente si sentono e concordano linee comuni. Basta vedere come tengono insieme i cocci dell’Asi di Caserta, ormai disastrata da dieci anni di malgoverno.
E così Guerriero, come noi avevamo dato per scontato nelle informali chiacchierate dei giorni scorsi con chi riteneva avvenisse il contrario, non si è presentato, dicendo che lui aveva già preso l’impegno di partire in viaggio, che purtroppo per Marcianise non è mai quello che lo conduca fuori dalle istituzioni della città, che lo ostracizzi a furor di popolo, così come accadeva, per certi personaggi, nell’Atene del V Secolo A.C. targata Pericle.
LA CAMUSSO TORNI A ROMA E “ATTACCHI AL MURO” FRANCESCO BOCCIA – Susanna Camusso non ha alle spalle più di 40 anni di carriera politica e sindacale per farsi prendere per i fondelli da Stefano Graziano e da un Raffaele Guerriero qualsiasi, così com’è successo dopo che lei stessa, personalmente, si è esposta anche in nome e per conto di Elly Schlein, sul voto consiliare del Pd a Marcianise.
Camusso, donna integra e dotata di una simpatica virilità posturale, dovrebbe tornare a Roma, acchiappare per il bavero il signor Francesco Boccia e attaccarlo al muro, dicendogli che lei non è venuta a Caserta per farsi prendere per il culo da Stefano Graziano, il quale ancora una volta ha giocato una partita sua, personale, come ha sempre fatto durante la sua vita politica, utilizzando e mai servendo i partiti in cui ha militato. Non sappiamo se la Camusso lo farà, ma la commissaria provinciale sappia che il suo rapporto con Graziano rappresenta discrimine e possibile punto di svolta per un Pd provinciale che finalmente, al netto del suo baronato al netto di Oliviero, Graziano e Carlo Marino, possa diventare realmente un partito votabile di questo territorio.
Tornando al consiglio di ieri sera, dunque, noi sapevamo benissimo che la minoranza non avrebbe avuto i numeri per mettere sotto la maggioranza del ribaltone, quella che governa grazie a una frode politica, a una frode della rappresentanza compiuta prima da Giovanni Pratillo, in nome e per conto di Pino Riccio, poi da Nicola Russo in nome e per conto di Giovanni Zannini, che tiene appeso per gli zebedei il sindaco Antonio Trombetta.
E così esattamente è andata.
I dieci veri consiglieri di minoranza hanno dovuto astenersi perché non avevano i numeri per mettere sotto il sindaco.
Guerriero non c’era e Salvatore Raucci prendeva, come sempre, ordini da Filippo Fecondo, che siccome sta orchestrando e orientando diverse direttrici di potere e di gestione economica, sia nel settore dei Lavori Pubblici, sia in quello dei Servizi Sociali, ha detto a Raucci di astenersi, ricevendo l’obbedienza di questi.
Si dirà, ma è mai possibile che nel consiglio comunale di Marcianise alberghi questa cifra di dignità politica e personale?
I NUMERI DEL VOTO SUL BILANCIO – Non è solo possibile, ma è una realtà tangibile. Ammesso e non concesso che Maria Luigia Iodice e Antimo Rondello, invece di votare sì, si fossero astenuti, così come sembrava volessero fare fino a metà pomeriggio, i dieci voti della minoranza sarebbero stati uno in meno rispetto ai sì al bilancio.
In un posto normale, questa sarebbe stata additata come una proverbiale vittoria di Pirro.
Passa il bilancio, ma il sindaco non ha più una maggioranza, che significa poter contare su 13 voti e non su 11.
E qui torniamo di nuovo sulla decisione di disinteressarci della vicenda del consiglio comunale nei giorni precedenti alla sua celebrazione.
MA QUALE POLITICA, QUI SOLO RICOTTA – Ma voi pensate che a Marcianise, nell’odierna Marcianise, ci sia qualcuno di questa maggioranza che ragioni in termini politici e che si ponga il problema di una condizione numerica del consiglio comunale, che segnala il dato della inesistenza di una maggioranza politica o semplicemente aritmetica?
Oggi Marcianise è diventato un suk mediorientale in cui circolano “mariuncielli” di ogni genere, piccole lobby assatanate anche di fronte alla prospettiva di intascare 500 o 1000 euro. Nei giorni scorsi ci è arrivato un pacco di atti amministrativi contenenti una miriade di affidamenti sotto soglia di lavori pubblici.
È giunto anche il momento, dunque, di valutare se il dirigente Aniello Iuliano sia quello che vuole apparire, ossia un uomo onesto, un professionista retto, o se invece, di fronte alla prospettiva di far girare milioni e milioni di euro, sia diventato come i dirigenti dell’amministrazione provinciale, come Gerardo Palmieri, il quale ha raccontato ai magistrati come faceva ad aggirare la regola della rotazione degli affidamenti nell’elenco delle cosiddette ditte di fiducia. L’ha spiegato ai magistrati e noi lo abbiamo capito bene.
Per cui questa montagna di carte recapitataci casca, come si suol dire, a fagiuolo.
Poi parleremo del cantiere, anzi del super cantiere aperto nella zona del Big Maxicinema, ormai demolito per far posto a un centro di produzione della Toraldo Caffè.
Anche da questo capirete perché noi non ci siamo appassionati alla questione del consiglio comunale, considerandone l’esito scontato.
L’INTERVENTO DI MARIA LUIGIA IODICE E LA DIGNITÀ DEL SINDACO – Un ultimo passaggio lo dedichiamo a Maria Luigia Iodice, consigliera regionale e consigliera comunale.
Tra le pochissime cose che abbiamo ascoltato, hanno trovato posto le sue parole. Orgogliose, forti, anche un po’ spavalde, ma francamente sterili, visto che, addirittura, dopo aver comunicato informalmente ad altri consiglieri la sua intenzione di votare contro al Bilancio Consolidato, ha ribaltato il tutto nella sua decisione finale, modificando con un doppio passo del gambero, come già scritto, il proposito di astenersi comunicato a più persone e anche al sottoscritto, da parte di quel simpaticone di suo marito, Nicola Scognamiglio, a pochissimi minuti dall’inizio della seduta.
Certo, quelle parole usate nei confronti di Antonio Trombetta sono state severissime, al limite dello sprezzante. Un’altra persona si sarebbe alzata per rispondere o quantomeno avrebbe dato un segnale, abbandonando l’aula consiliare.
Ma guardate, anche su questo noi non vogliamo litigare con questo cristiano a cui la Iodice ha riconosciuto, testualmente, con una chicca lessicale che fa parte del suo bagaglio di simpatica gaffeuse, una sorta di Mike Bongiorno in gonnella, “una immane cultura”, ma proprio immane aggiungiamo noi.
Non ci vogliamo litigare, ma ogni giorno che passa si consolida, fino a diventare granitica, la nostra interpretazione del rapporto tra il dottor Antonio Trombetta e i due metri di stoffa della fascia tricolore. Noi siamo convinti che se ieri sera la Iodice, disperdendo il contatto consueto che ha con le buone maniere e con il bon-ton, gli avesse detto “Tonino, sei una merda”, lui non avrebbe battuto ciglio, non avrebbe replicato e sarebbe rimasto al suo posto.
Perché come abbiamo scritto cento volte, lui non ha neppure interessi materiali da difendere o promuovere. Se lo fa è solo per accontentare questo o quell’altro, in modo da garantirsi quel misero e miserabile voto in più che gli serve per indossare ogni mattina, come si fa con la maglietta della salute, la fascia tricolore, e per affidare alla gratificazione di uno specchio la soddisfazione di una necessità solo emotiva, psichica e psicologica.
E allora, per quale motivo dovevamo, dunque, far diventare oggetto di trattazione di una dignità cronistica, giornalistica, i giorni precedenti al consiglio comunale di ieri sera?
Sapevamo già tutto, tutto era scontato. E i fatti, come spesso capita, grazie alla nostra esperienza, ci hanno dato ragione.