IL RETROSCENA. Luigi De Simone fatto fuori per pressioni interne al Comune. Chi ha raccomandato Piricelli è raccomandabile? Un quesito per la commissione d’accesso
10 Gennaio 2025 - 13:15
Si tratta di una vicenda che questo giornale ha raccontato in diversi articoli, passo dopo passo, declinando più volte la inquietantissima biografia del vigile urbano napoletano divenuto pappa e ciccia con Giovanni Zannini dopo essere riparato, per un periodo, al Comune di San Marcellino. Il sindaco Carlo Marino fu messo spalle al muro e dovette avvicendare De Simone perché qui a Caserta doveva arrivare proprio questo Piricelli, ipercitato per i rapporti impropri con la criminalità organizzata in almeno due scioglimenti sanciti per infiltrazioni camorristiche
CASERTA (G.G.) – Antonio Piricelli, già comandante d Vigili in diversi comuni della provincia di Napoli, a San Marcellino, ad Aversa, e già comandante al Comune di Caserta, è un personaggio fortemente controverso.
Per la Dda ha avuto cointeressenze con la camorra, per i giudici che lo hanno assolto al Tribunale di Napoli no.
Per Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, queste cointeressenze, guardando la cosa solamente dal lato di un procedimento amministrativo di scioglimento di un Comune, hanno inciso per dar corpo formale all’esistenza di infiltrazioni camorristiche nelle macchine comunali di Casalnuovo e Arzano, dove Piricelli ha operato.
Scusate se raccontiamo ogni volta queste sotrie, ma è importante per lo sviluppo della notizia. Una bella mattina il fratello di un boss di un clan egemone al Comune di Sant’Antimo, utilizzando lo strumento di Facebook, girò un video in cui disse tante parole buone dell’allora comandante dei Vigili Urbani, invitando i cittadini a perorare la causa di Piricelli presso i commissari straordinari nominati dopo lo scioglimento dell’amministrazione e del consiglio comunali santantimesi.
Naturalmente Piricelli dovette battere in ritirata e così iniziò la sua avventura casertana. Non potette utilizzare, al tempo, il rapporto di intensa amicizia che lo legava e lo lega a mister Eminflex al secolo Francesco Silvestri, senatore di Forza Italia, legato a triplo filo all’europarlamentare Fulvio Martusciello, nonché coordinatore regionale del partito guidato a livello nazionale da Antonio Tajani, nonché coordinatore del lavoro del giudice in aspettativa Catello Maresca, che ha sorpreso tantissime persone che lo stimavano come noi, accettando l’incarico di cortigiano di fatto di un personaggio, qual è Silvestro, i cui rapporti con certe imprese di pompe funebri legate alla camorra locale sono stati messi nero su bianco in un altro decreto a firma di Sergio Mattarella che sancì lo scioglimento per infiltrazioni di criminalità organizzata, del Comune di Arzano in cui Silvestro svolgeva la funzione di presidente del consiglio.
Questi è arrivato a Caserta grazie alla perorazione di un’area politica, diciamo così, che sosteneva e sostiene ancora oggi il sindaco Carlo Marino e la sua amministrazione.
Questa non è una novità. Andando a San Marcellino, è come se Piricelli si fosse sottoposto a una sorta di battesimo del fuoco, imprimendo sulla sua pelle il marchio di Giovanni Zannini, il quale, manco a dirlo, è diventato l’amico del cuore di Francesco Silvestro, legato a Piricelli visto che insieme, Zannini e Silvestro, sono stati tra i protagonisti principali della campagna elettorale delle ultime europee di Fulvio Martusciello.
Non è una novità per i lettori di questo giornale il fatto che Piricelli sia arrivato a Caserta per effetto di una pressione politica. La possiamo chiamare anche raccomandazione. In un momento di grande tensione tra l’area collegata a Zannini e quella collegata ai fratelli Marzo, che si sentivano mancare la terra sotto ai piedi in quanto Zannini gli stava prosciugando i gruppo consiliari, Piricelli rappresentò una sorta di momento di tregua in quanto benedetto dal consigliere regionale e anche dai Marzo, come dimostrato da una delle prime foto che gli furono scattate a Caserta, proprio a fianco dell’assessore ai Lavori Pubblici Massimiliano Marzo, un annetto prima che questi fosse arrestato per la nota vicenda.
A dimostrazione della considerazione e della buona fede che Carlo Marino aveva nei confronti di Piricelli, ovviamente stiamo scherzando, il comandante dei Vigili Urbani fu rimosso ipso facto a pochi giorni di distanza dalla nomina della commissione d’accesso, dunque era chiaro che Marino considerasse Piricelli un pericolo potenziale nel dossier che i commissari nominati dal Viminale avrebbero dovuto redigere e che redigeranno di qui a poco più di un mese.
Recuperando la memoria di quei giorni, in cui, avendo saputo il nome di chi sarebbe arrivato a Caserta, rimanendone basiti al punto da mobilitare ogni nostra forza giornalistica per raccontare bene cosa stesse succedendo nelle stanze del Comune, c’è un passaggio certo che abbiamo colpevolmente sottovalutato: i rapporti tra Carlo Marino e Luigi De Simone, predecessore di Piricelli, sono stati sempre buoni, a differenza di quelli che hanno connotato le relazioni tra lo stesso De Simone e l’area collegata ai fratelli Paolo e Massimiliano Marzo.
Questa tensione è arrivata al punto di rottura e così Carlo Marino ha detto a Luigi De Simone di non poterlo più tenere a capo dei Vigili Urbani a causa di pressioni interne alla maggioranza che non solo gli imponevano di rimuovere il comandante in carica, ma anche il nome di Antonio Piricelli. Ora la domanda sorge spontanea: chi raccomanda un personaggio come Antonio Piricelli, è persona raccomandabile?
Il quesito lo giriamo ai componenti della commissione d’accesso.