MAZZETTE PER INSEGNARE A SCUOLA. I NOMI DEGLI ARRESTATI, in manette professori dell’università. Il caso del candidato casertano: paga 4 mila euro e viene bocciato
15 Gennaio 2025 - 13:17
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CASERTA – Secondo le indagini della procura di Cassino uno dei candidati indagato a piede libero, Alessandro Zagaria, 39 anni, di Lusciano avrebbe pagato una somma di denaro (con un acconto di 4.000 euro su un totale di 14.000) per ottenere accesso anticipato alle domande dei test preselettivi, che sarebbero stati poi utilizzati nelle prove.
Nonostante il pagamento e l’organizzazione del piano, Zagaria non è riuscito a superare la prova preselettiva. Tuttavia, il fallimento ha permesso agli inquirenti di scoprire e ricostruire il sistema corruttivo, grazie a prove come chat recuperate su WhatsApp e un documento che evidenziava il “Pagamento TFA”.
E’ uno dei casi che in queste ore sta emergendo rispetto all’inchiesta esplosa in Ciociaria, con 27 persone indagate a vario titolo per concorso in corruzione e compravendita di favori illeciti in ambito pubblico. Un’inchiesta ha svelato un sistema corruttivo per l’ammissione al TFA, il corso di specializzazione per il sostegno didattico, organizzato dall’Università di Cassino, strumento molto apprezzato da chi aspira a diventare docente nelle scuole, visto che accorcia di molto i lunghissimi tempi legati alla stabilizzazione, passando per le posizione, quasi sempre vacanti, del sostegno ad alunni non autosufficienti.
A finire agli arresti domiciliari sono stati i professori dell’Unicas Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli. Un’altra misura cautelare è scattata invece nei confronti di Giancarlo Baglione, titolare dell’istituto di formazione con sede a Sora. Tra gli indagati l’ex consigliere comunale di Cassino Massimiliano Mignanelli, dipendente dell’Unicas. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro diretto di 100.000 euro quale profitto del reato.
I candidati, pagando circa 15.000 euro, ricevevano accesso privilegiato alle prove concorsuali grazie alla complicità di professori, un direttore dell’università e un imprenditore di Sora. Gli aspiranti ottenevano anticipazioni sulle domande e venivano favoriti nelle valutazioni, garantendo il superamento delle prove con il massimo dei voti.
Gli altri casertani indagati, sempre a piede libero, innocenti fino a sentenza definitiva, sono: Domenico Tornincasa, 57enne di Casal di Principe; Maria Della Corte, 37 anni di San Marcellino; Matteo Riccardo, 28enne di Casapesenna.