Mozzarella di Bufala: l’oro bianco e l’importanza del latte fresco. Coldiretti Caserta e Coldiretti Campania lanciano l’appello
14 Febbraio 2025 - 13:50
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Caserta, 14 febbraio 2025 – Negli ultimi anni, la produzione di mozzarella di bufala ha registrato un significativo incremento, contribuendo in maniera decisiva all’economia della regione Campania. Tuttavia, il settore sta affrontando una crescente minaccia rappresentata dall’utilizzo di latte di bufala disidratato e congelato nella produzione di formaggi che non rientrano nella Denominazione di Origine Protetta (DOP). Una pratica che rischia di compromettere la qualità dei prodotti e di danneggiare l’intera filiera produttiva, dal latte fresco fino alla mozzarella.
Coldiretti Caserta si unisce all’appello accorato lanciato dalla federazione regionale Coldiretti Campania per l’adozione di un divieto mirato all’uso di questi prodotti disidratati e congelati, per tutelare i produttori locali, che da sempre garantiscono elevati standard qualitativi.
Il problema del latte disidratato e congelato
L’impiego di latte di bufala disidratato e congelato per la produzione di mozzarella e formaggi non DOP sta suscitando forte preoccupazione tra i produttori locali. Attualmente, sono circa 27 milioni di chili di latte reidratato pronti per essere utilizzati, una cifra che evidenzia l’entità del fenomeno. Coldiretti denuncia come l’uso di questi prodotti possa abbassare la qualità del prodotto finale e ridurre la competitività del latte fresco, utilizzato per la produzione dell’autentica mozzarella di bufala campana. Questo comportamento rischia di compromettere la percezione del consumatore riguardo all’autenticità e alla qualità dei prodotti lattiero-caseari.
Impatto negativo per i produttori locali
I produttori di latte fresco, che da sempre garantiscono alti livelli di qualità, si trovano a fronteggiare una concorrenza sleale. L’utilizzo di latte disidratato consente a produttori non locali di abbattere i costi di produzione e di proporre prezzi più competitivi sul mercato. Coldiretti evidenzia come questa pratica possa danneggiare non solo i produttori locali, ma anche i consumatori, che potrebbero non essere sufficientemente informati sulle differenze sostanziali tra mozzarella e formaggi freschi e quelli prodotti con latte disidratato.
L’appello di Coldiretti Campania alle istituzioni
Per questi motivi, Coldiretti Campania chiede alle istituzioni competenti di intervenire tempestivamente, facendo chiarezza sull’utilizzo di latte disidratato e congelato nella produzione di mozzarella non DOP. Dal 2021, il Dipartimento di Qualità Agroalimentare attende ancora un parere dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MASAF) riguardo alla detenzione e all’utilizzo del latte di bufala concentrato, che risulta in contrasto con la normativa vigente, ovvero la legge n.138 del 1974 e i suoi successivi aggiornamenti.
“Se i produttori di Mozzarella di Bufala Campana Dop sono protetti dal disciplinare di produzione, che impedisce l’uso di latte congelato, è ora di capire come tutelare gli altri produttori,” ha dichiarato Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania. “Ogni morso di mozzarella di bufala deve riflettere la tradizione, la qualità e l’attenzione per il benessere animale, caratteristiche che da sempre contraddistinguono il nostro ‘oro bianco’.”
Un impegno per la tradizione e per i consumatori
Coldiretti Campania sottolinea l’importanza di garantire che i consumatori possano scegliere prodotti di alta qualità, derivanti da metodi di produzione tradizionali e sostenibili. L’appello non si limita a una semplice richiesta, ma rappresenta un impegno concreto per la difesa della tradizione e dell’identità gastronomica della regione. Solo un intervento tempestivo delle istituzioni potrà garantire un futuro sostenibile per il settore lattiero-caseario campano, tutelando al contempo la reputazione del latte di bufala fresco e dei formaggi ad esso legati.
Inoltre, qualora si dovesse consentire l’uso di latte disidratato e/o congelato, Coldiretti Campania richiede che tale pratica sia chiaramente indicata in etichetta, per tutelare la trasparenza e consentire ai consumatori una scelta consapevole.