CASERTA. Tragedia e violenza nelle case popolari. Due fratelli picchiano i parenti del defunto per prendersi la casa. Viene tutto murato, ma poi a martellate…

27 Marzo 2025 - 11:09

CASERTA – Come abbiamo raccontato in un articolo di martedì (CLICCA E LEGGI), domenica mattina, nelle case popolari di via Trento, a Caserta, zona Acquaviva, è venuto a mancare Antonio I., stroncato da un infarto. L’uomo, che viveva solo ma era un frequentatore assiduo della comunità della chiesa di Lourdes guidata da don Antonello Giannotti, è stato trovato senza vita sul suo divano.

Riprendiamo il filo del discorso di martedì. Mentre alcuni parenti del defunto si sono radunati fuori dalla sua abitazione, in attesa di don Antonello per poter entrare e vedere Antonio un’ultima volta, sono comparsi i membri di un’altra famiglia, residente nello stesso complesso popolare per mpossessarsi dell’appartamento di Antonio mentre il suo corpo era ancora all’interno.

L’assalto e l’aggressione

In due, fratelli, hanno sfondato la porta a calci. Le cugine del defunto, presenti sul posto, hanno cercato di opporsi, ma sono state trascinate fuori, picchiate e colpite con calci e pugni. La scena ha attirato l’attenzione degli altri residenti, che hanno chiamato ambulanze e forze dell’ordine.

Quando Polizia e Carabinieri sono arrivati, però, gli aggressori erano già fuggiti. Le donne sono state medicate, ma il peggio doveva ancora accadere.

La beffa dopo la tragedia

Veniamo agli aggiornamenti di queste ore. Il giorno dopo, quando il corpo di Antonio è stato portato via, il responsabile Acer che si occupa degli alloggi di via Trento è intervenuto per far murare porte e finestre, in modo da sigillare l’appartamento per evitare ulteriori intrusioni. Ma appena se ne sono andati, la stessa famiglia violenta è tornata all’attacco: hanno abbattuto i mattoni freschi e si sono impossessati dell’immobile.

Questa famiglia – una madre e i suoi tre figli – sarebbe arrivata a detenere abusivamente ben quattro alloggi popolari in via Trento: uno intestato alla madre e gli altri tre occupati dai figli. Un sistema organizzato che sfida le istituzioni, mentre chi avrebbe davvero bisogno di una casa aspetta invano.