L’OMICIDIO DI MONDRAGONE. La verità ufficiale e le tante versioni ufficiose: un super accertamento della guardia di finanza, l’intervento di Magrino, il carabiniere in borghese, la pistola che c’è o non c’è. Insomma, un gran casino
1 Maggio 2025 - 11:56

Il gip Rosaria dello Stritto ha, per il momento, escluso la premeditazione, Un caos di versioni destinato ad alimentarsi ulteriormente dopo la scelta ufficiale dell’assassino di avvalersi della facoltà di non rispondere. Noi che un po’ di esperienza l’abbiamo in queste cose non scartiamo quello che arriva da Mondragone in termini di chiacchiericcio o di erogazioni fatte da presunti e avventurosi organi d’informazioni locali, ma rimaniamo ancorati ad un corso logico degli avvenimenti che è quello rappresentato dal sentiero che collega Pagliaro, il suo avvocato Alfonso Quarto, il gip Rosaria Dello Stritto e il pubblico Ministero Stefania Pontillo
MONDRAGONE (g.g.) Va considerato come un sostanziale time out quello chiesto da Giancarlo Pagliaro il quale, evidentemente consigliato dal suo avvocato Alfonso Quarto, si è avvalso ieri mattina della facoltà di non rispondere al cospetto del gip
I MOTIVI DELLA CONVALIDA DELL’ARRESTO: NIENTE PREMEDITAZIONE
Un incontro, quello tra il gip Rosaria Dello Stritto, Giancarlo Pagliaro e l’avvocato difensore Alfonso Quarto (non sappiamo se fosse presente anche l’avvocato Miraglia) chiusosi in pochissimi minuti e alla fine del quale il giudice ha convalidato l’arresto escludendo, per il momento, la premeditazione ed i motivi futili che, aggiungiamo noi, sono gli elementi che conducono a pesantissime condanne, addirittura, potenzialmente, se non ci sono attenuanti riconosciute, anche all’ergastolo. Rosaria Dello Stritto ha configurato un dolo d’ impeto da cui sarebbe stata ammantata la condotta di Giancarlo Pagliaro.
BOCCA CHIUSA DI PAGLIARO E IL CHIACCHIERICCIO IMPAZZA
E’ chiaro che la scelta di avvalersi della facoltà di non risponderei rafforza ipotesi svariate alimentate ovviamente dal grande amplificatore dei social. Così c’è chi parla ad esempio di un problema legato ad un super accertamento che Pagliaro avrebbe subito da parte della guardia di finanza e ad un non meglio precisato intervento promesso da Luigi Magrino. Un discorso ovviamente frutto di ciò che si dice a Mondragone. Un chiacchiericcio che da una parte va preso con le molle, da un’altra parte va comunque considerato in quanto proveniente dal territorio in cui Giancarlo Pagliaro operava e dove era diventato un commerciante al top visto che il suo store, dunque molto più di un negozio, Mobili Franchino, era ed è ancora un punto di riferimento per tantissimi clienti provenienti dalla zona ma anche dal resto della provincia, dall’area metropolitana di Napoli e dal basso Lazio.
Quel che è certo, in quanto abbiamo raccolto delle precise testimonianze in proposito, è che Giancarlo Pagliaro era molto turbato e agitato nelle ultime settimane. Probabilmente preoccupato per problemi forse di tipo economico che avrebbero potuto coinvolgere anche la tranquillità della sua famiglia ossia di sua moglie e dei suoi figli
UNA PISTOLA SOLA SUL LUOGO DEL DELITTO
Ribadiamo, poi, tornando alle cose certe, che sul luogo del delitto c’è stata una sola pistola. Se poi a sparire è stata una possibile seconda pistola o proprio la prima pistola non si sa ancora. O meglio, per rispondere a questa domanda si è costretti ad affidarsi alle tante ricostruzioni, che non si sa bene da quali fonti arrivino, visto che Pagliaro, ed è questo un dato ufficiale, oltre ad essersi avvalso, ieri, della facoltà di non rispondere, non ha sostenuto nei minuti e nelle ore immediatamente successive al delitto alcun interrogatorio formale nella caserma del reparto territoriale dei carabinieri di Mondragone e al cospetto del pubblico ministero Stefania Pontillo accorsa sul luogo dell’omicidio.
Pagliaro si è mostrato confuso, turbato e dunque il pm ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per verbalizzare alcuna sua dichiarazione. Per altro non sappiamo se in quella caserma fosse presente un avvocato, che in questi casi è fondamentale; se fosse presente, ad esempio, l’avvocato Antonio Miraglia, già revocato a suo tempo da Tiberio La Torre per la vicenda della presunta tentata estorsione a Giovanni Zannini e ad Alfredo Campoli, sostanzialmente messo da parte anche oggi visto che le redini della difesa sono state assunte dall’autorevole avvocato aversano Alfonso Quarto.
IL CARABINIERE TESTIMONE OCULARE E LA PISTOLA “INVISIBILE”
Poi si è parlato della presenza di un carabiniere fuori dal servizio, un militare che opera professionalmente proprio nella caserma di Mondragone il quale, sempre secondo queste ricostruzioni ufficiose provenienti da “radio Mondragone”, si sarebbe collegato visivamente alla scena nel momento in cui Pagliaro dopo aver sparato si sarebbe accanito sul corpo già esanime di Magrino colpendolo col calcio della pistola. Un testimone oculare, dunque, che potrebbe sopperire almeno in parte alle telecamere di sorveglianza dell’area di servizio Eni-Agip, dove si è consumato l’omicidio, totalmente inutili perché guaste.
C’è chi dice che una pistola è stata trovata, c’è chi dice che è stato trovato solo il caricatore, magari sono mezze verità amplificate dall’attitudine che tante persone hanno di buttarsi a tuffo su queste vicende alterandone le versioni. Questo carabiniere avrebbe bloccato Pagliaro. Noi abbiamo scritto, l’altro giorno, bloccato e anche disarmato; l’abbiamo scritto perché se lui ha visto, secondo queste versioni mondragonesi, Pagliaro colpire col calcio della pistola la testa di Magrino e non avendo mai perso il contatto visivo con i fatti vuol dire che il carabiniere ha tolto a Pagliaro anche l’arma che però, secondo altre versioni, non è stata trovata a differenza di un caricatore che era a terra. Insomma, un gran casino. Il difensore di Pagliaro deve fare il suo, ma è chiaro che fino a quando non ci sarà una versione ufficiale frutto di un interrogatorio, a questo punto operato dal pm Stefania Pontillo, si proseguirà con questo tourbillon di ricostruzioni.