IL NOME. Il latte di bufala “pezzotto” che fa guadagnare milioni agli imprenditori: sotto accusa titolare 69enne

25 Maggio 2025 - 10:52

SAN TAMMARO – Sembrava latte di bufala, ma secondo l’accusa era in parte latte vaccino. È questa la storia che vede al centro un’imprenditrice 69enne di San Tammaro, Maria Ristaldo, oggi sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

La donna, molto conosciuta in zona per la sua attività zootecnica e bufalina, è finita davanti al giudice con un’accusa pesante: avrebbe rifilato a un caseificio locale del latte che, sulla carta, doveva essere 100% di bufala, ma che in realtà sarebbe stato “annacquato” con latte di mucca. Una truffa bella e buona, secondo la Procura, che l’ha portata a guadagnare illecitamente grazie alla differenza di prezzo tra il prodotto realmente consegnato e quello che risultava dalle fatture.

Gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo rappresentano la parte civile, mentre l’imputata è difesa dal legale Vincenzo D’Angelo.

Nell’ultima udienza, sono stati ascoltati i carabinieri del NAS, che hanno raccontato i dettagli delle verifiche e dei sopralluoghi compiuti nell’azienda. Il loro racconto sembra confermare che qualcosa, nella filiera del latte, non tornava.

E infatti, oltre alle analisi, in aula sono arrivate anche alcune fatture che – sempre secondo l’accusa – mostrerebbero nero su bianco l’inganno: latte vaccino venduto come pregiato latte bufalino. Un bel danno per il caseificio che, ignaro, usava quel latte per produrre mozzarella.

E’ sempre necessario ricordarsi che si tratta di un processo in corso, quindi di un imputato innocente. E così sarà fino a sentenza definitiva, in caso di condanna. Riteniamo importante dare ai lettori più informazioni possibili relativamente alle notizie di giudiziaria, ovvero chi cose gli imputati, la loro storia, come la storia delle parti offese, ma è sempre importante ricordare che siamo nella fase di dibattimento e, quindi, tutti i soggetti imputati sono e restano innocenti.