I NOMI. Droga e cellulari nel carcere di Carinola: confermate in Appello 10 condanne con riduzione di pena

26 Maggio 2025 - 11:55

L’inchiesta prese il via nel 2021, quando all’interno di alcuni pezzi di formaggio destinati ai detenuti furono scoperti degli involucri contenenti hashish

CARINOLA – È arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Napoli per dieci imputati coinvolti in un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato alla luce un’attività di spaccio all’interno del carcere di Carinola.

I giudici della terza sezione hanno accolto le richieste di patteggiamento in Appello, riducendo di un anno le pene inflitte in primo grado – che erano state decise con il rito abbreviato. Le condanne sono state confermate per Massimo De Solda, Salvatore Riccardi, Bruno e Vincenzo D’Avino, Samuele Artiaco, Ivan Enghben, Salvatore Scala, Roberto Aleksic, Salvatore Della Gaggia e Michele Iommelli. A rappresentare gli imputati un collegio difensivo composto dagli avvocati Daniele

Delle Femmine, Domenico Dello Iacono, Daniela Bello, Pierluigi Grassi, Carmen Di Meo e Teresa Onesto.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel penitenziario era stato creato un vero e proprio mercato interno dove venivano venduti stupefacenti e dispositivi mobili. L’inchiesta prese il via nel 2021, quando all’interno di alcuni pezzi di formaggio destinati ai detenuti furono scoperti degli involucri contenenti hashish.

Da lì le indagini hanno svelato un collaudato sistema per introdurre droga dietro le sbarre durante i colloqui con i familiari. La sostanza veniva poi distribuita tra i detenuti grazie alla complicità di un educatore penitenziario e alcuni lavoranti. Per il trasferimento tra reparti, invece, si faceva uso di corde improvvisate con cui veniva fatto passare lo stupefacente da una cella all’altra.

L’operazione ha fatto emergere un’organizzazione interna ben strutturata, con ruoli definiti e un giro d’affari gestito sotto gli occhi dell’amministrazione carceraria. Ora, con la sentenza d’Appello, si chiude un nuovo capitolo giudiziario su una vicenda che ha scosso il mondo penitenziario campano.