Carlo Marino e i suoi amici dell’ASMEL contro lo scioglimento del comune per camorra. E i commissari li “cacciano” da CASERTA

15 Agosto 2025 - 10:30

L’associazione del segretario generale Francesco Pinto, negli anni bacchettata da Anac, Tar e Consiglio di Stato, ha deciso di supportare l’ex sindaco nella sua battaglia al Tar. Un rapporto troppo stretto che – a nostro avviso – ha portato i commissari alla decisione di recedere da Asmel

CASERTA – Siamo rimasti un po’ sorpresi nel momento in cui abbiamo letto, nel ricorso al Tar del sindaco Carlo Marino contro lo scioglimento del comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche, la presenza, assieme all’ex primo cittadino, nell’impugnare il provvedimento del ministero dell’Interno, di una sigla molto nota a CasertaCe: parliamo dell’Asmel.

Ed è strano vedere che un’associazione di comuni, che niente dovrebbe entrarci nella vicenda delicatissima dello scioglimento per camorra di un’amministrazione, arrivare addirittura ad impugnare un provvedimento del ministero, seppu ad adiuvandum. Poi ci siamo ricordati di diverse cose. Il rapporto tra Carlo Marino e Asmel, infatti, è a dir poco stretto.

Ad esempio, l’ex sindaco di Caserta fa parte del consiglio di amministrazione di Asmel e durante le sue sindacature la città capoluogo ha usato spesso la piattaforma dell’associazione per procedure di gara, alcune poco chiare di cui abbiamo scritto, soprattutto quella relativa all’appalto da 116 milioni che sarebbe stato truccato nelle stanze di Palazzo Castropignano e nella casa di Marino.

Si tratta della vicenda che da anni vede sotto processo proprio Carlo Marino, accusato insieme a Marcello Iovino e, fino alla sua dipartita, Pippo D’Auria, di aver cucito su misura questa gara a favore di Carlo Savoia, imprenditore di Sant’Arpino dal passato non esattamente limpido.

Evidentemente, Carlo Marino avrà convinto Giovanni Caggiano, presidente Asmel, della bontà del proprio ricorso e questa cosa riteniamo non è andata giù ai commissari post scioglimento del comune di Caserta.

Infatti, nei giorni scorsi la triade è guidata dalla ex prefettizia Antonella Scolamiero ha dato il ben servito all’Asmel, attivando la

procedura di recesso del comune di Caserta dall’associazione.

Probabile che i commissari si siano voluti allontanare da quel mondo connesso all’ex sindaco. A nostro avviso è stata una scelta giusta, anche senza la storia del ricorso a favore di Carlo Marino.

Da anni abbiamo sollevato dubbi sull’Asmel relativamente ai requisiti per essere qualificata come società di committenza. Lo pensavamo noi, ma lo pensava soprattutto l’Autorità Nazionale anticorruzione, con tanto di sentenza del Tar dello scorso febbraio che ha confermato l’estromissione dalle stazioni di gara della stessa Asmel.

I tre commissari straordinari, Antonella Scolamiero, Daniela Caruso ed Emilio Saverio Buda, motivano il recesso dall’Asmel per la carenza dell’interesse pubblico rispetto ai servizi offerti relativi al supporto amministrativo che ora, scrivono i commissari, reperibili in buona parte gratuitamente sul web.

Chiaramente, non può essere un caso che l’associazione così vicina a Carlo Marino faccia ricorso contro lo scioglimento deciso dal ministero dell’interno del comune di Caserta e gli stessi commissari poche settimane dopo decidano per recedere da Asmel.

E quindi, ripetiamo, sembra più una scelta legata alla volontà di tagliare i ponti con la precedente amministrazione, macchiatasi di situazioni a dir poco sconvenienti e, per la procura DDA di Napoli e per quella ordinaria di Santa Maria Capua Vetere – e per quel che vale, anche per noi – palesemente illegali.

Se la commissaria Scolamiero ha deciso di seguire questa strada noi non possiamo che approvare, così come abbiamo fatto con le dimissioni suggerite al segretario Salvatore Massi, troppo legato e troppo docile negli anni di Carlo Marino viva nonostante il suo ruolo di controllore che, sostanzialmente,non ha controllato.

Certo, andrebbe fatto lo stesso con Lello De Rosa, piuttosto che farlo diventare dirigente, indagato per gli appalti rifiuti a Teverola, oppure con Luigi Vitelli, anche lui coinvolto nell’inchiesta che ha portato lo scioglimento e salvatosi solo per la depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio, ma anche per Gaetano Di Tora, geometra del comune che, come Vitelli, ha avuto un ruolo nelle vicende che hanno portato un anno fa agli arresti sul comune di Caserta.

Ma la commissione straordinaria è qui solo da tre mesi e cercare di rendere Caserta una città normale non è impresa semplice.