POLITICA & (TANTI) QUATTRINI. Riecco la solita Calenia Energia, un altro super impianto in cantiere. L’Asi, Zannini, il “profumiere” Rizzieri, la moglie di L’Arco e il cognato dell’ex ministro
8 Ottobre 2025 - 19:40

Tomi tomi, cacchi cacchi, con una procedura alla Speedy Gonzales ASI-Comune di Sparanise, tutto sembra già fatto per la centrale BESS. Molti i retroscena interessanti, a partire dal via libera che l’ASI ha dato in meno di 48 ore. In calce all’articolo, la delibera con cui, in stile Pignetti, il sindaco vuole spendere i soldi del Comune per querelare quelli che lo attaccano su Facebook
SPARANISE (G.G.) – Si chiama BESS, che sta per Battery Energy Storage System, ovvero Sistema di Accumulo Energetico a Batteria.
Va precisato che le batterie che accumulano l’energia sono molto spesso al litio. Non sappiamo se la batteria che la Calenia Energia Srl intende usare a Sparanise utilizzerà o meno questa materia prima molto versatile, che è utile sia per le grandi cure psichiatriche come equilibratore nei casi gravi di bipolarismo che scadono pesantemente verso la depressione, sia per alimentare grandi impianti industriali.
A Sparanise, da qualche mese, non si parla d’altro: Calenia Energia ha, dal maggio scorso, presentato – un po’ all’improvviso – un progetto per costruire un impianto di accumulo elettrochimico (BESS). In pratica, si tratta di strutture che acquisiscono l’energia da fonti rinnovabili quali il vento e il sole, assorbiti da impianti eolici e da parchi fotovoltaici, conservandola e accumulandola nella megabatteria che, con ogni probabilità, dovrebbe essere al litio anche a Sparanise, al di là del dubbio legato alla mancanza di una conferma ufficiale.
Come capita puntualmente da decenni, in casi del genere, chi ha interesse a incassare decine, forse centinaia di milioni di euro, afferma immancabilmente che quell’impianto è il più pulito dell’universo, che risponde a tutti gli standard possibili e immaginabili di sostenibilità ambientale. E così è accaduto, ovviamente, anche stavolta. Scusateci se ripeschiamo questo adagio, ma è troppo adatto per riassumere e concentrare in pochissime parole tante vicende che connotano il rapporto pubblico-privato, soprattutto nelle nostre zone:
“Acquaiò,
In questo caso c’è anche il timbro di certificazione dell’Unione Europea, che li considera un elemento strategico per la transizione energetica. Dall’altra parte, con speculare puntualità, ci sono tante persone – tra cui anche esperti – che la pensano diversamente. Secondo alcuni, le batterie – in particolare quelle al litio – sono soggette a surriscaldamento e possono innescare incendi ad alta temperatura (fenomeno di thermal runaway). Si parla ancora di possibile inquinamento elettromagnetico, di rumori eccessivi. A questi si aggiungono altri rilievi di tipo indiretto, iper-ambientalisti, che chi vorrà approfondire non avrà difficoltà a incrociare nella buona letteratura presente sui motori di ricerca.
Ma il problema che vogliamo affrontare – anzi, cominciare ad affrontare in questo articolo, proponendoci sin da ora di tornare anche più volte sull’argomento – è di altro genere e inerisce al comportamento delle cosiddette istituzioni rispetto al progetto di Calenia Energia.
Intanto, a noi questo impianto non pare essere, per come è stato presentato, qualcosa di autonomo, di diverso dalla centrale a termogas attiva dal 2007 nella zona industriale di Sparanise.
A noi pare una propaggine, dunque un ampliamento di quell’impianto. In quanto tale, la procedura attivata non è quella giusta, perché una cosa è costruire una centrale BESS ex novo, come primo insediamento industriale – beneficiando dunque anche delle procedure più agili e semplificate che lo status delle BESS, insediamenti favoriti dall’Unione Europea, garantisce loro – altra cosa è una BESS che amplia una centrale termoelettrica alimentata con gas naturale.
Noi siamo abbastanza persuasi che, su questa vicenda, la politica ci sia entrata eccome. Il Comune di Sparanise si è comportato malissimo, perché ha trattato la cosa come se stesse insediando quattro cassonetti dell’immondizia.
Non sappiamo se ci sia stata o meno una conferenza dei servizi. Sappiamo, invece, che altre centrali BESS insediate in province diverse dalla nostra hanno avuto una gestazione abbastanza lunga e piuttosto complicata.
Citiamo, per tutte, quella di Avellino, su cui eventualmente ci soffermeremo nel secondo o terzo articolo che dedicheremo alla vicenda.
Quindi è inutile che il sindaco De Pasquale faccia il permaloso e, quindi – udite udite – con la delibera che pubblichiamo in calce, diventa un imitatore di Raffaella Pignetti, presidente dell’ASI, nel momento in cui delega – ri-udite ri-udite – nientepopodimeno che Giorgio Magliocca, dirigente del settore amministrativo del Comune, a individuare un avvocato o uno studio legale che possa tutelare il sindaco e l’amministrazione da ciò che si sta rovesciando giorno dopo giorno dentro Facebook.
In poche parole: se sindaco e assessori si sentono diffamati, non pagano la querela di tasca loro, ma la fanno pagare ai cittadini di Sparanise – e magari in quota parte anche a quel o quei cittadini che, secondo De Pasquale, lo avrebbero diffamato.
Una vergogna iniziata dall’ufficio della presidente ASI e che attecchisce, non a caso, in altri uffici: quelli di chi gestisce la cosa pubblica badando principalmente alla propria tasca e non a quella dei propri amministrati.
Un’operazione veloce veloce, dunque, quella che ha consentito a Calenia Energia di ottenere i permessi.
Il 6 agosto il Comune ha spedito l’istanza all’ASI. Il giorno 8 agosto l’ASI ha immediatamente dato l’autorizzazione di propria competenza. Neanche 48 ore per una pratica gestita direttamente dal “profumiere” Alessandro Rizzieri, in pratica da Giovanni Zannini, il quale poco più di un mese prima aveva promesso – in cambio dei voti da attribuire ad Anacleto Colombiano alle provinciali – la presidenza dell’ASI al sindaco di Villa Literno, Valerio Di Fraia, già a partire da luglio.
Una notizia che Zannini ha sparso ai quattro venti. Ha voluto che uscisse sui giornali. Luglio è passato, la Pignetti non è stata sfiduciata, come Zannini aveva promesso a Di Fraia, e il suo uomo, Rizzieri, tutto ha mostrato eccetto che una freddezza nei confronti del proprio ruolo, svolto all’interno di questo comitato direttivo.
Ha continuato a lavorare alacremente, con l’apprezzamento pieno e con una disponibilità ancora maggiore rispetto al passato. Gli uffici dell’ASI hanno lavorato con grande celerità. Finanche gli svizzeri, proprietari dell’85% delle quote della Calenia Energia Srl, sono rimasti stupiti. In quei primi giorni di agosto, l’ASI ha sviluppato molte attività, segnalando soprattutto – come un vero e proprio moto perpetuo – il dirigente originario di Sessa Aurunca, tenuto sott’occhio per molto tempo dalla Pignetti a causa di questa sua origine, che lo faceva sospettare di cointeressenze con Gennaro Oliviero.
Fino a quando ogni sospetto si è sciolto e Tramontano si è appecoronato, diventando più veloce di Speedy Gonzales, così come ha dimostrato in quei primi giorni di agosto con tante pratiche evase, tra cui quella – chiusa in 48 ore – della Calenia Energia Srl.
Chiudiamo questa prima puntata dandovi un’informazione che, a nostro avviso, conta.
L’amministratore della Calenia si chiama Marco Sacchi ed è il cognato dell’ex ministro leghista delle Risorse Agricole Gian Marco Centinaio.
La moglie di Gianfranco L’Arco, ossia la vicesindaca Teresa Nicoletti, viene segnalata come molto probabile candidata alle elezioni regionali nella lista della Lega.
Beh, che ne dite? Argomento interessante quello del secondo impianto di Calenia Energia.
Nel prossimo articolo esamineremo l’iniziativa della consigliera comunale di opposizione Sara Ricca, che si è mossa pesantemente su questa vicenda, chiedendo – senza ottenerli all’inizio – documenti fondamentali che il Comune ha tenuto nascosti o che addirittura non esistevano.
Poi scriveremo del consiglio comunale svoltosi il 25 settembre, che dimostra – a nostro avviso – che sindaco, giunta e maggioranza non sono stati imparziali con la Calenia e hanno fatto di tutto per ridurre, strozzare, compulsare la partecipazione della cittadinanza a un dibattito reale.
Poi, ovviamente, parleremo anche di Zannini, che anche in questa storia c’è, eccome se c’è.