MARCIANISE. Il boss Mimì Belforte dovrà scontare altri 48 anni di carcere
2 Ottobre 2018 - 09:32
MARCIANISE – La Corte di Cassazione dice no all’unificazione della pena chiesta dal boss dei Mazzacane Domenico Belforte, a cui rimangono 48 anni di carcere da scontare.
I suoi legali avevano presentato istanza affinchè, attraverso l’istituto giuridico dell’unificazione delle pene concorrenti, Mimì Belforte potesse appunto unificare tra loro le 18 condanne a suo carico passate in giudicato, inglobandole in un unico cumulo.
I giudici della prima sezione della Cassazione (presieduta da Mariastefania Di Tomassi) hanno invece confermato la tripartizione dei cumuli: 15 condanne cumulate, per un residuo di pena di 20 anni e 7 mesi; 2 condanne cumulate con un residuo di pena di 23 anni e 5 mesi; un’ultima condanna a 4 anni di reclusione.
Così i giudici di Cassazione hanno motivato il respingimento dell’istanza: “La richiesta, formulata sul presupposto erroneo che i delitti uniti in continuazione costituiscano un unico reato, è manifestamente infondata, risultando in palese contrasto con il principio cardine dell’esecuzione penale secondo cui la pena non può precedere il reato ma solo seguirlo e che è alla base della necessaria formazione di cumuli differenti con computo separato per ciascuno di essi delle detrazioni che a vario titolo devono essere operate e con eventuale applicazione, prima sui cumuli parziali e poi su quello finale“.